Odio sempre dare spiegazioni sulle canzoni, perché per me significano qualcosa, e per altre persone significano qualcosa di assolutamente diverso.
Martin Gore
Ci vuole molto tempo per trovare la propria voce. Nel frattempo, si imitano tutte le cose che ti influenzano - nel mio caso Johnny Cash, Bowie, John Lydon.
Dave Gahan
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Il pensiero romantico che dipinge un genio creativo unico, frutto esclusivo di un’iniziativa individuale, si scontra con il fatto che la maggior parte delle opere dell’ingegno umano scaturiscono da una continua rielaborazione, ri-creazione di concetti e opere già esistenti. Per esempio nella letteratura è ormai prassi accettata che grandi classici come l’Odissea, opera attribuita a Omero, siano in realtà una rielaborazione, un remixaggio di temi, situazioni e narrazioni tramandati dalla tradizione orale e “cuciti” in un unicum coerente. Le avanguardie artistiche, Dada e Surrealismo in particolare, si sono appropriate di conosciutissime opere artistiche o letterarie, per rielaborarle cambiandone il significato. Su tutte è facile ricordare la Monna Lisa con i baffi di Marcel Duchamp. Un processo di perenne mutazione parte in quegli anni e con “L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica” Walter Benjamin inizia a cogliere tutte le potenzialità di questa trasformazione.
La tecnologia applicata alla creatività porta ad un’accelerazione di questo processo, ovvero assistiamo alla realizzazione in serie anche di opere d’arte. Ad esempio concettualmente e praticamente, con la tecnica della serigrafia, Andy Warhol realizza in tutta la sua opera una commistione tra creatività originale e rielaborazione di immagini preesistenti, si pensi alle sue serie “Marilyn” o alla “Campbell’s Soup”. Il digitale, per come si dispiega tecnologicamente, ha reso definitiva e capillarmente diffusa la modalità del remix culturale. Alla fine degli anni 70 del XX secolo, prende piede nella popular music l’idea di creare versioni differenti di una canzone con una radiofonica ed una “single” da utilizzare principalmente in discoteca ad uso dei dj: si sviluppa così un genere nuovo. Negli anni 80, grazie al miglioramento delle tecnologie di campionamento e al ruolo del dj che muta radicalmente, da semidio del sabato sera a soggetto artistico, il discorso cambia profondamente e l’interazione sui brani diventa radicale, restituendoci spesso composizioni non originali, ma completamente nuove. Non affronto a caso questo tema, visto che musicalmente sto lavorando con Adi Newton (Clock Dva, Anti Group) ad un progetto multimediale, SPECTRAL UNIT, che si radica nella remix culture, componendo musica e immagini a partire dal lavoro di alcuni grandi artisti. CLICCATE QUI se vi interessa approfondire cosa abbiamo realizzato pensando a Jackson Pollock e producendo suoni, video e immagini che sono mutazioni e coinvolgono anche la AI come strumento generativo.
Dagli anni 80 in poi costruire remix esce quindi dallo schema in voga negli anni 70 e diventa a tutti gli effetti un atto creativo, inizialmente ancorato all’esigenza di produrre brani pronti per essere ballati, ma diventa gradualmente costruzione di un linguaggio capace di de-costruire la canzone originale dandogli un’identità nuova e sempre più alternativa all’originale. Si passa da una versione della composizione originale ad una mutazione anche totale del brano. I Depeche Mode colgono fin dall’inizio della loro carriera le potenzialità di questa modalità, la polisemia che genera, rendendo componibili e scomponibili le loro creazioni. Iniziano “giocando” al remix in prima persona e poi dando in pasto le loro canzoni a dj, ma anche ad altre band capaci di trasformarle in un processo potenzialmente infinito di continua e perenne trasformazione della loro musica.
Così Sasha, Alex Paterson degli Orb, i francesi Air, Barry Adamson, Rival Consoles e molti altri sono protagonisti di un puzzle di mutazioni che ha al suo attivo oltre un centinaio di remix dei Depeche Mode. L’occasione è ghiotta per ascoltare canzoni molto popolari e calarsi in un metodo che nella musica si è rivelato particolarmente fertile, si pensi solo all’hip hop, ma che investe con la sua forza tutte le arti, dalla pittura a tutte le forme espressive su supporto digitale. Menti acute come quella di Martin Gore, hanno saputo nel corso di oltre 40 anni di carriera seguire tutte le mutazioni nella ricerca sonora e le numerose rivoluzioni tecnologiche che hanno interessato l’ambito espressivo legato alla musica. Sono nate così una serie di commissioni ai migliori artisti di ogni decennio, ovviamente onorati di costruire mutazioni di canzoni di una delle migliori band di fine XX secolo. CLICCATE QUI per scoprire una selezione di ottimi remix tra i tantissimi della band di David Gahan e Martin Gore, o ascoltate la selezione direttamente nel player.
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Depeche Mode remixes: electronic.
I always hate explaining songs because they mean something to me, and to other people, they mean something entirely different.
Martin Gore
It takes a long time to find your own voice. Along the way, you imitate all the things that influence you - in my case, Johnny Cash, Bowie, John Lydon.
Dave Gahan
The romantic notion of a unique creative genius, as the exclusive product of individual initiative, clashes with the fact that most works of human genius stem from a continuous reworking, re-creation of existing concepts and works. For example, in literature, it is now an accepted practice that great classics like The Odyssey, attributed to Homer, are actually a reworking, a remixing of themes, situations, and narratives handed down through oral tradition and "stitched" into a coherent whole. The artistic avant-gardes, particularly Dadaism and Surrealism, appropriated well-known artistic or literary works to rework them, changing their meaning. Above all, it's easy to recall Marcel Duchamp's Mona Lisa with a mustache. A process of perpetual mutation begins in those years, and with "The Work of Art in the Age of Mechanical Reproduction," Walter Benjamin begins to grasp all the potential of this transformation.
Technology applied to creativity accelerates this process, resulting in the mass production of artworks as well. Conceptually and practically, with the screen-printing technique, Andy Warhol creates in all his work a fusion of original creativity and reworking of pre-existing images, such as his Marilyn series or Campbell’s Soup. The digital age, with its technological spread, has made the mode of cultural remixing definitive and widespread. In the late 1970s, the idea of creating different versions of a song with a radio and a "single" version primarily for use in discos by DJs took hold in popular music, thus developing a new genre. In the 1980s, thanks to improved sampling technologies and the radically changing role of the DJ, from Saturday night demigod to artistic subject, the discourse changed profoundly, and the interaction with the tracks became radical, often resulting in compositions that were not original but completely new. I'm not addressing this topic by chance, as musically, I'm working with Adi Newton (Clock DVA, Anti Group) on a multimedia project, SPECTRAL UNIT, rooted in remix culture, composing music and images based on the work of some great artists. CLICK HERE if you're interested in exploring what we've created with Jackson Pollock in mind, producing sounds, videos, and images that are mutations and also involve AI as a generative tool.
From the 1980s onwards, constructing remixes moved away from the popular trend of the 1970s and became a fully-fledged creative act, initially anchored to the need to produce tracks ready for dancing, but gradually evolving into the construction of a language capable of deconstructing the original song, giving it a new and increasingly alternative identity. This transition moves from a version of the original composition to a complete mutation of the track. Depeche Mode, from the beginning of their career, recognized the potential of this approach, the polysemy it generates, making their creations composable and decomposable. They started by "playing" with remixing themselves and then giving their songs to DJs and other bands capable of transforming them in a potentially infinite process of continuous and perpetual transformation of their music.
Thus, Sasha, Alex Paterson of The Orb, the French Air, Barry Adamson, Rival Consoles, and many others are the protagonists of a puzzle of mutations with over a hundred Depeche Mode remixes to their credit. The opportunity is ripe to listen to very popular songs and immerse yourself in a method that has proven particularly fertile in music—just think of hip-hop—but which also impacts all the arts, from painting to all forms of expression on digital media. Sharp minds like Martin Gore's have, over the course of more than 40 years of career, managed to follow all the mutations in sound exploration, keeping pace with the numerous technological revolutions that have affected sound-related expressive fields. Thus, a series of commissions were born for the best artists of each decade, who were, of course, honored to construct mutations of songs by one of the best bands of the late 20th century. CLICK HERE to discover a selection of excellent remixes among the many by David Gahan and Martin Gore's band or listen to the selection directly in the player.
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Ho apprezzato molto l'ampia introduzione e incuriosito ho dato una rapida occhiata al tuo nuovo lavoro. Mi riservo di dedicargli il giusto tempo per comprendere se è alla mia portata.
Buona domenica!