Non mi interessa quanto le persone comprendano cosa sto facendo, a meno che siano musicisti nel mio ensemble o in altri ensemble. Voglio solo che le persone si emozionino con la musica. Se non ti emozioni con la musica, allora tutto il resto svanisce. Non ti interessa il testo, non ti interessa come è stato fatto, e non ti interessa intervistare il compositore e tutto il resto.
Tutta la musica proviene da un tempo e da un luogo. Sono nato e cresciuto a New York. Mi sono trasferito fuori da New York, ma è dentro di me e lo sarà fino a quando mi metteranno in una scatola nel terreno.
Steve Reich
If you read the post on your phone and the button “Read in English” doesn’t work, scroll down the page: the English version is after the Italian one.
Non so bene perché, ma Steve Reich è stata la mia porta di accesso alla musica contemporanea. Le arrampicate intellettuali di Berio, Nono e della musica postdodecafonica mi innervosivano. La vecchia Europa si è indubbiamente incartata artisticamente nel secondo dopoguerra e l’America è diventata anche su un piano creativo propulsiva. Gli anni magici di Rothko, Pollock, Warhol creano un’onda che si riverbera anche sulla musica. Degli artisti Americani si apprezza la semplicità, la freschezza, un linguaggio diretto e lontano dalle pastoie formali in cui indubbiamente si era persa l’Europa ferita da una guerra fratricida. Steve Reich insieme a Philip Glass, La Monte Young e Terry Riley è protagonista della corrente minimalista, ma i suoi lavori sono fecondati dalla musica Africana, con particolare riferimento alle composizioni per percussioni.
Gli artisti americani si muovono liberamente ed in modo spregiudicato, sia nelle arti figurative che nella musica viaggiano dalle influenze etniche al jazz e non si chiudono in astrusi intellettualismi, non si lasciano ingabbiare da automatismi o dalla rigidità di linguaggi predefiniti. Forse un ragionamento simile lo si potrebbe fare anche per la letteratura, ma non è il mio campo e passo il testimone ad altri. Mr Pian Piano ascolta la musica di Reich in giardino. Malgrado l’aria frescolina si è accomodato in pieno sole e si beve Reich con gli occhi socchiusi. La primavera sta esplodendo e le viole crescono spontanee tra la ghiaia, come una forma di bellezza spontanea, senza bisogno di cure. Tutto ribolle di vita, sbocciando su un cielo azzurro su cui stanno sospese centinaia di piccole nuvole bianche. Little fuffy clouds.
Arrivano premi e riconoscimenti a testimoniarne lo spessore artistico. Steve Reich ha vinto il premio Pulitzer per la musica con il brano Double Sextet, di cui troverete un estratto nella playlist preparata da Mr Pian Piano e nel 2014 gli è stato assegnato dalla Biennale Musica di Venezia il Leone d’oro alla carriera. Il compositore americano è di famiglia ebrea ed è cresciuto all’interno di quella cultura omaggiandola a più riprese e raccogliendone la tradizione in chiave contemporanea. Il suo stile si avvale di un segno sonoro distintivo: gli sfasamenti ritmici che si verificano quando un medesimo frammento viene eseguito a velocità leggermente diverse. Una tecnica caratteristica di tutto il lavoro di Reich. Da questo procedimento nasce una sorta di pulsazione, il phasing, che ha sempre suscitato in me e Mr Pian Piano un forte sapore metafisico, un alito mistico. Forse il rimbambimento causato dalla nostra veneranda età?
Grandi esecutori come il Kronos Quartet, Pat Metheny e altri hanno messo a disposizione la loro maestria di strumentisti eseguendo le composizioni del Maestro Newyorkese. La Grande Mela tanto amata da Reich e ascoltandone la musica se ne sente il respiro, l’incrociarsi delle persone per strada, i colori, i suoni, a definire un ritmo, una pulsazione che diventa la città stessa, il suo essere organismo complesso e vivente. Siamo di fronte ad una musica che chiede sicuramente pazienza, ma le trame sonore dei lavori meglio riusciti di Reich, regalano emozioni sonore non indifferenti. Come dcostruzioni invisibili create con il suono, i mattoni musicali si ripetono in modo apparentemente uguale, ma la trama circoscrive spazi che svelano nel tempo architetture di monumentale bellezza.
Il tempo ha guidato anche la mano di Mr Pian Piano nel comporre la playlist. Vi proponiamo prima una raccolta di assaggi e per concludere un’opera completa. Due tempi, come a teatro, così da non stancarvi. CLICCATE QUI per entrare nel mondo di Steve Reich e scoprire l’intrigante bellezza che fonde la tradizione ebraica, le influenze africane e la musica contemporanea.
Desiderate qualcosa di diverso dalla musica contemporanea di Steve Reich? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
CLICCATE QUI e aprite l’archivio delle monografie di grandi musicisti in ordine alfabetico.
Volete esplorare il progetto multimediale online che sto realizzando con Adi Newton (Clock Dva, Anti Group) tra arte e musica? CLICCATE QUI per scoprirlo.
Stanchi di musica? Desiderate leggere di economia, politica e finanza con uno sguardo alieno? (((RadioPianPiano))) consiglia di frequentare Alieno Gentile e la sua dimora digitale.
PS: se volete sostenere (((RadioPianPiano))) sottoscrivete un abbonamento annuale (30 euro) o mensile di 5 euro. Il gesto sarà apprezzato visto il lavoro settimanale che c'è dietro a queste pagine. Non potete o non volete? Sottoscrivete la newsletter: è gratis. Grazie.
Steve Reich: contemporary music.
I don’t care how much people understand what it is that I’m doing, except if they’re players in my ensemble or other ensembles. I just want people to be moved by the music. If you’re not moved by the music, then everything else falls away. You’re not interested in the text, you’re not interested in how it was done, and you’re not interested in interviewing the composer and all the rest of it.
All music does come from a time and place. I was born and raised in New York. I moved out of New York, but it’s inside of me and it will be inside of me until they put me in a box in the ground.
Steve Reich
I don’t know why, but Steve Reich was my gateway to contemporary music. The intellectual climbs of Berio, Nono, and post-dodecaphonic music made me nervous. The old Europe undoubtedly got stuck artistically after World War II, and America became propulsive on a creative level. The magical years of Rothko, Pollock, Warhol create a wave that also reverberates in music. American artists are appreciated for their simplicity, freshness, a direct language, far from the formal entanglements in which Europe undoubtedly lost itself, wounded by a fratricidal war. Steve Reich, along with Philip Glass, La Monte Young, and Terry Riley, is a protagonist of the minimalist movement, but his works are fertilized by African music, with particular reference to compositions for percussion.
American artists move freely and unscrupulously; both in the visual arts and music, they traverse ethnic influences to jazz and do not confine themselves to abstruse intellectualism. They do not let themselves be trapped by automatisms or the rigidity of predefined languages. Perhaps a similar reasoning could also be made for literature, but it's not my field, and I pass the torch to others. Mr. Pian Piano listens to Reich's music in the garden. Despite the cool air, he has settled in full sun and sips Reich with half-closed eyes. Spring is exploding, and violets grow spontaneously among the gravel, like a form of spontaneous beauty, without the need for care. Everything is bubbling with life, blossoming against a blue sky with hundreds of small white clouds suspended. Little fluffy clouds.
Awards and recognitions come to testify to his artistic stature. Steve Reich won the Pulitzer Prize for music with the piece Double Sextet, of which you will find an excerpt in the playlist prepared by Mr. Pian Piano, and in 2014, he was awarded the Golden Lion for Lifetime Achievement by the Venice Biennale Music. The American composer comes from a Jewish family and grew up within that culture, honoring it repeatedly and collecting its tradition in a contemporary key. His style employs a distinctive sound sign: rhythmic displacements that occur when the same fragment is performed at slightly different speeds. A characteristic technique of all of Reich's work. From this process arises a sort of pulsation, the phasing, which has always evoked in me and Mr. Pian Piano a strong metaphysical flavor, a mystical breath. Perhaps the mellowing caused by our venerable age?
Great performers like the Kronos Quartet, Pat Metheny, and others have made their mastery as instrumentalists available by performing the compositions of the New York Maestro. The Big Apple, so loved by Reich, is felt in his music; the crossing of people on the street, the colors, the sounds, define a rhythm, a pulsation that becomes the city itself, its being a complex and living organism. We are faced with music that undoubtedly requires patience, but the soundscapes of Reich's best works provide significant sonic emotions. Like invisible deconstructions created with sound, the musical bricks repeat seemingly equally, but the plot circumscribes spaces that reveal over time architectures of monumental beauty. Time has also guided Mr. Pian Piano's hand in composing the playlist. We propose to you first a collection of tastings and, to conclude, a complete work. Two acts, as in the theater, so as not to tire you. CLICK HERE to enter Steve Reich's world and discover the intriguing beauty that merges Jewish tradition, African influences, and contemporary music.
Do you desire something different from Steve Reich's contemporary music? Mr. Pian Piano's jukebox with all the musicians on our intriguing menu, as every Sunday, is at your complete disposal: classical, jazz, pop, rock, and ambient are there waiting for you. If you want to discover other monographs curated by Mr. Pian Piano of dozens and dozens (and dozens) of superb musicians, just settle in here: CLICK HERE, and the archive of monographs of great musicians in alphabetical order will magically open for you.
Want to explore the multimedia project online I'm creating with Adi Newton (Clock Dva, Anti Group) between art and music? CLICK HERE to discover it.
Tired of music? Do you want to read about economics, politics, and finance with an alien gaze? (((RadioPianPiano))) recommends visiting Alieno Gentile and his digital abode.
PS: If you want to support (((RadioPianPiano))), subscribe to an annual membership (30 euros) or a monthly one for 5 euros. The gesture will be appreciated given the weekly work behind these pages. Can't or don't want to? Subscribe to the newsletter: it's free. Thank you.