Sicuramente, nel nostro lavoro musicale esploriamo molti stili e atmosfere differenti. È divertente parlare di questo ultimo album che amo molto, perché "Saudade" è il mio preferito tra quelli che abbiamo realizzato, proprio perché è uno degli album più insoliti per un artista di musica elettronica. Non credo che nessun altro artista di musica elettronica avrebbe realizzato un album simile, quindi lo adoro. Abbiamo differenti atmosfere in momenti diversi; in questo ultimo album eravamo nell'umore di esplorare suoni giamaicani, quindi è quello che abbiamo fatto.
Thievery Corporation
Non so se avete presente quelle situazioni in cui vi sentite come in un film, quando la realtà sfuma in una rappresentazione in cui siete, ma in cui non vi identificate più completamente, mai capitato? Magari alcool, droghe o pensieri filosofici ci scollano dall’aderenza a quel che sta accadendo e ci ritroviamo come in un quadro di Magritte a guardarci intorno stupefatti e magari ad osservarci interiormente mentre esteriormente facciamo altro. Lo straniamento, uno stato che personalmente adoro. Personalmente la musica di Rob Garza ed Eric Hilton, ovvero i Thievery Corporation mi fa spesso quest’effetto, pur essendo composizioni leggere, diventano eteree e mi portano in dimensioni parallele. Mi direte se funziona così anche per voi…
Qual è la storia in pillole dei nostri due musicisti di oggi? Rob Garza e originario di Chicago, ma si trasferisce da ragazzo nell'immediata periferia di Washington e ascolta band come Hugo Largo, Pixies e alla scuola superiore, inizia a coltivare l'amore e la passione per il jazz e la musica classica. Eric Hilton nasce a Washington D.C., suona dall'età di 11 anni ispirandosi a band punk come Ramones, Clash e Sex Pistols gusti che si evolveranno includendo anche bossa nova jazz e new wave. Gruppi come Specials e Style Council diventano i riferimenti di Rob ed Eric, la sfida è come riuscire ad amalgamare tutte queste musiche diverse in un suono originale e coeso.
Musicalmente dove siamo con i Thievery Corporation? Bella domanda….Il duo di Washington D.C. incarna un’attitudine tipica di fine XX ed inizio XXI secolo ovvero la commistione totale ed indifferenziata dei generi in un’esplorazione che non conosce barriere e fonde tradizioni musicali lontanissime, costruendo canzoni che sono un puzzle di generi praticamente inestricabile con bossa nova, musica indiana, elettronica, giamaican sounds, jazz, dub, ecc. frullati insieme con maestria. Arrivano collaborazioni importanti con remix per Stereolab e ospitate nei loro dischi con giganti come David Byrne. Il gioco costruito dai Thievery Corporation infatti riesce, basta abbandonarsi al fluire dei suoni e anche qui malgrado le temperature in calo abbiamo una musica da ascoltare a finestrini abbassati, soundtrack ideale per la tarda notte bevendo qualcosa di fresco alla faccia di futili divieti, ordinanze di chiusura e metropoli che alcuni storditi immaginano di mandare a nanna all’ora delle galline.
Non mancano echi di Bryan Ferry e dei Roxy Music tra le canzoni dei Thievery Corporation, ridigerite tra i suoni della club culture, smontate e rimontate tra i suoni di un cosmopolitismo sonoro che raccoglie elementi eterogenei, ma in un mood che resta romantico e del romanticismo conserva la malinconia e la spinta all’individualismo, alla ricerca della bellezza, alla melodia ben fatta. Una musica globalizzata, lontana dal guerreggiare nazionalista in cui anneghiamo ogni giorno ed estranea alle espressioni culturali idiote e patriottiche, alla retorica di qualsiasi tradizione eterna e immodificacabile. Marcato nei loro brani il sapore tipico delle soundtracks ed è più evidente nei brani strumentali, con musiche evidentemente “visive” ed evocative di un approccio cinematografico alla musica. Forse per questo sono composizioni stranianti che ti fanno sentire come in una rappresentazione?
Quindi oggi per gli ascoltatori/ lettori di (((RadioPianPiano))) una serie di portate molto speziate con sapori indiani, fiati jazz a condimento, ritmiche e linee di basso sincopate rubate a bossa nova e alla dj music più ricercata, echi dub e vivande lounge per una cena come si deve a lume di candela sulla terrazza di qualche metropoli o in riva al mare, come preferite. CLICCATE QUI per gustarvi la playlist cucinata appositamente per voi
Desiderate qualcosa di diverso dalla fusione di stile dei Thievery Corporation? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Thievery Corporation: chillout, lounge.
We definitely do a lot of different styles and moods within our music. It seems funny talking about this latest record which I love very much, because Saudade is my favorite record we’ve done, just because it’s one of the more unusual records by an electronic music artist. I don’t think any other electronic music artist would make a record like that one, so I love it. You have different moods at different times, in this latest record we were in the mood to explore Jamaican sounds, so that’s what we did.
Thievery Corporation
I don't know if you've ever been in those situations where you feel like you're in a movie, when reality fades into a representation where you're there, but you don't fully identify anymore, ever happened? Maybe alcohol, drugs, or philosophical thoughts disconnect us from adhering to what is happening and we find ourselves as in a Magritte painting, looking around amazed and perhaps observing ourselves inwardly while outwardly doing something else. Alienation, a state that I personally adore. Personally, Rob Garza and Eric Hilton's music, aka Thievery Corporation, often has this effect on me, although being light compositions, they become ethereal and take me to parallel dimensions. Let me know if it works the same for you...
What's the brief history of our two musicians? Rob Garza is originally from Chicago, but he moves to the immediate outskirts of Washington as a boy and listens to bands like Hugo Largo, Pixies, and in high school, he begins to cultivate love and passion for jazz and classical music. Eric Hilton is born in Washington D.C., he has been playing since the age of 11, inspired by punk bands like Ramones, Clash, and Sex Pistols, tastes that will evolve to include bossa nova jazz and new wave. Groups like Specials and Style Council become Rob and Eric's references, the challenge is how to amalgamate all these diverse musics into an original and cohesive sound.
Musically where are we with Thievery Corporation? Good question….The Washington D.C. duo embodies a typical attitude of the late 20th and early 21st century, namely the total and undifferentiated mixing of genres in an exploration that knows no barriers and merges very distant musical traditions, building songs that are a practically inextricable genre puzzle with bossa nova, Indian music, electronics, Jamaican sounds, jazz, dub, etc. blended together with mastery. Important collaborations arrive with remixes for Stereolab and appearances on their records with giants like David Byrne. Thievery Corporation's game succeeds, just surrender to the flow of sounds and even here, despite the dropping temperatures, we have music to listen to with the windows down, an ideal soundtrack for late-night drinks in defiance of futile prohibitions, closing ordinances, and metropolises that some dazed individuals imagine putting to bed just after sunset.
There are echoes of Bryan Ferry and Roxy Music among the songs of Thievery Corporation, rewritten among the sounds of club culture, disassembled and reassembled within the sounds of a sonic cosmopolitanism that gathers heterogeneous elements, but in a mood that remains romantic, retaining the melancholy of romanticism and the drive towards individualism, towards the pursuit of beauty, towards well-crafted melody. It's a globalized music, far from the nationalist warfare in which we drown every day and alien to idiotic and patriotic cultural expressions, to the rhetoric of any eternal and unchangeable tradition. The typical flavor of soundtracks is marked in their songs and is more evident in the instrumental pieces, with music evidently "visual" and evocative of a cinematic approach to music. Perhaps this is why they are estranging compositions that make you feel like you're in a representation?
So today for the listeners/readers of (((RadioPianPiano))), a series of highly spiced courses with Indian flavors, jazz winds as seasoning, syncopated rhythms and bass lines stolen from bossa nova and the most sought-after DJ music, dub echoes, and lounge dishes for a proper candlelit dinner on the terrace of some metropolis or by the sea, as you prefer. CLICK HERE to enjoy the playlist specially cooked for you.
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