Ad essere sincero, non sono più molto coinvolto nella scena jazz di Manchester o del Regno Unito. Penso che Manchester sia meno focalizzata sulla tecnica e più sull'apertura rispetto alla scena londinese - ci sono aspetti positivi e negativi in questo! Il mio interesse per la scrittura di musica melodica e non eccessivamente complessa dal punto di vista armonico e ritmico è sicuramente un'influenza della scena di Manchester su di me.
Stuart McCallum
La verità è che la vera musica non è mai “difficile”. Questo è soltanto un termine che funge da schermo, che viene usato per nascondere la povertà della cattiva musica.
Claude Debussy
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Per il mio viaggio nella musica e per questa pazzia di costruire un archivio che lo raccolga non mi affido a criteri enciclopedici o di valore, mi lascio trasportare dal caso, dal capriccio, dalla voglia immotivata di una certa canzone attorno a cui costruisco una playlist, da ricordi personali e immagino poco interessanti per chiunque altro. Direi che evidentemente siamo nell’arbitrio, nel disordine, nell’accostamento di tessere per un puzzle che per sua natura resterà incompleto, mancante di nomi essenziali, con pezzi eterogenei e insensati a costruire immagini contraddittorie, cercando vanamente di raccontare la bellezza della musica, che sfugge come acqua tra le dita.
Oggi la scelta è casuale. La settimana scorsa ho fatto in giornata una decina di ore d’autostrada. All’andata in solitudine completa, al ritorno con due ragazze che dormivano nei posti dietro esauste dopo una gara sportiva. Durante buona parte del viaggio mi sono fatto accompagnare da Stuart McCallum e dalla sua chitarra imbastardita dall’elettronica e soprattutto perfetta per commentare le immagini che scorrevano fuori dal finestrino. L’esplosione di colori sul valico dove i boschi dell’Appennino davano spettacolo e il grigiore della foschia di pianura lasciava il posto al cielo ed alle nuvole bucate da sprazzi di sole, fino a Firenze in cui ho vissuto e oltre verso Impruneta, Val d’Arno, Attigliano e le colline del Rinascimento, giù fino ad Orvieto in un’esplosione di bellezza e poesia senza pari. Un paesaggio che è architettura.
Stuart McCallum chi è costui? Un musicista della scena jazz di Manchester, pilastro di mitiche band come la Cinematic Orchestra con cui si è esibito prestigiosissimi festival come quello di Montreaux r che tra la fine degli anni 90 e la prima decade del XXI secolo ha ridato nuova linfa al jazz, uscendo dalle pastoie dei virtuosismi e riportando il discorso melodico al centro delle composizioni e ibridando la musica con linguaggi di ogni tipo e genere, dalla classica all’elettronica e ZAC! Mr Pian Piano quando c’è eclettismo si innamora subito. La chitarra di McCallum naviga in un fluire di immagini sonore e raccoglie fascinazioni folk, non disdegna accenni a modalità compositive care ai grandi creatori di soundtrack per il cinema ed il balletto.
Un calderone sonoro dove si intersecano sapori diversi in direzioni variegate e sempre sorprendenti. Una musica che si fa appunto paesaggio, ma non perché non la si nota od è “tappeto sonoro”, ma perché si integra magicamente e meraviglia l’ascoltatore, come accade per gli occhi con i colori d’autunno. McCallum ha appreso e fatto propria la lezione di Pat Metheny, dando nelle sue composizioni più spazio al folk rispetto al blues caro a Metheny, del resto il nostro è natio della Gran Bretagna e certi accordi li ha nel sangue. Ne escono composizioni dolci, ma mai zuccherose, con improvvise aperture che sono come cambi repentini nel colore di un cielo o l’apparire di un borgo in cima ad una collina.
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Stuart McCallum: jazz, soundtrack.
To be honest I’m not hugely engaged with the jazz scene in Manchester or the UK any more. I think Manchester is less focused on technique and more on openness than the London scene – there’s positive and negative points to that! My interest in writing music that is melodic and not overly complex harmonically and rhythmically is definitely an influence the Manchester scene has on me.
Stuart McCallum
The truth is that real music is never "difficult." This is only a term that serves as a screen, which is used to hide the poverty of bad music.
Claude Debussy
For my journey in music and for this madness of building an archive to collect it, I do not rely on encyclopedic or valuable criteria, I let myself be carried away by chance, by whim, by the unmotivated desire for a certain song around which I build a playlist, by personal memories and I imagine uninteresting to anyone else. I would say that evidently we are in the arbitrary, disorderly, juxtaposition of tiles for a puzzle that by its nature will remain incomplete, lacking essential names, with heterogeneous and nonsensical pieces constructing contradictory images, vainly trying to tell the story of the beauty of music, which slips through my fingers like water.
Today the choice is random. Last week I did in the day about ten hours on the highway. On the way out in complete solitude, on the way back with two girls sleeping in the back seats exhausted after a sports competition. During much of the trip I was accompanied by Stuart McCallum and his guitar bastardized by electronics and especially perfect for commenting on the images flowing out the window. The explosion of colors on the pass where the Apennine woods put on a show and the grayness of the lowland haze gave way to sky and clouds pierced by flashes of sunshine, all the way to Florence where I lived and beyond to Impruneta, Val d'Arno, Attigliano and the hills of the Renaissance, down to Orvieto in an unparalleled explosion of beauty and poetry. A landscape that is architecture.
Stuart McCallum who is he? A musician from the Manchester jazz scene, a mainstay of legendary bands such as the Cinematic Orchestra with whom he performed at prestigious festivals such as Montreaux r who in the late 1990s and the first decade of the 21st century breathed new life into jazz, breaking out of the fetters of virtuosity and bringing melodic discourse back to the center of compositions and hybridizing the music with languages of all kinds and genres, from classical to electronic and ZAC! Mr Pian Piano when there is eclecticism falls in love immediately. McCallum's guitar navigates a stream of sound images and picks up folk fascinations, not disdaining hints of compositional modes dear to the great creators of soundtracks for film and ballet.
A sonic cauldron where different flavors intersect in varied and always surprising directions. A music that becomes precisely a landscape, but not because you don't notice it or it is "sound carpet," but because it magically integrates and amazes the listener, as happens to the eyes with the colors of autumn. McCallum has learned and made Pat Metheny's lesson his own, giving his compositions more room for folk than the blues dear to Metheny; after all, ours is a native of Britain and certain chords are in his blood. The result is sweet, but never sugary compositions, with sudden openings that are like sudden changes in the color of a sky or the appearance of a hilltop hamlet.
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