Thom Yorke: other
I believe that any great work of art is, in itself, a form of resistance against a sense of powerlessness.
Thom Yorke
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A volte una citazione è illuminante e restituisce il polso di un’epoca, la nostra. Il senso di impotenza dilaga infatti, come una macchia di petrolio sul nostro sentire, un’ombra che restituisce come sintomo quel disagio psicologico che tanti segnalano come crescente e dilagante. Il non potere farci nulla toglie il fiato. Thom Yorke inquadra con le sue parole la sostanza di qualsiasi lavoro creativo, il tentativo costante di intaccare questo senso di impotenza, di inutilità, di vedere il proprio destino sfuggire tra le mani. Accade a volte su un piano individuale di fronte alla malattia, alla solitudine, alla sofferenza, ma oggi è indubbiamente un dato sociale.
Cambiamo canale: nel 2006, Thom Yorke pubblica il suo primo album solista, The Eraser, prodotto da Nigel Godrich. È un lavoro con innesti elettronici, dominato da beat minimali, loop e atmosfere notturne, in cui emergono i temi cari a Thom Yorke: cambiamento climatico, alienazione, tensioni politiche. Il disco viene candidato al Mercury Prize e ai Grammy, mostrando subito che la sua voce e la sua scrittura possono vivere anche al di fuori dei Radiohead.
Dal successo di The Eraser nasce nel 2009 il progetto Atoms for Peace, band formata da Yorke, Nigel Godrich, Flea (Red Hot Chili Peppers), Joey Waronker e Mauro Refosco. Il collettivo porta in tour le tracce del debutto solista, trasformandole in esperienze ritmiche potenti e quasi tribali. Nel 2013 pubblicano l’album Amok, che fonde elettronica e groove funk, confermando Yorke come artista capace di muoversi tra mondi diversi.
Con il secondo album, Tomorrow’s Modern Boxes, Yorke sceglie di pubblicare la musica in modo indipendente, sfruttando piattaforme alternative (come BitTorrent) per distribuire il disco. È un progetto più intimo e rarefatto, in cui l’elettronica diventa quasi un paesaggio sonoro, tra glitch, bassi pulsanti e melodie sospese. Questo approccio innovativo rafforza la sua immagine di musicista che non segue le regole del mercato ma pone avanti a tutto il gesto creativo, che sia o meno popolare.
C’è in Tom Yorke questa costante tensione ad uscire da ogni mitologia del rock come narrazione di una stella che sul palco officia messa. Gli scarti stilistici, i testa coda sonori, le immersioni in suoni radicali e avanguardistici sparigliano, mescolano le carte allontanano gli stereotipi anche quando riusciti a metà: bravo.
Yorke si avvicina anche al cinema e nel 2018 compone la colonna sonora del film Suspiria di Luca Guadagnino, dove unisce orchestrazioni inquietanti, brani cantati e sperimentazioni elettroniche. La critica accoglie il lavoro come una dimostrazione della sua capacità di creare atmosfere immersive e visionarie. Nel 2024 firma le musiche per Confidenza, film di Daniele Luchetti tratto dal romanzo di Domenico Starnone, continuando a intrecciare la sua poetica musicale con il linguaggio cinematografico. Iniziamo a vedere l’anima eclettica di Mr Yorke che guarda al cinema, dipinge ed è divorato da quel fuoco creativo mai domo. L’arte si lascia sempre spiare da diversi punti di vista e chi ne frequenta di diversi ha sempre un animo curioso, è abitato da domande.
Il suo terzo album solista, ANIMA, rappresenta forse il punto più maturo della sua carriera fuori dai Radiohead. È un disco oscuro e ipnotico, che affronta temi come il sonno, la tecnologia e l’ansia del mondo contemporaneo. L’uscita è accompagnata da un cortometraggio diretto da Paul Thomas Anderson, uno così per dire tra i migliori 5 registi viventi, per un’opera visuale che amplifica l’impatto delle canzoni. La carriera solista di Thom Yorke non è mai stata una semplice parentesi rispetto ai Radiohead. ma è un laboratorio permanente in cui esplora i limiti della canzone e dell’elettronica, passando dall’intimismo digitale di Tomorrow’s Modern Boxes all’impatto visivo e sonoro di ANIMA.
Come appassionato di arti visive ThomYorke collabora da anni con Stanley Donwood. I due si conoscono all’università a Exeter, e la loro collaborazione artistica risale al 1994, quando insieme realizzano la copertina del singolo My Iron Lung, iniziando un sodalizio duraturo che ha trasformato le copertine dei Radiohead in vere e proprie opere d’arte . Dall’8 agosto di quest’anno all’11 gennaio 2026, l’Ashmolean Museum di Oxford ospita la mostra This Is What You Get, la prima retrospettiva istituzionale dedicata al duo Yorke–Donwood. Oltre 180 opere — tra dipinti originali, schizzi inediti, etchings, testi manoscritti e composizioni digitali — raccontano un’arte visiva strettamente intrecciata alla musica dei Radiohead, ai progetti solisti di Yorke e a band come The Smile. La mostra è concepita come un viaggio visivo che ripercorre alcune delle iconografie più memorabili della band e dei suoi progetti collaterali. Cliccate qui per aprire una finestra sonora sul lavoro di Thom Yorke e che il senso di impotenza possa esser spazzato via almeno per qualche attimo da queste canzoni sghembe.
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Thom Yorke: other
I believe that any great work of art is, in itself, a form of resistance against a sense of powerlessness.
Thom Yorke
Sometimes a quotation is illuminating and captures the pulse of an era—our own. The sense of powerlessness spreads like an oil stain on our feelings, a shadow that manifests as the symptom of that psychological unease so many describe as growing and widespread. The inability to do anything about it takes your breath away. With his words, Thom Yorke frames the essence of any creative work: the constant attempt to erode this sense of impotence, of uselessness, of watching one’s own destiny slip through the hands. Sometimes it happens on an individual level when facing illness, loneliness, suffering, but today it is undeniably a social reality.
Change the channel: in 2006, Thom Yorke released his first solo album, The Eraser, produced by Nigel Godrich. It is a work with electronic grafts, dominated by minimal beats, loops and nocturnal atmospheres, where Thom Yorke’s recurring themes emerge: climate change, alienation, political tensions. The record was nominated for the Mercury Prize and the Grammys, immediately showing that his voice and his songwriting could live even outside of Radiohead.
From the success of The Eraser came in 2009 the project Atoms for Peace, a band formed by Yorke, Nigel Godrich, Flea (Red Hot Chili Peppers), Joey Waronker and Mauro Refosco. The collective took the tracks of the solo debut on tour, transforming them into powerful and almost tribal rhythmic experiences. In 2013 they released the album Amok, which fused electronics and funk grooves, confirming Yorke as an artist capable of moving between different worlds. With his second album, Tomorrow’s Modern Boxes, Yorke chose to publish music independently, using alternative platforms (such as BitTorrent) to distribute the record. It is a more intimate and rarefied project, where electronics become almost a soundscape, between glitches, pulsating basslines and suspended melodies. This innovative approach strengthened his image as a musician who does not follow market rules but places the creative act above all else, whether popular or not.
In Thom Yorke there is this constant tension to step out of every mythology of rock as the narrative of a star officiating mass on stage. The stylistic swerves, the sonic U-turns, the immersions in radical and avant-garde sounds shuffle the deck, break away from stereotypes even when only half successful: impressive.
Yorke also approaches cinema, and in 2018 he composed the soundtrack for Luca Guadagnino’s film Suspiria, where he combined unsettling orchestrations, sung pieces and electronic experiments. Critics welcomed the work as proof of his ability to create immersive and visionary atmospheres. In 2024 he composed the music for Confidenza, a film by Daniele Luchetti based on the novel by Domenico Starnone, continuing to intertwine his musical poetics with the language of cinema. We begin to see the eclectic soul of Mr Yorke who looks at cinema, paints, and is devoured by that creative fire that never dies out. Art always lets itself be spied upon from different points of view, and those who move among many of them always have a curious soul, inhabited by questions.
His third solo album, ANIMA, is perhaps the most mature point of his career outside Radiohead. It is a dark and hypnotic record, addressing themes such as sleep, technology and the anxiety of the contemporary world. Its release was accompanied by a short film directed by Paul Thomas Anderson, one of the five best living directors, so to speak, for a visual work that amplifies the impact of the songs. Thom Yorke’s solo career has never been a mere parenthesis compared to Radiohead, but a permanent laboratory where he explores the limits of song and electronics, moving from the digital intimacy of Tomorrow’s Modern Boxes to the visual and sonic impact of ANIMA.
As a visual arts enthusiast Thom Yorke collaborates with Stanley Donwood. The two met at university in Exeter, and their artistic collaboration dates back to 1994, when they created together the cover of the single My Iron Lung, starting a long-lasting partnership that has turned Radiohead’s album covers into true works of art. From 8 August 2025 to 11 January 2026, the Ashmolean Museum in Oxford will host the exhibition This Is What You Get, the first institutional retrospective dedicated to the Yorke–Donwood duo. Over 180 works — including original paintings, unpublished sketches, etchings, handwritten texts and digital compositions — recount a visual art practice deeply intertwined with the music of Radiohead, Yorke’s solo projects and bands like The Smile. The exhibition is conceived as a visual journey that retraces some of the band’s most memorable iconographies and their side projects. Click here to open a sound window on Thom Yorke’s work and may the sense of impotence be swept away, at least for a moment, by these crooked songs.
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