Life is short. People are not easy to know. They’re not easy to know, so if you don’t tell them how you feel, you’re not going to get anywhere, I feel.
I tell you what freedom is to me: no fear.
Nina Simone
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Oggi con Orlando, l’omone amico di Mr Pian Piano, ci siamo trovati in giardino con i nostri cani e Mr Pian Piano, che ha paura dei “quattro zampe”, è rimasto chiuso in cucina in monastico isolamento. Naturalmente siamo finiti a ciarlar di musica e sorpresa delle sorprese non di musica classica di cui è esperto. Nina Simone è la nostra beniamina di oggi. Possiamo dire che nella musica black con l’affermazione del blues i temi dell’uguaglianza e dell’integrazione trovano un significativo canale espressivo e i grandi musicisti di colore ne sono interpreti anche oggi con hip hop e rap per esempio.
Nina Simone negli anni Sessanta prende tra le sue mani l’eredità del blues inteso anche come coscienza civile, lotta contro la segregazione in una società americana lungi dall’aver superato la ferita dello schiavismo e del razzismo, come ha purtroppo ribadito il triste quadriennio di presidenza Trump (finalmente concluso!).
Nina è stata la prima afroamericana a conoscere il successo a Broadway con lo spettacolo “A Raisin in the Sun” nel 1959 e ad aver vinto il New York Drama Critics Circle Award assegnato per la prima volta ad una donna di colore. «All I want is equality, for my sister, my brother, my people, and me» dice la nostra musicista, con piglio deciso e definitivo. Un’interprete appassionata e sofferente, ma mai piegata alle logiche della sopraffazione e della segregazione. Una donna forte alla fine, impavida, con lo sguardo orgoglioso e penetrante di chi non ha timori.
La sua musica è un mix di jazz, classica, gospel, folk e ballate, che Nina definisce come ” Black Classical Music”, una formula che cerca di scuotere la coscienza bianca ed esprime la fierezza di un’intera comunità di artisti e militanti neri. Orlando mi parla di quel che coglie di essenziale nel suo messaggio civile, politico, ma alla fin fine anche umano: l’affrontare e piegare la paura, senza mai farsi paralizzare dai suoi tentacoli. Il mio burbero interlocutore, una specie di orso polare (odia l’estate), esperto di musica classica, capace di suonare il pianoforte in modo eccellente, malgrado un fisico possente che non rimanda certo alle icone pallide ed ingobbite dei grandi interpreti, ama questa voce incondizionatamente.
Senza paura canta “Four Women” facendosi interprete di un femminismo dolente e potente poeticamente. Nella lotta per l’affermazione dei diritti dei neri Nina Simone ebbe l’appoggio di molti altri attivisti, uomini e donne. In particolare si legò alla grande Miriam Makeba, cantante sudafricana e infaticabile oppositrice del regime dell’ apartheid sudafricano.
Alla fine degli anni sessanta Nina se ne va dagli USA convinta che il razzismo strisciante di quel paese ed il lassismo delle istituzioni sia ormai un vicolo cieco senza via di uscita. La sua vita rimbalza tra l’Africa e la Svizzera. In seguito al polemico abbandono degli Stati Uniti i suoi album e le sue canzoni passano raramente alla radio e così finisce nel dimenticatoio, fino alla riscoperta negli anni 80 con l’hit “My baby just care for me” finita in una pubblicità televisiva e la celebrazione come un’icona del jazz resuscitata nella memoria. La libertà è non aver paura, questo ci lascia detto la passionaria al pianoforte. Orlando si alza in piedi e raggiunge in cucina Mr Pian Piano. Parlottano e cucinano insieme la playlist: i cani sono rimasti in giardino. Orlando dà una pacca sulle spalle al nostro cuoco che per poco non si ribalta…..Questi orsi polari non conoscono le buone maniere.
Mr Pian Piano e Orlando hanno preparato in cucina un enorme piatto di pasta al ragù e la playlist di Nina Simone se la saranno ricordata? Quei due se la sono dimenticata a forza di bicchieri di Sangiovese. Invece no, sorpresa delle sorprese i mariuoli piombano in soggiorno con la pasta, ma anche con un’insalata delle migliori canzoni di Nina Simone. CLICCATE QUI ed esplorate il blues malinconico di Nina. Pare fragile, ma è orgoglioso e forte come una quercia centenaria.
Desiderate qualcosa di diverso dalla voce espressiva di Nina Simone? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Nina Simone: blues, soul, jazz.
Life is short. People are not easy to know. They’re not easy to know, so if you don’t tell them how you feel, you’re not going to get anywhere, I feel.
I tell you what freedom is to me: no fear.
Nina Simone
Today, with Orlando, Mr. Pian Piano's friend, we found ourselves in the garden with our dogs. Mr. Pian Piano, who is afraid of "four-legged" creatures, stayed locked in the kitchen in monastic isolation. Naturally, we ended up chatting about music, and surprise of surprises, not classical music of which he is an expert. Nina Simone is our favorite today. We can say that in black music with the rise of the blues, themes of equality and integration find a significant expressive channel, and today's great black musicians are also interpreters with genres like hip hop and rap, for example.
In the 1960s, Nina Simone took the legacy of the blues into her hands, understood also as civil consciousness, a struggle against segregation in an American society far from having overcome the wounds of slavery and racism, as unfortunately emphasized by the sad four-year presidency of Trump (finally over!).
Nina was the first African American to achieve success on Broadway with the show "A Raisin in the Sun" in 1959 and to have won the New York Drama Critics Circle Award, awarded for the first time to a woman of color. "All I want is equality, for my sister, my brother, my people, and me," says our musician, with a determined and final attitude. An impassioned and suffering interpreter, but never bent to the logic of oppression and segregation. A strong woman in the end, fearless, with the proud and penetrating gaze of someone who has no fears.
Her music is a mix of jazz, classical, gospel, folk, and ballads, which Nina defines as "Black Classical Music," a formula that seeks to shake the white conscience and expresses the pride of an entire community of black artists and activists. Orlando talks to me about what he finds essential in her civil, political, but ultimately human message: facing and overcoming fear, never allowing oneself to be paralyzed by its tentacles. My gruff interlocutor, a kind of polar bear (he hates summer), an expert in classical music, capable of playing the piano excellently despite a powerful physique that certainly does not resemble the pale and hunched icons of great performers, unconditionally loves this voice.
Fearlessly, she sings "Four Women," interpreting a poignant and powerful poetic feminism. In the struggle for the affirmation of the rights of blacks, Nina Simone had the support of many other activists, men, and women. In particular, she bonded with the great Miriam Makeba, a South African singer and tireless opponent of the South African apartheid regime.
In the late sixties, Nina left the USA convinced that the creeping racism of that country and the laxity of the institutions were now a dead end without a way out. Her life bounced between Africa and Switzerland. Following the controversial abandonment of the United States, her albums and songs rarely aired on the radio, and she ended up in oblivion until the rediscovery in the 1980s with the hit "My Baby Just Cares for Me," featured in a television commercial, and the celebration as a jazz icon resurrected in memory. Freedom is not being afraid; this is what the fiery pianist leaves us with. Orlando stands up and joins Mr. Pian Piano in the kitchen. They chat and cook together for the playlist; the dogs stayed in the garden. Orlando pats our cook on the back, nearly tipping him over... These polar bears don't know their manners.
Mr. Pian Piano and Orlando have prepared a huge plate of pasta with meat sauce in the kitchen. Have they remembered the Nina Simone playlist? Those two have forgotten it, forced by glasses of Sangiovese. Instead, no, surprise of surprises, they burst into the living room with the pasta but also with a salad of the best songs of Nina Simone. CLICK HERE and explore Nina's melancholic blues. She seems fragile but is as proud and strong as a hundred-year-old oak.
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