Un strumento non è importante. È importante il modo in cui si suona. Gli strumenti non suonano da soli. Un pianoforte non è certamente uno strumento migliore di un sintetizzatore, ma se un sintetizzatore viene suonato come un pianoforte, diventa uno strumento molto scadente. Non funziona. Non puoi suonare una tromba come un violino, non va. Quello è il problema: i musicisti, non gli strumenti. Qualsiasi strumento è una cosa meravigliosa.
Joe Zawinul
Penso che la musica apra portali e varchi verso settori sconosciuti, e ci vuole coraggio per avventurarsi. Penso sempre che abbiamo un potenziale, e possiamo emergere, elevarci a questo potenziale quando è necessario. Dobbiamo essere senza paura, coraggiosi e attingere a una saggezza che pensiamo di non avere.
Wayne Shorter
Le architetture sonore dei Wather Report sono indubbiamente una fusione di tradizioni musicali diverse, con uno stile che è cambiato dagli esordi sperimentali ed astratti, quando nella band militava come bassista Miroslav Vitous, arrivando alle melodie decisamente pop di “Heavy Weather”. Ho sempre trovato nella loro musica una componente ludica, il piacere di divertirsi destrutturando ogni costrizione legata a codici di linguaggi tradizionali: per questo li amo. Zawinul nel suo periodo migliore è stato uno sperimentatore, esplorando al sintetizzatore territori nuovi e soluzioni timbriche assolutamente innovative. Shorter, membro del leggendario quintetto con Miles ha saputo innestare il jazz in questa miscela eclettica, sviluppando un linguaggio nuovo e almeno ai suoi esordi rivoluzionario.
Il Miles Davis elettrico quello di “In a silent way” e “Bitches brew”, è il primo chiaro riferimento della band (alcuni di loro parteciperanno non a caso alle registrazioni di Bitches Brew) ed i due dischi sono la bussola per esplorare nuovi mondi. I Weather Report saranno una formazione flessibile ma basata per tutta la sua storia sulla coppia Zawinul/Shorter, non a caso presenti nei due capolavori di Miles, (a cui dobbiamo dedicare una seconda puntata) e capaci di una cifra stilistica riconoscibilissima, innegabilmente originale e quasi sempre di grande interesse creativo. I primi album della band percorrono astrazioni degne di Klee e Kandinsky e cito due pittori perché sembra che il suono diventi visibile e si trasformi in forme e colori. I primi quattro album sono indubbiamente dischi importanti ed il primo resta un’indimenticabile capolavoro.
Con l’arrivo di Jaco Pastorius al basso l’accento alle melodie ed al “canto” inconfondibile del suo strumento porta la band verso il grande pubblico ed il successo planetario di “Heavy Weather” consacrerà la band anche come fenomeno commerciale. Mr Pian Piano ama particolarmente la prima fase dei Weather Report, quell’astrattismo sonoro lontano dalle improvvisazioni soliste in cui si era incartato il jazz, a favore di un “impasto sonoro collettivo”, approccio veramente innovativo e di rara forza sonora. Detto questo “Heavy Weather” ed i dischi nelle sue immediate vicinanze, si lasciano amare molto, soprattutto per la gioia che sanno sprigionare, gli arrangiamenti ricercati ed i virtuosismi che arricchiscono le composizioni, oltre ad una loro orecchiabilità che non disdegna melodie evidentemente pop.
Esattamente gli stessi elementi che porteranno al rapido declino della band negli anni 80, in evidente crisi creativa e dove il duopolio Shorter/Zawinul si mostrerà evidentemente uno spazio stretto per musicisti come il prematuramente scomparso Jaco Pastorius, che in verità credo abbia dato il meglio di sé nei dischi con Joni Mitchell, veri e propri capolavori di una potenza creativa ancor oggi intatta. Detto questo restano una decina di dischi notevoli di cui almeno la metà sono ancor oggi la testimonianza di una stagione creativa indimenticabile, dove i diversi linguaggi della musica si ibridavano con sorprendente facilità, generando capolavori. Sono il solito babbeo e mi son perso in ciance e allora apriamo le finestre e cambiamo aria: CLICCATE QUI e navigate la playlista cucinata da Mr Pian Piano per voi e dedicata ai Weather Report.
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Weather Report: jazz, fusion.
An instrument is not important. It is the way one plays that is important. Instruments don’t play by themselves. A piano is certainly not a better instrument than a synthesizer, but if a synthesizer is played like a piano, it becomes a very bad instrument. It doesn’t work. You can’t play a trumpet like a violin—it doesn’t go. That’s the problem—the players, not the instrument. Any instrument is a wonderful thing.
Joe Zawinul
I think that music opens portals and doorways into unknown sectors that it takes courage to leap into. I always think that there’s a potential that we all have, and we can emerge, rise up to this potential, when necessary. We have to be fearless, courageous, and draw upon wisdom that we think we don’t have.
Wayne Shorter
The sonic architectures of Weather Report are undoubtedly a fusion of diverse musical traditions, evolving from their experimental and abstract beginnings when Miroslav Vitous played bass, to the decidedly pop melodies of "Heavy Weather." I have always found a playful element in their music, a pleasure in deconstructing any constraints tied to traditional language codes—that's why I love them. Zawinul, in his prime, was an experimenter, exploring new territories with synthesizers and introducing absolutely innovative tonal solutions. Shorter, a member of the legendary Miles Davis quintet, seamlessly embedded jazz into this eclectic mix, developing a new and, at least in its early stages, a revolutionary language.
The electric Miles Davis, as heard in "In a Silent Way" and "Bitches Brew," is the band's first clear reference (some of them will participate in the recordings of Bitches Brew), and these two albums serve as a compass to explore new worlds. Throughout its history, Weather Report remained a flexible formation but was consistently anchored in the Zawinul/Shorter duo—no coincidence that they were present in Miles' two masterpieces (to which we must dedicate a second episode) and capable of a highly recognizable stylistic signature, undeniably original and almost always of great creative interest. The band's early albums traverse abstractions worthy of Klee and Kandinsky—I mention two painters because it seems like sound becomes visible and transforms into shapes and colors. The first four albums are undeniably important, with the first one being an unforgettable masterpiece.
With the arrival of Jaco Pastorius on bass, the emphasis on melodies and the unmistakable "singing" quality of his instrument propelled the band into the mainstream, and the global success of "Heavy Weather" solidified their status as a commercial phenomenon. Mr Pian Piano particularly loves the early phase of Weather Report, the sonic abstraction far from the solo improvisations that jazz had become entangled in, in favor of a "collective sound blend," a genuinely innovative approach with rare sonic strength. That being said, "Heavy Weather" and the albums in its immediate vicinity are also lovable, especially for the joy they exude, the sophisticated arrangements, virtuosic embellishments enriching the compositions, and their catchy tunes that don't shy away from evidently pop melodies.
These same elements, however, led to the band's rapid decline in the 1980s, evident in creative crisis, where the Shorter/Zawinul duopoly became a narrow space for musicians like the prematurely departed Jaco Pastorius. I believe he truly showcased his best in the albums with Joni Mitchell, genuine masterpieces of creative power that still endure today. That being said, there remain about a dozen noteworthy albums, at least half of which are a testament to an unforgettable creative season, where different musical languages hybridized with surprising ease, generating masterpieces. If I've rambled on a bit, it's time to change the tune: CLICK HERE and explore the playlist curated by Mr Pian Piano dedicated to Weather Report.
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