Definizione di pompelmo: un limone cui si è presentata un’occasione e ha saputo approfittarne
Oscar Wilde
È facile scrivere i propri ricordi quando si ha una cattiva memoria.
Arthur Schnitzler
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Benvenuti nel vezzo della geografia emotiva, dei ricordi distorti e zuccherosi, monumentali per sè e noiosi per il resto degli umani, delle feste nei magazzini dove ci si baciava dietro agli scaffali di metallo con i cartoni sui pallet e tutto era luminoso e profumato. Se cercate valori musicali assoluti di un’enciclopedia delle migliori band planetarie, qui navigate in un mare diverso, un viaggio personale impudicamente condiviso in pubblico quello di Mr Pian Piano, ubriaco di sensazioni sonore lecite ed illecite. Certo c’è ben altro d’importante rispetto ai Simple Minds di cui dobbiamo ancora parlare, ma come in un film la storia era quella, le carezze suonavano con questa musica, gli occhi brillavano di conseguenza e le labbra erano un mondo meraviglioso. Tutto come da copione visto e rivisto nel corso dei secoli… Portate pazienza oggi vi strapazzo con immagini disconnesse e faccende deformate dalla memoria. Non dite che non vi avevo avvisato e cambiate canale finché siete in tempo.
Cosa sono i Simple Minds? Sono pompelmi a cui è stata data un’occasione, proprio come scrive Oscar Wilde, figli indubbiamente degli stratosferici Roxy Music (arriveranno pure loro se il tempo ci sarà concesso), sperimentatori nei loro primi tre dischi e poi poppettari accaniti. Infiliamoci in un tunnel dove non esisteva altro che il sacro vinile, ora riscoperto ed adorato con i suoi crick crack, i solchi sofferenti per i troppi ascolti, da girare dopo 20 minuti come una frittata, i difetti di fabbricazione, gli imbarcamenti ed i dolori vari ed eventuali, come sa benissimo chi si sia mai aavventurato nella produzione di tale supporto: variabile, capriccioso e bizzoso, ma indubbiamente adorabile. Primissimi anni del Liceo si andava a casa di Luca, il figlio del fornaio, che aveva una valanga di dischi (belli!) a pregarlo di prestarcene uno, come chiedono acqua gli assetati o i fedeli una grazia e allora incrociai l’ostinato di tastiere su cui correva la bella voce di un certo Jim Kerr e dei suoi Simple Minds con “Love Song”. Era pura new wave che strizzava l’occhio all’elettronica, come accadeva anche con i Depeche Mode in quegli anni (ne abbiamo parlato QUI). Facevamo allora le prime feste e non c’erano ragazze o ce n’erano poche e in verità le temevamo più che bramarle. Ora possiamo ammetterlo…
Mentre uscivano pietre miliari come “Unknown Pleasures” dei Joy Division ed i Police venivano in Emilia con i Cramps come supporters (irripetibili magie degli anni 80) a promuovere il loro ottimo “Regatta the blanc”, si andava delineando una delle ultime ondate (quarta, quinta, non so..) musicali, quella new wave che dopo il punk preparava la rinascita del rock. In quegli anni un provincialissimo Mr Pian Piano arriva in città e abbandona un paesello fatto allora di eroina e poco più, dove a breve molti coetanei sarebbero morti come mosche di AIDS. Il liceo, lo scalone di legno ogni mattino ed il professore di fisica e matematica con i baffi che vestiva Facis e fumava le Dunhill. Le ragazze della nostra classe, alcune belle, non ci guardavano neanche, perché eravamo mocciosi. Fantasticavamo di “New Gold Dream”, uscivano in commercio i primi walkman e girare per strada con “Somebody up there likes you” in cuffia era inebriante come una bottiglia di vino e più affascinante di un film. Dentro ai dischi dei Simple Minds trovavi ospiti come Herbie Hancock nel magnifico solo di tastiere di “Hunter and the Hunted” ed era uno spasso giocare a fare i decadenti neoromantici, tagliarsi i capelli in maniere improbabili, truccarsi e combinarne di ogni. La sbruffonaggine di chi teme il mondo nuovo in cui si ritrova. Un classico.
Poi una classe dopo l’altra i primi caldi abbracci con vestiti e senza vestiti, le sbornie di bourbon dozzinale sulla spiaggia, le arrampicate clandestine per raggiungere stanze d’albergo in quota, dove le finestre erano ad attenderci opportunamente socchiuse, i viaggi in Fiat 126 in autostrada e lo scozzese con la sua band che urlava “Speed your love to me” e finiva le cartucce creative dopo 5 ottimi album. La spensieratezza della gioventù finiva d’un botto in un’acida disillusione.
Jim Kerr si nasconde per tutti gli anni 90 dietro un eccesso di enfasi retorica e di impegno politico e scappa da dischi mediocri. Dove si nasconde? Si nasconde in Sicilia dove si innamora di una terra indubbiamente magica e qui nascono collaborazioni bizzarre come quella con un altro illustre musicista siciliano, ovvero Franco Battiato (ne abbiamo parlato QUI) con la canzone tratta dal disco “Ferro Battuto “Running against the grain”. Giustissimo dimenticare tutti gli album di questi anni, salvando una manciata di canzoni, per riscoprire i nostri eroi invecchiati, ma che negli ultimi due dischi “Big Music” e “Walk between worlds” hanno riscoperto anche le classifiche UK oltre a canzoni degne della loro storia.
Abbiamo malamente ricordato a spizzichi e bocconi una certa colonna sonora adolescenziale, scivolando all’indietro di 30/40 anni, smontando e rimontando arbitrariamente suoni e canzoni, biciclettate con un walkman in tasca e le cuffie sulla testa, panchine nei parchi pubblici dove tutto ribolliva malgrado il gelo, girovagare notturno senza meta in utilitaria a notte fonda e altre comuni facezie, rimaste incastrate nel cervello come immagini, odori, sensazioni, sapori. Ritrovate il tutto nella playlista se vi va di fare lo stesso gioco… CLICCATE QUI per un’antologica immersione nei Simple Minds e buon viaggio da parte di Mr Pian Piano.
Desiderate qualcosa di diverso dal pop dei Simple Minds? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Simple Minds: new wave, pop.
Definition of grapefruit: a lemon that has had an opportunity and knew how to take advantage of it
Oscar Wilde
It's easy to write your memories when you have a bad memory.
Arthur Schnitzler
Welcome to the whim of emotional geography, distorted and sugary memories, monumental for oneself and boring for the rest of humanity, of parties in warehouses where one kissed behind metal shelves with boxes on pallets and everything was bright and fragrant. If you're looking for absolute musical values from an encyclopedia of the best global bands, here you navigate in a different sea, a shamelessly shared personal journey in public by Mr. Pian Piano, drunk on licit and illicit sonic sensations. Certainly, there are more important things than the Simple Minds that we still need to talk about, but as in a movie, that was the story, caresses played with this music, eyes sparkled accordingly, and lips were a wonderful world. Everything as scripted, seen and reviewed over the centuries... Bear with me today as I pummel you with disconnected images and affairs distorted by memory. Don't say I didn't warn you, and change the channel while you still can.
What are the Simple Minds? Grapefruit that have been given an opportunity, just as Oscar Wilde writes, undoubtedly children of the stratospheric Roxy Music (they'll come later if time permits), experimenters in their first three albums and then devoted pop enthusiasts. Let's enter a tunnel where there was nothing else but the sacred vinyl, now rediscovered and adored with its crick-crack, grooves suffering from too many listens, to be turned after 20 minutes like an omelet, manufacturing defects, warpings, and various aches and pains, as anyone who has ever ventured into the production of such a medium knows: variable, capricious, and whimsical, but undoubtedly adorable. In the very early years of high school, we went to Luca's house, the baker's son, who had a landslide of (beautiful!) records, to beg him to lend us one, as thirsty people ask for water or the faithful for a grace, and then I crossed paths with the obstinacy of keyboards over which ran the beautiful voice of a certain Jim Kerr and his Simple Minds with "Love Song." It was pure new wave that winked at electronics, as also happened with Depeche Mode in those years. We were throwing our first parties, and there were no girls or very few, and to be honest, we feared them more than we desired them. Now we can admit it...
While milestones like "Unknown Pleasures" by Joy Division were coming out, and The Police came to Emilia with The Cramps as supporters (unrepeatable magic of the 80s) to promote their excellent "Reggatta de Blanc," one of the last waves (fourth, fifth, I don't know...) of music was taking shape, the new wave that, after punk, was preparing for the rebirth of rock. In those years, a very provincial Mr. Pian Piano arrives in the city and leaves a village made then of heroin and little else, where soon many peers would die like flies from AIDS. High school, the wooden staircase every morning, and the physics and math teacher with mustaches who wore Facis and smoked Dunhill. The girls in our class, some beautiful, didn't even look at us because we were brats. We fantasized about "New Gold Dream," the first Walkmans came on the market, and walking down the street with "Somebody Up There Likes You" in headphones was as intoxicating as a bottle of wine and more fascinating than a movie. Inside Simple Minds' records, you found guests like Herbie Hancock in the magnificent keyboard solo of "Hunter and the Hunted," and it was fun to play decadent neoromantics, cut our hair in improbable ways, put on makeup, and get up to all sorts of mischief. The arrogance of those who fear the new world in which they find themselves. A classic.
Then, class after class, the first warm embraces with clothes and without clothes, the cheap bourbon binges on the beach, the clandestine climbs to reach high hotel rooms, where the windows were conveniently left slightly ajar, the trips in a Fiat 126 on the highway, and the Scotsman with his band screaming "Speed Your Love to Me," and creative cartridges running out after 5 excellent albums. The carefree youth ended abruptly in an acidic disillusionment.
Jim Kerr hides behind an excess of rhetorical emphasis and political commitment throughout the 90s and escapes from mediocre records. Where does he hide? He hides in Sicily, where he falls in love with an undoubtedly magical land, and here bizarre collaborations are born, such as the one with another illustrious Sicilian musician, Franco Battiato, with the song from the album "Ferro Battuto" - "Running Against the Grain." Absolutely right to forget all the albums of these years, saving a handful of songs, to rediscover our aging heroes, but who in the last two albums, "Big Music" and "Walk Between Worlds," have also rediscovered the UK charts, along with songs worthy of their history.
We have awkwardly remembered in bits and pieces a certain adolescent soundtrack, sliding backward 30/40 years, arbitrarily disassembling and reassembling sounds and songs, biking with a Walkman in your pocket and headphones on your head, benches in public parks where everything bubbled despite the cold, wandering aimlessly at night without a destination in a small car late at night, and other common pranks, stuck in the brain like images, smells, sensations, and flavors. Find everything in the playlist if you want to play the same game... CLICK HERE for an anthology dive into Simple Minds, and happy travels from Mr. Pian Piano.
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