Sono la persona più indecisa del mondo. Farò tre versioni di una canzone, poi penserò, "È meglio la demo”?
Frank Sinatra ha detto una cosa fantastica, che cantare non riguarda il cantare in tono, o il grande canto tecnico. Si tratta di far credere alle persone nella storia che stai raccontando.
Marc Almond
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Grazie per il vostro inatteso interessamento per (((RadioPianPiano))) tanti sottoscrivono la mailing list o seguono il blog e per me è un onore continuare ogni domenica a proporre musica a persone conosciute e sconosciute. Raccontarvi da un lato e leggere ed ascoltare dall’altro è un gesto d’umanità, unisce ed evidenzia alcune delle finalità credo più nobili dell’arte: gettare ponti, creare contatti, accendere curiosità ed emozioni. Grazie di nuovo e bando alle ciance e un abbraccio a voi tutti!
Marc Almond, voce dei Soft Cell voleva essere Shirley Bassey e Gloria Swanson? Credo sia riuscito nell’impresa di centrare entrambi gli obiettivi, diventando un vocalist tormentato, passionale, esagerato, raccontando eccessi, toccando la vetta delle hit parade e vivendo come una stella. Un Frank Sinatra della new wave e del synth-pop con uno stile preciso, una vocalità prorompente ed enfatica, uno stile inconfondibile. La ricetta magica che tanto successo ha fatto avere ad un duo di studenti di un istituto d'arte a Leeds, Peter Mark Almond di Southport e David Ball di Blackpool, nasce da un alchimia particolare che mescola elettronica con un cantato che ha appunto modelli come Frank Sinatra, Tom Jones e i grandi interpreti americani in genere e non i robotici gorgheggi dei Kraftwerk o il freddo declamare della new wave e tantomeno l’urlo del punk.
L’inquieto Marc, superata la stagione del punk si immerge in una scena, siamo all'inizio degli anni Ottanta, dove l'edonismo, il new romantic, i ritmi ballabili scandiscono consolanti storie alla Cappuccetto Rosso dove alla fine della fola tutti vivono felici castamente innamorati e contenti, malgrado il lupaccio cattivo. In questo panorama zuccheroso sembra non ci sia spazio per una voce provocante che nel suo repertorio racconta lo squallore ben nascosto dietro i lustrini e le luci della ribalta, e punta il dito contro la doppia vita e la tripla morale dell'Inglese medio. La sessualità è il luogo dove va in cortocircuito il perbenismo borghese e Marc attinge a piene mani da tematiche a luci rosse per costruire una poetica estrema e ben poco consolatoria, dove sesso, perversioni, ansia e malattia mentale sono raccontate senza fronzoli. E la musica? Dave Ball, zitto, zitto orchestra un mondo che tra il pop, la musica dance ed una riedizione elettronica di atmosfere care alla canzone classica si fa spina dorsale del lavoro portato avanti dal vocalist e lo fa in modo innovativo.
Inizia così, attraverso la tecnologia, ad essere messa in radicale discussione la struttura della classica rock band con voce, basso, chitarra e batteria. I Soft Cell sono un duo dove Dave tra sintetizzatori, drum machine e altre diavolerie cancella l’idea di band a cui il pubblico era abituato e che anche il punk non aveva scalfito. Dave Ball che sospesa l’avventura Soft Cell e con l’arrivo dei computer darà vita ad un progetto altrettanto interessante con i Grid, di cui forse prima o poi parleremo… Ma torniamo ai Soft Cell. Nel 1981 la svolta: i nostri eroi interpretano una hit minore di Gloria Jones "Tainted Love", che come un missile schizza in cima alle hit parade e diventa uno dei 45 giri di maggior successo di sempre con dieci milioni di copie vendute nel mondo e un'infinità di rivisitazioni successive. È la notorietà planetaria per i Soft Cell, notorietà che li porterà ad apparizioni televisive in note trasmissioni come “Tops of the Pops” dove Almond darà scandalo con il suo trucco pesante e le movenze ammiccanti.
I Soft Cell sono interessanti per come giocano con linguaggi diversi, dalle cover di classici al brano da disco, tutto viene ibridato ed imbastardito sia nei testi che nei suoni lontani dagli stereotipi di genere. Gli arrangiamenti elettronici di Dave Ball lasciano sempre sorpreso l’ascoltatore ed i testi di Marc Almond non sono mai consolatori, ma anzi spesso si trasformano in una seduta psicoanalitica pubblica, svelando fragilità, pulsioni, ansie e il tutto in una dimensione pop, radiofonica e che cerca sistematicamente il grande pubblico ed a tratti lo incontra. Malgrado il successo planetario di “Tainted Love” i Soft Cell non rinunciano mai alla loro poetica e dopo i buoni risultati del primo disco “Non Stop Erotic Cabaret” danno alle stampe un lavoro difficile, introspettivo, contorto e magnifico come “The Art of Falling Apart”, dove, sempre per ribadire questa ibridazione tra linguaggi possiamo ascoltare un medley con famosi brani di Hendrix il tutto solo per sintetizzatori, senza mezza chitarra: di nuovo la distruzione degli stereotipi proponendoli in chiave straniante.
Non sto a ripercorrere tutta la discografia dei Soft Cell, come sapete ormai qui si tratta di accendere curiosità ed incendiarvi le orecchie e quindi per discografie e altre informazioni enciclopediche o pensose riflessioni giornalistiche non vi resta che rovistare in rete. Io al solito mi preparo a servirvi una playlist dei Soft Cell per rendere assai sconveniente la vostra Pasqua. Accomodatevi tra colombe uova pasquali al cioccolato ( fondente vi prego :) e altre leccornie assortite, alcolici a fiumi e chi più ne ha più ne metta! Come digestivo cos’altro chiedere se non una danza ossessiva e sguaiata con parenti e conoscenti al ritmo dei Soft Cell? Niente di meglio per smaltire colesterolo e trigliceridi: CLICCATE QUI per scoprire come Marc Almond e Dave Ball hanno saputo giocare con gli stereotipi del pop creando nuovi linguaggi e non rinunciando ad un fondamento dell’arte: non essere mai consolatoria.
Desiderate qualcosa di diverso dal pop deviante dei Soft Cell? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Soft Cell: pop.
I’m the most indecisive person in the world. I’ll do three versions of a song, then think, “Is the demo better?
Frank Sinatra said this great thing, that singing isn’t about singing in tune, or great technical singing. It’s about making people believe in the story you’re telling.
Marc Almond
Thank you for your unexpected interest in (((RadioPianPiano))). Many subscribe to the mailing list or follow the blog, and for me, it's an honor to continue presenting music to both known and unknown people every Sunday. Sharing stories on one hand and reading and listening on the other is a gesture of humanity, uniting and highlighting some of the noblest purposes of art: building bridges, creating connections, sparking curiosity, and emotions. Thank you again, and let's cut the chatter and embrace you all!
Did Marc Almond, the voice of Soft Cell, want to be Shirley Bassey and Gloria Swanson? I believe he succeeded in achieving both goals, becoming a tormented, passionate, exaggerated vocalist, recounting excesses, reaching the top of the charts, and living like a star. A Frank Sinatra of new wave and synth-pop with a precise style, a powerful and emphatic vocal delivery, an unmistakable style. The magical recipe that brought so much success to a duo of art school students in Leeds, Peter Mark Almond from Southport and David Ball from Blackpool, stems from a particular alchemy that blends electronics with a singing style influenced by Frank Sinatra, Tom Jones, and great American interpreters in general, rather than the robotic sounds of Kraftwerk or the cold declamation of new wave, and certainly not the punk screams.
The restless Marc, after the punk season, plunges into a scene, we're at the beginning of the Eighties, where hedonism, new romanticism, and dance rhythms tell comforting stories like Little Red Riding Hood, where at the end of the tale, everyone lives happily, chastely in love and content, despite the big bad wolf. In this sugary panorama, there seems to be no room for a provocative voice that in its repertoire tells of the squalor hidden behind the sequins and the spotlight, and points the finger at the double life and triple morality of the average Englishman. Sexuality is the place where bourgeois respectability short circuits, and Marc draws heavily from red-light themes to build an extreme and hardly comforting poetic, where sex, perversions, anxiety, and mental illness are recounted without frills. And the music? Dave Ball, quietly, orchestrates a world that blends pop, dance music, and an electronic reinterpretation of atmospheres dear to classical song, becoming the backbone of the work carried out by the vocalist in an innovative way.
Thus begins, through technology, the radical questioning of the classic rock band structure with vocals, bass, guitar, and drums. Soft Cell is a duo where Dave, between synthesizers, drum machines, and other devilries, erases the idea of a band that the audience was accustomed to and that even punk had not scratched. Dave Ball, who suspended the Soft Cell adventure and with the arrival of computers will give life to a project equally interesting with The Grid, of which perhaps we will talk about sooner or later… But let's go back to Soft Cell. In 1981, the turning point: our heroes interpret a minor hit by Gloria Jones, "Tainted Love," which like a missile shoots to the top of the charts and becomes one of the greatest-selling singles of all time with ten million copies sold worldwide and countless subsequent reinterpretations. It's global notoriety for Soft Cell, notoriety that will lead them to TV appearances on well-known shows like "Top of the Pops," where Almond will scandalize with his heavy makeup and suggestive movements.
Soft Cell is interesting for how they play with different languages, from covers of classics to disco tracks, everything is hybridized and bastardized both in lyrics and in sounds far from genre stereotypes. Dave Ball's electronic arrangements always surprise the listener, and Marc Almond's lyrics are never comforting, but rather often turn into a public psychoanalytic session, revealing vulnerabilities, impulses, anxieties, all in a pop, radio-friendly dimension that systematically seeks the mainstream audience and occasionally finds it. Despite the global success of "Tainted Love," Soft Cell never abandon their poetic, and after the good results of the first album "Non-Stop Erotic Cabaret," they release a difficult, introspective, convoluted, and magnificent work like "The Art of Falling Apart," where, again to reaffirm this hybridization between languages, we can listen to a medley of famous Hendrix tracks all done only with synthesizers, without a single guitar: once again, the destruction of stereotypes proposed in a strange key.
I won't go over Soft Cell's entire discography, as you now know, the aim here is to spark curiosity and set your ears on fire, so for discographies and other encyclopedic or thoughtful journalistic reflections, all you have to do is search the web. As usual, I'm getting ready to serve you a Soft Cell playlist to make your Easter very inappropriate. Sit back among doves, chocolate Easter eggs (preferably dark :) and assorted delicacies, rivers of alcohol and more! As a digestive, what else to ask for but an obsessive and wild dance with relatives and acquaintances to the rhythm of Soft Cell? Nothing better to burn cholesterol and triglycerides: CLICK HERE to discover how Marc Almond and Dave Ball have played with pop stereotypes, creating new languages and never giving up on a fundamental aspect of art: never being comforting.
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