Ricevo in questo momento una notizia che mi abbatte molto, tanto più che stando all’ultima sua lettera potevo supporre che lei, grazie a Dio, fosse in buona salute, ma ora sento che lei è molto malato! Non ho certo bisogno di dirle quanto arda dal desiderio di ricevere da lei stesso una notizia consolante; lo spero veramente, nonostante abbia fatto l’abitudine a immaginarmi il peggio in ogni cosa. Dato che la morte, a ben guardare, è la vera meta della nostra vita, già da un paio di anni sono in buoni rapporti con questa vera, ottima amica dell’uomo, così che la sua immagine non solo non ha per me più niente di terribile, ma anzi molto di tranquillizzante e consolante!
Ringrazio Dio per avermi concessa la fortuna e l’occasione, lei mi capisce, di riconoscere nella morte la chiave della nostra vera beatitudine. Non vado mai a dormire senza pensare che per quanto io sia giovane il giorno dopo potrei non esserci più e di tutte le persone che mi conoscono nessuno potrà dire che io abbia un modo di fare imbronciato o triste e ringrazio tutti i giorni il signore per questa beatitudine, che auguro di cuore a tutti gli uomini. Nella lettera, affidata alla Storace, le avevo già esposto i miei punti di vista in materia in occasione del triste decesso del mio ottimo, carissimo amico conte von Hatzield, aveva 31 anni, come me, non compiango lui bensì me, profondamente, e anche tutti quelli che lo conoscevano bene come me. Spero e mi auguro che lei stia già meglio mentre io scrivo questa lettera; se però invece pensa di non migliorare, allora la prego di non tenermelo nascosto, ma di scrivere o farmi scrivere la pura verità, così che io possa essere il più presto possibile tra le sue braccia; la scongiuro per tutto quanto ci è sacro. Però spero di ricevere presto da lei una lettera rassicurante, e con questa piacevole speranza insieme a mia moglie e Carl le bacio 1000 volte le mani e sono sempre il suo ubbidientissimo figlio
W. A. Mozart.
Lodato sii mio Signore per la nostra sorella morte corporale, dalla quale nessun essere umano può scappare (…)
San Francesco d’Assisi
Nella scienza ci sono poche certezze, ma un fatto di cui tutti possiamo essere certi è che un giorno moriremo. I nostri atomi non scompariranno, ma torneranno sulla Terra. Alcuni diventeranno parte del futuro vivente. Ma non porteranno con sé nessuna impronta, nessun ricordo, nessuna conoscenza del modello che una volta era conosciuto come voi.
Brian Cox
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Oggi torniamo alla musica classica e partiamo dalla morte, ma sarà l’amica morte, come scrive Mozart al padre e la sorella per San Francesco. Dimenticate la spada di Damocle, la minaccia capace di renderci ansiosi, impauriti, insonni, ma al contrario la guida attraverso la bellezza dell’esistenza, bellezza che contempla anche lei, “sorella morte” . Mozart con il suo Requiem ci spalanca ad una riflessione profonda sulla fine, riflessione non intrisa di disperazione, ma di accettazione consapevole e cammino verso il Sacro.
Dunque Mozart, il genio capace di stupire quando era ancora bambino per le sue innate doti musicali, amante della vita, delle sensazioni, dell’eros, delle risate, della vita breve trascorsa in una fiammata di abbagliante creatività.
Non siamo musicologi qui, ma messaggeri di sensazioni. Siamo in tre oggi, come spesso accade con la musica classica. Mr Pian Piano mi ignora e discorre in un’altra stanza con un tal Orlando Furioso, uscito dalle pagine dell’Ariosto, non folle ed animoso, ma furioso di passione pronto ad imbastire in ragnatele pianistiche e pagine di pentagramma immerse in dolcissime memorie.
Mr Pian Piano ascolta sprofondando tra le sollecitazioni di Orlando, attento agli esecutori, critico puntuale di eccessive lentezze o esagerate corse e a me non resta che preparar loro una tisana con le erbe del giardino ed ascoltarli furtivamente cercando di sembrar distratto. Mozart incombe con melodie travolgenti e fiumi di note che allagano la stanza, alla ricerca di esecutori e orchestre degne di questo nome. Li ascolto discutere e intanto guardo pensoso il fermo immagine qui sotto. Abbado e Pollini, compagni di viaggio di una vita . Il Maestro provato dalla malattia, ma ancora capace di guidare i Berliner. Sorella morte cosa sussurri in questa immagine? Esco un attimo, il giardino si apre verso la collina. Tutto tace è l’ora del crepuscolo, la terra bagnata dalle piogge recenti, gli ultimi raggi di luce che spaccano le nuvole.
Sì quel sussurrare dice parole preziose, ora particolarmente. Parla attraverso questi due volti, uno serio, attento, un po’ commosso e l’altro proteso verso la musica. Il pianista seduto guarda di spalle l’amico rapito tra le note, pronto ad esser portato via, ormai fragile, eppure con la bocca socchiusa e lo stesso rapimento di un ragazzo. Forse il pianista vorrebbe trattenerlo. “Non andare..” sembra dire il suo viso. Eppure resta immobile. L’altro non ha paura, dirige l’orchestra più prestigiosa del mondo senza tentennamenti e con la destra tiene deciso la bacchetta, mentre dalla sinistra emerge nel gesto una grande forza interiore, che non è più fisica nella magrezza, ma spirituale. “Non aver paura” dice l’amica morte cara a Mozart. Non aver paura, mai.
Rientro in casa. Orlando e Mr Pian Piano hanno finito. Il Furioso non ha toccato la tisana e beve del gin, doveva esserci una bottiglia da qualche parte. Alza il bicchiere verso di me, sembra contento. CLICCATE QUI e Mozart entrerà nelle vostre case come una corrente travolgente con una selezione di quasi tre ore curata da Orlando Furioso e da Mr Pian Piano.
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W.A.Mozart: classical music.
I receive at this moment news that brings me down a great deal, all the more because according to your last letter I could assume that you, thank God, were in good health, but now I hear that you are very ill! I need hardly tell you how much I am burning with desire to receive consoling news from you yourself; I truly hope so, although I have made a habit of imagining the worst in everything.Since death, upon closer inspection, is the true goal of our lives, I have already been on good terms with this true, excellent friend of man for a couple of years, so that her image not only has nothing terrible for me anymore, but on the contrary much that is soothing and consoling!
I thank God for granting me the good fortune and the opportunity, she understands me, to recognize in death the key to our true bliss. I never go to sleep without thinking that no matter how young I am the next day I may be gone, and of all the people who know me no one will be able to say that I have a sullen or sad manner, and I thank the Lord every day for this bliss, which I heartily wish for all men. In the letter, entrusted to Storace, I had already set out to you my views on this matter on the occasion of the sad death of my very good, very dear friend Count von Hatzield, he was 31 years old, like me, I do not mourn him but me, deeply, and also all those who knew him as well as I did. I hope and wish that you are already better as I write this letter; if, however, you think you are not getting better, then I beg you not to keep it from me, but to write or have me write the pure truth, so that I may be as soon as possible in your arms; I beg you for all that is sacred to us. However, I hope to receive a reassuring letter from you soon, and with this pleasant hope together with my wife and Carl I kiss your hands 1000 times and am always your most obedient son
W. A. Mozart.
Praise be to you my Lord for our sister bodily death, from which no human being can escape (...)
San Francesco d’Assisi
There are few certainties in science, but one fact of which we can all be certain is that one day we will die. Our atoms won’t disappear, they will return to the Earth. Some will become parts of the living future. But they will carry no imprint, no memories, no knowledge of the pattern once known as you.
Brian Cox
Today we return to classical music and start with death, but it will be the friend death, as Mozart writes to his father and sister for St. Francis. Forget the sword of Damocles, the threat capable of making us anxious, fearful, sleepless, but on the contrary guide us through the beauty of existence, beauty that also contemplates her, "sister death" . Mozart with his Requiem opens us wide to a profound reflection on the end, a reflection not steeped in despair, but in conscious acceptance and a path toward the Sacred.So Mozart, the genius capable of astonishing when he was still a child because of his innate musical gifts, a lover of life, sensations, eros, laughter, and a short life spent in a blaze of dazzling creativity.
We are not musicologists here, but messengers of feeling. There are three of us today, as is often the case with classical music. Mr. Pian Piano ignores me and discusses in another room with a certain Orlando Furioso, straight out of the pages of Ariosto, not mad and animated, but raging with passion ready to baste in piano webs and pages of stave dipped in sweet memories.
Mr. Pian Piano listens sinking into Orlando's solicitations, attentive to the performers, a pointed critic of excessive slowness or exaggerated rushing, and all I have to do is brew them herbal tea with herbs from the garden and listen furtively, trying to seem distracted. Mozart looms with sweeping melodies and rivers of notes flooding the room, searching for performers and orchestras worthy of the name. I listen to them discuss and meanwhile look pensively at the still image below. Abbado and Pollini, fellow travelers of a lifetime . The Maestro tried by illness but still able to lead the Berliners. Sister death what do you whisper in this image? I step outside for a moment, the garden opens toward the hill. All is silent is the hour of twilight, the earth wet from recent rains, the last rays of light splitting the clouds.Yes that whispering speaks precious words, now particularly. It speaks through these two faces, one serious, attentive, a little moved, and the other leaning toward the music. The seated pianist looks over his shoulder at his friend enraptured in the notes, ready to be taken away, now fragile, yet with his mouth ajar and the same rapture as a boy. Perhaps the pianist would like to hold him back. "Don't go..." his face seems to say. Yet he remains motionless. The other is unafraid, conducting the world's most prestigious orchestra without wavering, and with his right hand he holds the baton firmly, while from his left emerges in the gesture a great inner strength, which is no longer physical in its thinness, but spiritual. "Do not be afraid," says the dead friend dear to Mozart. Do not be afraid, ever.
Homecoming. Orlando and Mr Pian Piano have finished. The Furious has not touched his herbal tea and drinks gin, there must have been a bottle somewhere. He raises his glass to me, looking pleased. CLICK HERE and Mozart will enter your homes like an overwhelming current with a nearly three-hour selection curated by Orlando Furioso and Mr Pian Piano.
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