La cosa insoddisfacente non è un fallimento; il vero fallimento è non perseguire i propri sogni. Sviluppare una visione richiede il superamento delle tue paure e la ricerca di motivazione in sé stessi.
Peter Murphy
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Il punk ha avuto il merito di spazzar via il manierismo progressive, gli assoli lessi di tastiere ed i polpettoni di note, le stucchevoli suite di 20 minuti ormai indigeste anche ad un coccodrillo a digiuno, i pomposi riferimenti alla storia e le dolciastre fantasie fantascientifiche. Ci furono protagonisti dell’era progressive, come il sempre ottimo Rober Fripp che lo compresero ben bene, affacciandosi sul nuovo con attenzione, rispetto ed ascolto, altri furono in breve tempo ricoverati nei reparti di geriatria per le opportune cure ed il giusto oblio. Naturalmente anche il buon Bowie non mancò l’appuntamento con un gruppetto di sciamannati: i Bauhaus, che amavano non a caso citarlo eseguendo la sua memorabile “Ziggy Stardust” o frequentando l’amico Brian Eno con la sua “Third uncle”. Eno ha fatto pezzi assai energetici e non solo ambiet music: provare per credere.
I 4 appassionati d’arte hanno caratteri difficili, introversi e spesso scontrosi, trovano nella peculiare voce di Peter Murphy e nella travolgente e rumorista chitarra di Daniel Ash due colonne portanti per un suono radicalmente innovativo. Il nome della band è preso dalla famosa scuola tedesca chiusa dai nazisti, richiamando un’estetica estrema, espressionista, avanguardista e per niente incline al compromesso o alla consolazione. Qui urge rovesciare le tenebre sul pavimento del salotto e lasciar perdere le sei noiose mogli di Enrico VIII.
L’energia del punk trova con i Bauhaus un canale estetico particolare, con richiami allo stile di Marc Bolan ed uno sguardo all’oscuro, alla morte e alla tragicità dell’esistenza. Tuttavia i Bauhaus declinano queste tematiche energicamente in un’esplosione visionaria e creativa assai potente, particolare e opportunamente distruttiva. Bowie li nota subito e vuole uno dei loro brani più belli per il celeberrimo “Miriam si sveglia a mezzanotte” dove impersona un vampiro in compagnia di una certa Deneuve Catherine. Il brano è dedicato al mitico attore Ungherese Bela Lugosi che intrappolato nel personaggio cinematografico di una vita confonde sempre più realtà e rappresentazione, anche per la dipendenza da morfina ed eroina. Correva l’anno 1979 ed i nostri erano come minimo “avanti” di 10 anni con un singolo che resta nella storia.
Il fascino per il cinema espressionista, muto, fatto di sguardi e gesti fa di Peter Murphy un performer che ha segnato per oltre una decade la musica d’avanguardia e indipendente come fece Lou Reed con i suoi Velvet Underground fu un uragano sulle beach band ecco i Buhaus spazzarono via con la loro furia espressiva il cascame di note del progressive, riportando linfa nuova sulla scena musicale. Avete i Muse ed i Nine Inch Nailes? Avete avuto il grunge ed i Nirvana? Marilyn Manson scuote le vostre notti insonni? Attenzione, dietro a molte di queste band c’è l’influenza diretta dei Bauhaus. Trent Reznor non a caso ha invitato Murphy a più riprese sul palco con i NIN e lo ha omaggiato anche con delle belle session “casalinghe” di cui vi proponiamo un estratto. Qui Reznor dei NIN, Murphy dei Bauhaus, Atticus Ross e Jordie White sono alle prese con un classico come “Nightclubbing”. Dark New Orleans….
La musica oscura, abrasiva, esistenziale dei Bauhaus diede il via al fenomeno del dark, ma i nostri non furono mai fenomeno di maniera ed al primo puzzo di ripetitività si sciolsero, Murphy con una carriera solistica e Ash con i suoi Love and the Rockets a raccogliere successi negli USA con un bel POP neopsichedelico. I Bauhaus sono stati una band assolutamente originale e seminale, hanno aperto con suono e testi ad un’energia primigenia che mancava in una musica rock imbolsita in tecnicismi, appesantatita da suite e neoclassicismi presuntuosetti e ormai flaccidi. Come un gesto di Franco Fontana i Bauhaus sono un taglio che svela l’oscurità oltre la superficie della tela, rapido, doloroso e poco conciliante. The passion of lovers is for death. Come nel pittore Edvard Munch non c’è nemmeno qui traccia di estetismi, di una bellezza che si abbandona sterilmente alle forme, ma c’è appunto il grido, il lasciar i dipinti esposti al gelo e alle intemperie, così i suoni spigolosi e le melodie sghembe dei Bauhaus fotografano una delle stagioni più fertili della scena UK tra la fine dei 70 e l’inizio degli anni 90, stagione di grandissima ispirazione e di riferimento per Marilyn Manson, N.I.N. e per tutta la scena alternative. Con i Joy Division, di cui parleremo prima o poi, sono stati una band piena di slancio creativo, un fuoco radicato in un immaginario ancor oggi attuale.
Nel 2008 i Bauhaus son tornati per un nuovo disco “Go away white” separandosi subito dopo, un opera secca, poco prodotta, dove le imperfezioni restano impigliate nel master definitivo dando immediatezza al suono e la stessa energia che splende immutata tra echi morriconiani, come in questa “Black stone heart”. Mr Pian Piano travestito da Bela Lugosi zompa nel mio giardino con una valigia carica di canzoni della band di Northampton. Siete pronti a fumarvi una playlist espressionista, sferragliante di suoni caustici e cupi sogni cinematrografici? Accomodatevi!
Desiderate qualcosa di diverso dalle tenebre dei Bauhaus? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Bauhaus: post punk.
The unfulfilling job is not the failure; not pursuing your dreams is the real failure. Developing a vision requires conquering your fears and finding motivation from within.
Peter Murphy
The punk movement had the merit of sweeping away progressive mannerisms, soft keyboard solos, and excessive note extravagance, the cloying 20-minute suites now indigestible even to a fasting crocodile, pompous references to history, and saccharine science fiction fantasies. There were protagonists of the progressive era, like the always excellent Robert Fripp, who understood this quite well, approaching the new with attention, respect, and listening, while others were quickly hospitalized in geriatric wards for the necessary care and the right oblivion. Of course, even the good Bowie didn't miss the appointment with a group of eccentrics: Bauhaus, who not by chance loved to perform his memorable "Ziggy Stardust" or hang out with his friend Brian Eno and his "Third Uncle." Eno created highly energetic pieces, not just ambient music; try to believe it.
The four art enthusiasts have difficult characters, introverted, and often surly. They find in Peter Murphy's unique voice and Daniel Ash's overwhelming and noisy guitar two main pillars for a radically innovative sound. The band's name is taken from the famous German school closed by the Nazis, evoking an extreme, expressionist, avant-garde aesthetic that is not inclined to compromise or consolation. Here, you must overturn the darkness on the living room floor and forget about Henry VIII's six boring wives.
The energy of punk finds a unique aesthetic channel with Bauhaus, with references to Marc Bolan's style and a look at the dark, death, and the tragic nature of existence. However, Bauhaus energetically translates these themes into a powerful, distinctive, and appropriately destructive visionary explosion. Bowie noticed them immediately and wanted one of their most beautiful songs for the famous "The Hunger," where he plays a vampire with a certain Catherine Deneuve. The song is dedicated to the legendary Hungarian actor Bela Lugosi, who, trapped in the film character of a lifetime, increasingly confuses reality and representation, partly due to his morphine and heroin addiction. It was the year 1979, and our guys were at least 10 years "ahead" with a single that remains in history.
The fascination for expressionist cinema, silent, made of looks and gestures, made Peter Murphy a performer who marked avant-garde and independent music for over a decade, just as Lou Reed did with his Velvet Underground, unleashing a hurricane on the beach band scene. That's how Bauhaus swept away the progressive excess with their expressive fury, bringing new life to the music scene. Do you have Muse and Nine Inch Nails? Did you have grunge and Nirvana? Does Marilyn Manson shake your sleepless nights? Beware, many of these bands have the direct influence of Bauhaus. Trent Reznor, not by chance, has invited Murphy multiple times on stage with NIN and has paid homage to him with some beautiful "home" sessions, of which we offer an excerpt. Here, Reznor of NIN, Murphy of Bauhaus, Atticus Ross, and Jordie White tackle a classic like "Nightclubbing." Dark New Orleans...
The dark, abrasive, existential music of Bauhaus gave rise to the dark phenomenon, but they were never a mere phenomenon, and at the first hint of repetitiveness, they dissolved. Murphy pursued a solo career, while Ash found success in the USA with his Love and Rockets, creating a beautiful neopsychadelic pop. Bauhaus was an absolutely original and seminal band, opening the door to a primal energy that was missing in rock music bogged down in technicalities, weighed down by suites and presumptuous neoclassicisms that had grown flabby. Like a gesture by Franco Fontana, Bauhaus is a cut that reveals the darkness beyond the canvas surface, quick, painful, and uncompromising. The passion of lovers is for death. Just like in the painter Edvard Munch, there is no trace of aestheticism here, no beauty that is sterilely abandoned to forms. Instead, there's the scream, leaving the paintings exposed to frost and the elements, just as the angular sounds and off-kilter melodies of Bauhaus photograph one of the most fertile seasons of the UK music scene between the late '70s and the early '90s, a season of great inspiration and a reference point for Marilyn Manson, NIN, and the entire alternative scene. Along with Joy Division, which we'll talk about sooner or later, they were a band full of creative momentum, a fire rooted in an imaginary that is still relevant today.
In 2008, Bauhaus returned for a new album, "Go Away White," and separated shortly after. It was a raw, unpolished work where imperfections remained in the final master, giving immediacy to the sound and the same unchanging energy that shines through Morricone echoes, as in this "Black Stone Heart." Mr. Pian Piano, dressed as Bela Lugosi, jumps into my garden with a suitcase full of songs from the band from Northampton. Are you ready for an expressionist, jangling playlist full of caustic sounds and dark cinematic dreams? CLICK HERE and enjoy!
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