Royksopp: pop, elettronica.
Sì, c'è un significato, ma crediamo che ci sia spazio per la tua interpretazione personale. Ascolta l'album e vedi se riesci a elaborare la tua.
Royksopp
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Del duo norvegese cosa posso raccontarvi? Partiamo dal nome, appartiene ad un fungo, la vescia in Italia, ma che i nostri intendono anche apocalitticamente come “fungo atomico”. I due, Torbjørn Brundtland e Svein Berge, si conoscono casualmente a Tromsø, città norvegese situata nel circolo polare artico, immersa in un fiordo e in due balzi a contatto con l’Oceano Atlantico. Non trascuriamo mai la geografia ed il clima quando raccontiamo i nostri musicisti: freddo, poca luce, lunghi inverni, aurore boreali, neve, silenzio, distese d’acqua enormi. Royksopp sono anche tutto questo con i loro suoni ovattati e le atmosfere malinconiche. Come vincere la noia delle lunghe tenebre invernali? Semplice procurandosi dei sintetizzatori!
La misura tra ricerche più sperimentali e purissimo pop caratterizza la band avvolta in un caratteristico sapore scandinavo. “Forse a Tromso ci sentiamo isolati dal resto del mondo, solo un paio di ponti ci collegano alla terraferma e la città più vicina è a cinque ore di auto. Non possiamo certo frequentare i club alla moda delle metropoli, così siamo costretti a inventarci qualcosa per vincere la noia”. Royksopp malgrado l’isolamento sono un’alchimia di suoni incredibilmente attuali e niente affatto di interesse solo locale, quasi una colonna sonora del XXI secolo: gelide atmosfere elettroniche, giochi melodici, pulsazioni trip-hop, atmosfere jazz, il tutto sorretto da un cuore funk. L’equilibrio tra suoni “caldi” e “freddi” è il tratto tipico dei due norvegesi.
Royksopp sono un esempio chiaro di com’è il pop del XXI secolo, ne incarnano molte caratteristiche: la fusione selvaggia di generi diversi che si imbastardiscono tra loro in una Babele di linguaggi, la strumentazione elettronica e digitale, che però non disdegna anche contributi acustici, il muoversi tra atmosfere e modalità compositive differenti, dalla rigida forma canzone alla suite elettronica e chi più ne ha più ne metta. Se ascoltate la loro musica con attenzione ci trovate anche venature jazz, fino ai brani più recenti che hanno un tipico sapore da soundtrack. Il postmoderno è questo crogiolo di idiomi in cui tutto si mescola, si ibrida e diventa altro.
L’ultima recente uscita dei due vichinghi ha un sapore decisamente cinematico, titoli di coda di un film di fantascienza? Li vedremo ad Hollywood o forse è meglio dire su Netflix? Bello e interessante anche il video con la scultura astratta, irriconoscibile formalmente perché non rappresenta qualcosa, ma evoca gioielli e microcircuiti, faraoni e rifiuti in un cestino, una macchina o un monile? Come sono le opere d’arte e le musiche moderne? Sono narrazioni aperte, mai lineari, multidimensionali, dove sta a noi costruire il percorso di comprensione, attivare un’interpretazione, creare un’occasione di fruizione, dare un senso.
Ora miei prodi divorate la playlista dedicata ai Royksopp, cucinata per voi da Mr Pian Piano in sciarpa e berretta, guanti e salmone affumicato. Le prelibatezze sonore sono per grandi e piccini e soprattutto per l’amico americano, Marco “our radioactive man” in NY: enjoy! CLICCATE QUI e navigate in una collezione di atmosfere oniriche, poppettare e cinematografiche. Buon viaggio e non perdetevi nella tormenta, siam pur sempre nel circolo polare artico. Consentita la fruizione in auto o con cuffie decenti per viaggi siderali, lisergici ed interplanetari.
Desiderate qualcosa di diverso dal pop norvegese dei Royksopp? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Royksopp: pop, electronic.
Yes, there is a meaning, but we believe there’s room for your own interpretation. Listen to the album and see if you can come up with your own.
Royksopp
What can I tell you about the Norwegian duo? Let's start with the name; it belongs to a mushroom, the puffball in Italy, but which our friends interpret apocalyptically as the "atomic fungus." The two, Torbjørn Brundtland and Svein Berge, meet by chance in Tromsø, a Norwegian city located in the Arctic Circle, surrounded by a fjord and in close contact with the Atlantic Ocean. We never overlook geography and climate when we talk about our musicians: cold, little light, long winters, northern lights, snow, silence, vast expanses of water. Royksopp is also all of this with their muffled sounds and melancholic atmospheres. How to overcome the boredom of long winter darkness? Simple, get some synthesizers!
The balance between more experimental explorations and pure pop characterizes the band wrapped in a distinctive Scandinavian flavor. "Perhaps in Tromso, we feel isolated from the rest of the world, only a couple of bridges connect us to the mainland, and the nearest city is a five-hour drive away. We certainly can't frequent the trendy clubs of metropolises, so we are forced to come up with something to overcome the boredom." Royksopp, despite the isolation, are an alchemy of incredibly current sounds and by no means of purely local interest, almost a soundtrack of the 21st century: icy electronic atmospheres, melodic games, trip-hop pulsations, jazz atmospheres, all supported by a funk heart. The balance between "warm" and "cold" sounds is the typical trait of the two Norwegians.
Royksopp is a clear example of what pop of the 21st century is like; they embody many characteristics: the wild fusion of different genres that mix in a Babel of languages, electronic and digital instrumentation, which does not disdain even acoustic contributions, moving between different atmospheres and compositional modes, from the rigid song form to the electronic suite and much more. If you listen to their music carefully, you can find jazz nuances, even in the more recent pieces that have a typical soundtrack flavor. The postmodern is this crucible of idioms where everything mixes, hybridizes, and becomes something else.
The duo's recent release has a decidedly cinematic flavor, closing credits of a science fiction movie? Will we see them in Hollywood or perhaps it's better to say on Netflix? The video is also beautiful and interesting, with the abstract sculpture, formally unrecognizable because it does not represent anything, but evokes jewels and microcircuits, pharaohs and waste in a basket, a machine, or a piece of jewelry? How are modern works of art and music? They are open narratives, never linear, multidimensional, where it is up to us to build the path of understanding, activate an interpretation, create an opportunity for fruition, give meaning.
Now, my brave ones, devour the playlist dedicated to Royksopp, cooked for you by Mr. Pian Piano in scarf and hat, gloves, and smoked salmon. The musical delicacies are for young and old and especially for our American friend, Marco "our radioactive man" in NY: enjoy! CLICK HERE and navigate through a collection of dreamlike, pop, and cinematic atmospheres. Have a good trip, and don't get lost in the storm; after all, we are still in the Arctic Circle. Listening is allowed in the car or with decent headphones for sidereal, lysergic, and interplanetary journeys.
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