Quando, gli aerei si schiantano...
Gli assegni scritti con il sangue vengono incassati
Per finanziare costruttori che costruiscono pilastri da
Cenere e detriti, da
Ossa e metallo, daPadri e figlie e amici e ricordi e odio
Quando, i kamikaze fanno esplodere bombe
E gli allarmi massimi suonano e non si calmano mai
Le paure e i terrori delle persone che, Gesù sta arrivando
Che, il mondo sta finendo
Quando, si scatenano le guerre
Quando, le vite vengono sacrificate non salvate ma mai perse
Quando il senso di sicurezza viene scosso e trovato falso
Quando i cieli erano silenziosi e limpidi e silenziosi
E blu quel giorno
Quando, tutto è cambiato
Cosa è cambiato?
Chi è davvero cambiato?
Libera... il tuo cuore, il mio cuore... libera, libera... il tuo cuore, il mio cuore
Libera il tuo cuore
Ursula Rucker
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Riprendo il racconto di musicisti e musiciste che ho conosciuto personalmente ed oggi vi parlo di una persona che mi è particolarmente cara: Ursula Rucker. Di lei mi piace artisticamente la capacità di portare la letteratura nella musica, in maniera diretta: quando ascolto le sue parole sento i suoi occhi piantati nei miei con quello sguardo penetrante che la caratterizza. Insieme a Luca Roccatagliati, avevamo un progetto, 2blue, e le nostre strade si sono incrociate nei primi anni 2000, quando durante un tour italiano le proponemmo di fermarsi qualche giorno in città per registrare un brano e Ursula accettò con generosità, senza chieder nulla. I regali arrivano così. Un amico le prestò casa e ne uscì quel gioiellino di “Brainstream”. Con lei ed il suo chitarrista, Tim Motzer (di cui vi parlerò in futuro), nacque una bella intesa che andò oltre quel dono.
Ursula è cruda, sa maneggiare le parole con l’intensità diretta che scavalca subito ogni retorica, ogni estetica, ogni costruzione intellettuale, le sue parole sono scritte a partire dal corpo, con una rara capacità di introspezione. Ne escono testi che sono lirici e suscitano emozioni nel loro dispiegarsi come racconto, fotografie dirette e senza compromessi di Philadelphia, di rapporti umani non sempre facili, di sensualità, di orrore e sopraffazione. Tutto arriva alle nostre orecchie come una spinta che queste parole ci danno. Non c’è però solo crudezza nel suo dire, ma anche grande dolcezza e questo “saliscendi” tra il male che come una serpe divora intere vite a cui si contrappone appunto una dolcezza infinita, mai compiaciuta. Tutto questo arrampicarsi e cadere riesce a togliermi il fiato, a commuovermi.
Ursula è nata e cresciuta a Philadelphia, in Pennsylvania, dove si è laureata in giornalismo, ha iniziato a scrivere poesie fin dall'adolescenza, ma ha tenuto i suoi scritti per sé fino al 1994. Nello stesso anno è stata invitata a collaborare con numerosi artisti e produttori, tra cui Wax Tailor, King Britt, 4hero, Incognito, Jamaaladeen Tacuma, Josh Wink, Alix Perez e, in particolare, The Roots e tante cose belle sono uscite da quelle collaborazioni. Negli USA alcuni critici l’hanno paragonata a scrittori come Sonia Sanchez e Nikki Giovanni, definendo i suoi scritti "potenti" ed è indubbio per me che sia così: in lei c’è una grande forza. Alle sue spalle c’è sicuramente un approccio politico, una genealogia di scrittori e scrittrici afroamericane, battaglie contro il razzismo e per il femminismo, ma sempre declinate in chiave poetica, per immagini e vissuti individuali. Ne escono fotografie letterarie di forte impatto e contenuto emotivo che la rendono unica.
Ragion per cui mi sono regalato un paio di suoi concerti quando è venuta in Italia, per vederla su un palco, per sentirne la forza, l’intensità eper abbracciarla nei camerini prima e dopo. Ricordo un ottimo concerto al Teatro alla Pergola di Firenze. Tra il pubblico c’era il meglio della scena musicale fiorentina di quegli anni tra il pubblico e Ursula, Tim e gli altri in grande forma. Fu una magnifica serata, passata in parte per le vie buie di Firenze, città dove ho vissuto, sovrapponendo ricordi a ricordi. Prima di separarci, mentre eravamo per strada ci scambiammo un abbraccio e Ursula mi apostrofò: “E questo sarebbe un abbraccio?”, il mio era stato un abbraccio di cortesia, un abbraccio moscio. Mi strinse tra le braccia con forza e quella sera ho imparato come si abbracciano le persone.
Molti regali ricevuti quindi dal sottoscritto da Ursula, non ultimo questo viaggio nella memoria fatto per scrivere questo post. Riascoltando la sua musica molte sono state le emozioni incrociando testi che sono letteratura e immergendomi in racconti di forte intensità. Spero sia lo stesso anche per voi, sa mai la rete ha un senso è anche per scambiarsi emozioni. CLICCATE QUI o utilizzaper scoprire Ursula Rucker se non la conoscete e se invece è un artista già tra i vostri ascolti riscoprite il sapore della sua voce, intatto ed espressivo dopo decenni.
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Ursula Rucker: alternative.
When, planes be crashing... and
Blood written checks be cashing
To fund builders who build pillars from
Ash and debris, fromBones and metal, from
Fathers and daughters and friends and memories and hate
When, suicide bombers be bombing
And high alerts be sounding and never calming
Peoples' fears and fright that, Jesus is coming
That, world is endingWhen, wars be waged
When, lives be sacrificed not saved but never lost
When sense of security be rattled found false
When skies were quiet and clear and quiet
And blue that day
When, everything changed
What changed?Who really changed?
Release... your heart, my heart... release, release... your heart, myheart
Release your heart
Ursula Rucker
I resume the story of musicians I have personally met, and today I want to talk to you about someone particularly dear to me: Ursula Rucker. What I admire about her artistically is her ability to bring literature into music in a direct way: when I listen to her words, I feel her eyes fixed on mine, with that penetrating gaze that characterizes her. Alongside Luca Roccatagliati, we had a project, 2blue, and our paths crossed in the early 2000s when, during an Italian tour, we suggested she stay in town for a few days to record a track. Ursula generously agreed without asking for anything in return. Gifts come just like that. A friend lent her a house, and from it emerged that little gem, “Brainstream.” With her and her guitarist, Tim Motzer (whom I will tell you about in the future), a wonderful bond developed that went beyond that gift.
Ursula is raw; she knows how to handle words with a direct intensity that immediately bypasses all rhetoric, all aesthetics, all intellectual construction. Her words are written from the body, with a rare capacity for introspection. The result is texts that are lyrical and evoke emotions as they unfold like a narrative, direct and uncompromising photographs of Philadelphia, of human relationships that are not always easy, of sensuality, of horror, and domination. Everything reaches our ears like a push that these words give us. But there is not only rawness in what she says, there is also great sweetness, and this "rollercoaster" between the evil that, like a serpent, devours entire lives, and an infinite, never self-indulgent sweetness. All this climbing and falling takes my breath away and moves me.
Ursula was born and raised in Philadelphia, Pennsylvania, where she graduated in journalism. She began writing poetry as a teenager, but kept her writings to herself until 1994. That same year, she was invited to collaborate with numerous artists and producers, including Wax Tailor, King Britt, 4hero, Incognito, Jamaaladeen Tacuma, Josh Wink, Alix Perez, and, particularly, The Roots. Many beautiful things emerged from those collaborations. In the USA, some critics have compared her to writers like Sonia Sanchez and Nikki Giovanni, describing her writings as 'powerful,' and there is no doubt in my mind that this is true: there is great strength in her. Behind her, there is certainly a political approach, a genealogy of African American writers, battles against racism and for feminism, but always expressed in a poetic way, through images and individual experiences. The result is literary photographs of strong impact and emotional content that make her unique.
That is why I treated myself to a couple of her concerts when she came to Italy: to see her on stage, to feel her strength, her intensity. I remember a great concert at the Teatro alla Pergola in Florence. Among the audience was the best of the Florentine music scene of those years, and Ursula, Tim, and the others were in great shape. It was a magnificent evening, partly spent wandering the dark streets of Florence, a city where I had lived, layering memory upon memory. Before we parted ways, as we were in the street, we exchanged a hug, and Ursula remarked, "And this is supposed to be a hug?" Mine had been a polite, weak hug. She pulled me into her arms, and that night, I learned how to truly hug people.
So many gifts I have received from Ursula, not least this journey into memory I took to write this post. Listening to her music again, many emotions arose as I encountered lyrics that are literature and immersed myself in stories of great intensity. I hope it is the same for you. If the internet has any meaning, it is to share emotions. CLICK HERE or use this player to discover Ursula Rucker if you don't know her yet, or if she is already among your favorites, to rediscover the flavor of her voice, intact and expressive after decades.
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C'ero anche io al concerto fiorentino: ridotto della Pergola; a mezzanotte il concerto doveva finire: il muro in fondo al palco è adiacente alla casa delle suore e quindi dopo una certa ora bisogna fare silenzio!
Bello quel concerto. A volte mi chiedo che fine abbia fatto Ursula, non si è più sentita, credo.....
Interessante il pezzo che avete fatto insieme, non lo conoscevo; adesso è in una mia playlist.