Le persone che sanno poco sono solitamente dei grandi parlatori, mentre gli uomini che sanno molto dicono poco.
Jean-Jacques Rousseau
Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.
Ludwig Wittgenstein
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Un giorno tal dei tali di alcuni anni fa sono uscito da scuola mi sono incamminato verso l’auto per tornare a casa, interessato ad un giusto pasto, senza pensare a nulla e senza notare nulla, il classico stato mentale tipico delle situazioni ripetute e dei passi che si sovrappongono giorno dopo giorno ad altri passi, in gesti abitudinari. Arriva però a volte la rottura d’inerzia.. Le finestre dell’aula di musica erano aperte e qualcuno stava suonando molto bene lo sgangherato pianoforte in dotazione alla scuola. Mi fermo e alzo la testa stupefatto, ma chi diavolo è seduto al pianoforte? Naturalmente il richiamo del cibo mi ha condotto altrove rispetto alla risposta, ma il giorno dopo puntuale ho chiesto notizie ai mitici bidelli, quelli che ora chiamiamo collaboratori.
Cos’era successo il giorno prima? Semplice era arrivato il nuovo collega di musica, il nostro pianista di oggi. Cosa raccontare di Luigi? Ha una chiavetta piena di jazz in auto e si capisce subito frequentandolo che la musica è la sua vita, come succede alle persone con un bisogno irrinunciabile dell’amata in ogni momento e non c’è altro che non sia corollario o celebrazione di una passione preponderante e prepotente. Luigi parla poco e suona molto e cerca per natura quell’esattezza che è sempre più rara nel mondo contemporaneo. Ad esempio è appassionato di synth Yamaha ne conosce ogni anfratto e li programma con destrezza non comune, al punto da essere un creatore di tutorial online. Abbiamo un nerd? Domanda retorica :)
Ok, adesso mi concentro e vi do qualche informazione più seria rispetto a questo insulso chiacchierare. Luigi inizia presto gli studi musicali con Giuseppe La Marca e si diploma nel 2004 col massimo dei voti e lode all’ Istituto Superiore di Studi Musicali “V. Bellini” di Caltanissetta, il nostro parte in quarta chino sul pianoforte come Bartali sulla bicicletta. Dal 2000 segue i corsi estivi dei Maestri Ennio Pastorino e An Li Pang e come vedete segue essenzialmente un percorso di studi di stampo classico. La sua formazione continua con il biennio di specializzazione ad indirizzo interpretativo dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “A. Peri” di Reggio Emilia, che conclude superando l’esame finale col massimo dei voti e lode. Ha studiato pianoforte anche con Giuseppe Aneomanti, Charlotte Lootgieter, Michele Petitto e improvvisazione con Malcolm Goldstein e pianoforte jazz con Giovanni Mazzarino. Come avrete notato, Luigi si è spostato lentamente, ma inesorabilmente dalla musica classica al jazz trasformandosi da interprete in compositore. Metamorfosi.
Due parole sconnesse da amateur sulla sua musica. Luigi è molto eclettico, cosa che come sapete apprezzo, con un amore forte per il jazz classico e grandi come Bill Evans, Herbie Hancock o Chick Corea con un approccio sempre attento alle melodie e il suo ultimo disco in trio “Right Lines” allargato a sax contralto e tenore in alcuni brani, ne dà eccellente prova. Poi c’è il pianista solista con sapori alla Debussy, introspettivo, non immemore delle modalità care anche al minimalismo. D’ultimo, come scribacchiato anche sopra abbiamo uno sperimentatore con i sintetizzatori, che crea atmosfere sonore vicine alla musica per il cinema, programma i sintetizzatori e imbastisce architetture sonore non immemori della sua formazione classica e di metodi compositivi che hanno rimandi forti anche alla musica contemporanea o al rock più raffinato, come in questa cover dei Radiohead.
Allora basta con le ciance, dirigiamoci insieme verso la nostra cucina sonora dove vi propongo assaggi del poliedrico musicista di oggi, non dimenticando l’invito a sostenere gli artisti comprandone i dischi o andando ai loro concerti. CLICCATE QUI per ascoltare una selezioni di brani composti ed eseguiti con diverse formazioni da Luigi Maria Maesano o se preferite utilizzate il player che presto troverete in tutti i post di (((RadioPianPiano))). Se come ha scritto Wittgenstein: “Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”, possiamo forse azzardare che la musica sappia forse esprimere questo indicibile? A voi la risposta.
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Luigi Maria Maesano: jazz.
People who know little are usually great talkers, while men who know much say little.
Jean-Jacques Rousseau
Whereof one cannot speak, thereof one must be silent.
Ludwig Wittgenstein
One day, a few years ago, I left school and walked towards the car to go home, interested in a good meal without thinking about anything and without noticing anything, the classic mental state typical of repeated situations and steps that overlap day after day, in habitual gestures. Sometimes, however, inertia breaks... The windows of the music room were open, and someone was playing the school's rickety piano very well. I stopped and looked up, astonished, wondering who on earth was sitting at the piano. Naturally, the call of food led me elsewhere, away from the answer, but the next day, I promptly asked the legendary janitors, whom we now call collaborators, for news.
What had happened the day before? Simple: the new music colleague had arrived, our pianist of today. What can I tell you about Luigi? He has a USB stick full of jazz in his car, and it's immediately clear when you get to know him that music is his life, like people with an urgent need for their beloved every moment, and there is nothing else that isn't a corollary or celebration of a dominant passion. Luigi speaks little and plays a lot and naturally seeks that precision which is increasingly rare in the contemporary world. Passionate about Yamaha synthesizers, he knows every nook and cranny and programs them with uncommon skill, to the point of being a creator of online tutorials. Do we have a nerd? Rhetorical question.
Ok, now let me give you some more serious information compared to this trivial chatter. Luigi started his musical studies early with Giuseppe La Marca and graduated in 2004 with top marks and honors from the "V. Bellini" Higher Institute of Musical Studies in Caltanissetta, starting strong, bent over the piano like Bartali on his bicycle. Since 2000, he has attended the summer courses of Masters Ennio Pastorino and An Li Pang, essentially following a classical path of study. His education continued with a two-year specialization in interpretation at the "A. Peri" Higher Institute of Musical Studies in Reggio Emilia, where he completed the final exam with top marks and honors. He also studied piano with Giuseppe Aneomanti, Charlotte Lootgieter, Michele Petitto, improvisation with Malcolm Goldstein, and jazz piano with Giovanni Mazzarino. As you may have noticed, Luigi gradually but inexorably shifted from classical music to jazz, transforming from performer to composer. Metamorphosis.
A few amateurish words about his music. Luigi is very eclectic, something I appreciate, with a strong love for classic jazz and greats like Bill Evans, Herbie Hancock, or Chick Corea, always with an attentive approach to melodies. His latest trio album "Right Lines," expanded to include alto and tenor saxophones on some tracks, is excellent proof of this. Then there is the solo pianist with Debussy-like flavors, introspective, not forgetful of the modalities dear to American minimalism. Lastly, as scribbled above, we have an experimenter with synthesizers, recreating soundscapes close to film music, programming the synthesizers, and building sound architectures not forgetful of his classical training and compositional methods that have references to contemporary music or more refined rock, as in this Radiohead cover.
So enough with the chit-chat, let's head together towards our sonic kitchen where I offer you samples of today's multifaceted musician, not forgetting the invitation to support artists by buying their records or attending their concerts. CLICK HERE to listen to a selection of tracks composed and performed with various ensembles by Luigi Maria Maesano, or if you prefer, use the player that you will soon find in all the posts of (((RadioPianPiano))). If, as Wittgenstein wrote: "Whereof one cannot speak, thereof one must be silent," can we perhaps dare to say that music might express this unspeakable? The answer is up to you.
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