Stevie Wonder: soul, funk, pop.
A volte penso che mi piacerebbe vedere... solo per contemplare la bellezza dei fiori, degli alberi, degli uccelli, della terra e dell'erba. Essendo che non ho mai visto, non so come sia vedere. Quindi, in un certo senso, sono completo. Forse sarei incompleto se vedessi. Forse vedrei alcune cose che non vorrei vedere... la bellezza della terra confrontata con la distruzione dell'uomo. Vedi, è diverso quando sei cieco dalla nascita e non sai com'è vedere, comunque, è proprio come vedere. La sensazione di vedere non è qualcosa che ho e non è qualcosa di cui mi preoccupi..
Stevie Wonder
Siamo completi per come siamo. Iniziamo da qui per navigare Stevie Wonder e basterebbe, ma vi spiego cos’altro mi affascina in lui. Come per Mozart, Raffaello in pittura e tanti altri nelle diverse arti, Wonder è posseduto dalla musica fin da bambino: nasce imparato, polistrumentista, cantante e ogni altra diavoleria sonora sembra appartenergli da subito. Stevie arriva sul pianeta terra immerso nel suono, forse era abbracciato alla musica anche prima, forse era la pittura ad esserci prima di Raffaello e le composizioni magnifiche di Mozart antecedenti al suo esserci stato su questo pianeta? Prima l’uovo o la gallina? Stevie perde la vista nei primi giorni di vita, a causa di un eccesso di ossigeno nell’incubatrice. Il nostro musicista di oggi dimostra il suo grande talento musicale sin da bambino, come scrivevo prima. Nel 1954, si trasferisce con la famiglia a Detroit, dove canta nel coro della chiesa, un grande classico. A soli nove anni suona piano, armonica e batteria e due anni dopo fa il suo esordio in sala di registrazione. Nel 1961, Ronnie White dei Miracles lo presenta a Berry Gordy, il numero uno della Motown, che gli fa subito firmare un contratto, cambiandogli il nome in “Little Stevie Wonder”. A nemmeno 12 anni sotto contratto con la Motown…. Ehm.
Lo spremiagrumi di singoli Motown lo mette al lavoro, ma dopo Marvin Gaye anche Stevie Wonder comprende come solo l’album essendo un discorso articolato e complesso, può diventare il terreno su cui misurarsi per diventare un musicista celebrato e un artista tout court e non un artigiano capace di sfornare canzonette. Ecco che negli anni 70 concepisce alcuni album a tutti gli effetti capolavori assoluti capaci di renderlo eterno nella musica del XX secolo. Quali? “Music of my mind” “Fulfillingness’ first finale”, “Talking book” e “Intervision” sono e restano album assolutamente fondamentali ed indiscutibili capolavori della black music, dischi in cui l’enfant prodige si trasforma in un architetto delle proprie capacità espressive e consapevole costruttore di un discorso complesso su razzismo, amore e senso della vita, dischi esistenziali appunto, nei testi e nelle musiche e ancor oggi pietre miliari anche come resa sonora e arrangiamenti.
Keith Richard a proposito di Aretha Franklin sottolineava come il suo cantare accompagnandosi con il piano desse alla sua vocalità qualcosa di magico, un plusvalore mancante al cantante concentrato solo sulla voce. Stevie Wonder si percepisce chiaramente come canti spesso a contatto con uno strumento, rinnovando quella “possessione” della musica sul suo interprete. Nella storia della black music Wonder è e resta una pietra miliare per la sua capacità di unire il canto, la poesia e la melodia al ritmo, ingrediente centrale della black music, pulsazione che è retaggio dell’Africa, memoria ancestrale e magnifica. L’annodarsi di melodia e ritmo rende magica la miscela Stevie Wonder anche con cover “impossibili”.
Raccogliamo i fili del nostro discorso sconclusionato sul bambino prodigio e soprattutto accomodatevi nella mia osteria sonora senza pretese, Mr Pian Piano offre oggi canzoni di rara bellezza, dove si fondono funk, jazz, pop e soul: CLICCATE QUI per regalarvi pura gioia e una nota d’ottimismo. Innegabile infatti che le musiche si Stevie Wonder siano un’iniezione di ottimismo, meraviglia e sostanzilmente di bellezza. Allora buon viaggio amiche e amici e fatemi sapere se anche per voi le canzoni di Stevie sono un balsamo contro le avversità e le secche della vita e un annuncio ideale della primavera e dei suoi splendori malgrado tutto.
Desiderate qualcosa di diverso dalla voce divina di Stevie Wonder? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Stevie Wonder: soul, funk, pop.
Sometimes I think I would love to see … just to see the beauty of flowers and trees and birds and the earth and grass. Being as I’ve never seen, I don’t know what it’s like to see. So in a sense I’m complete. Maybe I’d be incomplete if I did see. Maybe I’d see some things that I didn’t want to see … the beauty of the earth compared to the destruction of man. You see, it’s one thing when you are blind from birth, and you don’t know what it’s like to see, anyway, so it is just like seeing. The sensation of seeing is not one that I have and not one that I worry about.
Stevie Wonder
We are complete as we are. Let's start from here to navigate Stevie Wonder, and that would be enough, but let me explain what else fascinates me about him. As with Mozart, Raphael in painting, and many others in various arts, Wonder is possessed by music from childhood: he is born learned, a multi-instrumentalist, singer, and every other sonic trick seems to belong to him from the start. Stevie arrives on planet Earth immersed in sound, perhaps embraced by music even before, maybe painting existed before Raphael, and Mozart's magnificent compositions anteceded his presence on this planet? Which came first, the egg or the chicken? Stevie loses his sight in the first days of life due to excess oxygen in the incubator. Our musician today demonstrates his great musical talent from a young age, as I mentioned earlier. In 1954, he moves with his family to Detroit, where he sings in the church choir, a great classic. At only nine years old, he plays the piano, harmonica, and drums, and two years later, he makes his debut in the recording studio. In 1961, Ronnie White of The Miracles introduces him to Berry Gordy, the head of Motown, who immediately signs a contract with him, changing his name to "Little Stevie Wonder." Under contract with Motown at not even 12 years old...
The Motown singles juicer puts him to work, but after Marvin Gaye, Stevie Wonder also understands how only the album, being an articulated and complex discourse, can become the ground on which to measure himself to become a celebrated musician and an artist tout court, not just a craftsman capable of churning out catchy tunes. Thus, in the 1970s, he conceives some albums that are absolute masterpieces capable of making him eternal in 20th-century music. Which ones? "Music of My Mind," "Fulfillingness' First Finale," "Talking Book," and "Innervisions" are and remain absolutely essential and indisputable masterpieces of black music, existential albums, both in lyrics and music, and even today, they are milestones in terms of sound rendering and arrangements.
Keith Richards, speaking of Aretha Franklin, emphasized how her singing accompanied by the piano gave her vocalization something magical, an added value missing in a singer focused only on the voice. Stevie Wonder is clearly perceived as often singing in contact with an instrument, renewing that "possession" of music over its interpreter. In the history of black music, Wonder is and remains a milestone for his ability to unite singing, poetry, and melody with rhythm, a central ingredient of black music, a pulsation that is a legacy of Africa, an ancestral and magnificent memory. The intertwining of melody and rhythm makes the Stevie Wonder blend magical, even with "impossible" covers.
Let's gather the threads of our inconclusive discourse on the prodigious child, and above all, make yourselves comfortable in my unpretentious music tavern. Today, Mr. Pian Piano offers songs of rare beauty where funk, jazz, pop, and soul blend: CLICK HERE to treat yourselves to pure joy and a note of optimism. Stevie Wonder's music is undoubtedly an injection of optimism, wonder, and essentially beauty. So, bon voyage, friends, and let me know if Stevie's songs are also a balm against life's adversities and shallows for you, an ideal announcement of spring and its splendors despite everything.
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