Il jazz la considero una musica popolare americana; non l'unica, ma una musica molto potente che probabilmente è nel sangue e nei sentimenti del popolo americano più di qualsiasi altro stile di musica popolare.
George Gershwin
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La musica classica è rimasta essenzialmente schiacciata da una separazione forzata dalla musica popolare, malgrado i tentativi di Bartok e Strawinsky la separazione potente e traumatica ha creato un muro intorno alla “musica colta” lasciando fuori dalla porta milioni di ascoltatori, a cui mancherebbero gli strumenti per fruire la bellezza di Beethoven, Cage, Ligeti, Ravel o Debussy. Io e l’Orlando Furioso non possiamo che dichiararci molto distanti da questo intendimento. Certo ogni fruizione, sia musicale che di un quadro o un’architettura hanno diversi livelli di consapevolezza razionale, emotiva e capacità di analisi. L’opera ha però sempre una sua forza intrinseca a disposizione di tutti e se c’è un compositore che ha lavorato ad una ricucitura tra musica popolare e musica classica, questo è indubbiamente George Gershwin.
Tutto inizia a Brooklyn il 26 settembre 1898: nasce da genitori emigrati ebrei di origine ucraina e lituana un pargoletto geniale, a sottolineare per l’ennesima volta che frontiere chiuse significa mancato ricambio di idee e di cervelli.. Il padre Moishe cambia il suo nome in Morris Gershwin qualche tempo dopo essere emigrato da San Pietroburgo ed inizia così un’epopea americana, che come sempre parte da migranti o figli di migranti. George Gershwin, figlio di Morris o Moshe, come preferite, nel 1919 raggiunge il successo commerciale con una sua canzone, “Swanee”, e con il musical “La La Lucille”, di cui scrive la musica. Nel 1924 con “Rhapsody in blue”, per jazz band e pianoforte, il compositore americano inizia la sua attività di compositore "rispettabile", che proseguirà con il “Concerto in fa” per pianoforte e orchestra (1925). Gershwin è infatti preda di un complesso di inferiorità e vede come dozzinale la sua produzione di canzoni e con queste composizioni si lancia alla ricerca di una veste di compositore che gli dia un blasone almeno paragonabile a quello di Maurice Ravel che Gershwin ammira alla follia.
Tuttavia lasciatecelo dire, per fortuna Gershwin continua a scrivere canzoni di cui cura le musiche, mentre il fratello Ira scrive i testi, come la famosissima “Summertime” per citarne solo una tra le tante, oltre a composizioni sinfoniche come “An American in Paris”. La sua musica ha un grande dinamismo ritmico, è imbastardita dal jazz e non disdegna un nostalgico lirismo melodico per noi piacevolissimo. Nella sua produzione il grande compositore americano fa costantemente riferimento agli aspetti più genuinamente popolari dell’atmosfera culturale in cui sono immersi gli Stati Uniti. Nel 1936, quando la morte iniziava già ad interessarsi al suo destino, malgrado avesse solo 37 anni, Gershwin si trasferisce ad Hollywood per scrivere colonne sonore, ignaro del destino che lo aspetto (come ognuno di noi..). La sua celebrità ormai tocca le vette del firmamento musicale, insieme a Cole Porter e Irving Berlin: un trio magnifico che ci regala canzoni ancor oggi di ineguagliabile bellezza. Un anno dopo a soli 38 anni George Gershwin abbandona il pianeta, lasciandoci musiche evocative e magnifiche.
Quanto al sottoscritto e all’Orlando Furioso che dir mai? Ci troviamo in Appennino tra calanchi e faggete a bere bicchieri di vino rosso. Siamo vittime di un travolgente amore per la musica fin dall’infanzia, io totalmente digiuno di qualsiasi strumento, lui a suo tempo discreto pianista, surfiamo impuniti tra i generi incuranti delle parrocchie, di insane passioni per dozzinali musicisti, pronti al bisticcio quando la pensiamo diversamente: sostanzialmente due bestie intrattabili. Cosa chiedere di meglio? Chiusi in cucina con spezie jazz, languide erbe aromatiche e altre prelibatezze che non sto ad elencarvi vi abbiamo preparato oggi qualcosa di speciale. CLICCATE QUI sia che siate angeli o satanassi, la gioiosità di questa musica vi riempirà di felicità! Vi par poco?
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George Gershwin: classical music.
Jazz I regard as an American folk music; not the only one, but a very powerful one which is probably in the blood and feeling of the American people more than any other style of folk music.
George Gershwin
Classical music remained essentially crushed by a forced separation from popular music, despite the attempts of Bartok and Stravinsky the powerful and traumatic separation created a wall around "cultured music" leaving out the door millions of listeners who would lack the tools to enjoy the beauty of Beethoven, Cage, Ligeti, Ravel or Debussy. Orlando Furioso and I can only declare ourselves far removed from this wormy understanding. Certainly every enjoyment, whether musical or of a painting or architecture have different levels of rational, emotional awareness or analytical capacity. However, the work always has its own intrinsic force available to all, and if there is one composer who has worked at a stitching together of popular and classical music, it is undoubtedly George Gershwin.
It all begins in Brooklyn on Sept. 26, 1898: a genial little son was born to Jewish emigrant parents of Ukrainian and Lithuanian descent, underscoring for the umpteenth time that closed borders mean no turnover of ideas and brains. His father Moishe changed his name to Morris Gershwin some time after emigrating from St. Petersburg and thus began an American epic, which as always starts with migrants or children of migrants. George Gershwin, son of Morris or Moshe, as you prefer, achieved commercial success in 1919 with his own song, "Swanee," and the musical "La La Lucille," for which he wrote the music. In 1924 with "Rhapsody in blue," for jazz band and piano, the American composer began his work as a "respectable" composer, which would continue with the "Concerto in F" for piano and orchestra (1925). Gershwin is in fact prey to an inferiority complex and sees his song production as dozens, and with these compositions he sets out in search of a composer's guise that will give him a blazon at least comparable to that of Maurice Ravel, whom Gershwin madly admires.
However let us tell you, fortunately Gershwin continues to write songs for which he takes care of the music, while his brother Ira writes the lyrics, such as the very famous "Summertime" to name just one among many, as well as symphonic compositions such as "An American in Paris." His music has great rhythmic dynamism, is bastardized by jazz and does not disdain a nostalgic melodic lyricism that is most pleasing to us. In his output the great American composer constantly refers to the most genuinely popular aspects of the cultural atmosphere in which the United States is immersed. In 1936, when death was already beginning to take an interest in his fate, despite the fact that he was only 37 years old, Gershwin moved to Hollywood to write soundtracks, unaware of the fate that awaited him (as we all are..). His stardom by then touched the heights of the musical firmament, along with Cole Porter and Irving Berlin: a magnificent trio that gives us songs even today of unparalleled beauty. A year later at only 38, George Gershwin left the planet, leaving us evocative and magnificent music.
As for yours truly and Orlando Furioso, what can I say? We find ourselves in the Apennines among badlands and beech forests drinking glasses of red wine. We are victims of an overwhelming love for music since childhood, I totally lacking in any instrument, he in his time a discreet pianist, surfing unpunished between genres heedless of parishes, of insane passions for dozens of musicians, ready for a squabble when we think differently: basically two intractable beasts. What better to ask for? Locked in the kitchen with jazz spices, languid herbs and other delicacies I won't list. CLICK HERE whether you are an angel or a satanassi, the joyfulness of this music will fill you with happiness! Does it seem little to you?
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