Seal: pop.
Il tennis è un'allegoria della vita. Molto spesso un tennista compete contro se stesso, non contro l'avversario.
Ogni volta che ripenso a tutti i dischi che ho realizzato, il valore risiede nel processo, non nel risultato finale. Non mi importa davvero cosa accada dopo, perché una volta finito, è fuori dal tuo controllo. Si tratta di quei momenti incredibili in cui sei in una stanza con i tuoi musicisti preferiti, e loro creano qualcosa di magico; allora catturi quell'energia per il disco.
Seal
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Si discuteva con l’amico Attilio a cena poche sere fa, sul senso di un disco come opera, con una sua gestazione, un pensiero che lo sottende, dei musicisti che lo popolano, una narrazione che l’artista o il gruppo vogliono veicolare, una copertina spesso interessante per la grafica, se non vera e propria opera artistica e altro di cui possiamo incolpare il lambrusco. Essenzialmente però il discorso è valido ed è il limite principale di (((RadioPianPiano))) che vi propone “assaggi”, playlist in cui gli ascoltatori meno pigri possono cogliere spunti per poi ascoltare un intero album, cercare di decriptare un’opera e goderne il senso nella sua completezza. Non posso quindi far altro dall’invitarvi ad ascoltare interi album degli artisti di cui parliamo, qui diamo solo indizi, non la soluzione di un giallo :)
Oggi mi sento di smentire quanto appena scritto a proposito di Seal. Il nostro da sempre frequenta classifiche e naviga nel pop dagli anni 90 e francamente non è che i suoi album siano, per me, da ascoltare dall’inizio alla fine. A volte troppa enfasi e dischi evidentemente vocati al successo ed al singolo di grido. Forse una raccolta delle sue canzoni, al solito soggettiva e opinabile, penso sia a tutti gli effetti esaustiva. Naturalmente è possibile dissentire radicalmente da questa mia considerazione. Seal apre le danze con una label non qualunque e mi riferisco alla futurista Zang Tumb Tumb, la creatura di Trevor Horn, mente degli Art of Noise di cui abbiamo già parlato qui, e produttore tra i più celebrati degli ultimi 20 anni del secolo scorso che ha dato suono e successo a band come Yes, FGTH, Grace Jones, Pet Shop Boys, ABC, Tina Turner, Marc Almond, Mike Oldfield e chi più ne ha più ne metta. Seal con la sua voce così caratteristica e poliedrica si affida all’esperto produttore e bassista di ottima levatura. E naturalmente diventa un successo internazionale.
Il suo è un pop, con sfumature soul e dance, che funziona molto bene, soprattutto grazie alla voce e a un lavoro di studio che vede all’opera sempre professionisti di grande levatura. Personalmente credo che a volte alcuni lavori siano troppo lavorati in studio e non mi dispiacerebbe sentirlo in versione acustica, con un accompagnamento scarno e meno arrangiato da produttori e tecnici del suono. Chissà prima o poi sarò accontentato….Detto questo Seal ha firmato ottime canzoni, accompagnate da suoni molto curati e impreziositi dalla sua caratteristica voce. Non è un caso se il nostro musicista di oggi calca le scene da oltre trent’anni: è un grande professionista.
Naturalmente spendere qualche chiacchera sulla musica di Seal significa ricordare la sua passione per il tennis ed il suo essere un tifoso accanito e un amico personale di Jannik Sinner, il nostro campione di tennis, che ha appena concluso una memorabile stagione. I due non si limitano ad una conoscenza “tra famosi”, ma coltivano un’autentica amicizia, fatta di reciproca stima e vicinanza. Seal è spesso nel box, lo spazio riservato ad allenatori e persone vicinissime al grande tennista e quando possibile i due si frequentano e Seal ne parla spendendo parole di grande ammirazione, andando oltre le doti sportive. Raccontare Seal è aprire una finestra anche su Jannik e la sua capacità di coltivare semplicità ed umiltà pur essendo il tennista più forte al mondo. Osservarne la ritrosia e la timidezza di fronte ai microfoni e alle interviste o nelle occasioni ufficiali è musica per gli occhi in quest’epoca dove pur di avere i riflettori su di sé i più son pronti a tutto.
Seal è una voce molto interessante e non dimentichiamolo il vincitore di quattro Grammy Award. La sua è anche una storia di redenzione da un’infanzia difficile con un padre violento, anni di gavetta durissima dove è riuscito a sbarcare il lunario solo grazie al welfare UK, esibendosi in piccoli locali per raccimolare qualche sterlina, fino ad arrivare all’incontro con il producer Adamsky ed al singolo “Killer” che sancisce la svolta nella sua carriera, l’incontro con Trevor Horn e l’inizio del successo planetario. Si sente nella sua musica tutto questo, la passione, lo slancio e anche la sofferenza. CLICCATE QUI per scoprire una playlista completamente dedicata al cantante inglese dalla voce espressiva, con alcuni dei suoi singoli e semplicemente le canzoni che preferisco dal suo repertorio.
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Seal: pop.
Tennis is an allegory for life. A lot of the time, a tennis player is competing against themselves, not the other person.
Whenever I think back on all the records that I have made, the value has been in the process, not in the end result. I don’t really care what happens to it afterwards because it is out of your hands. It is about the incredible moments where you are in a room with your favourite players and they do something that is magical, then you harness that energy for the record.
Seal
A few nights ago, during dinner with my friend Attilio, we were discussing the concept of an album as a work of art—a creation with its own gestation process, a thought underpinning it, musicians contributing to it, and a narrative the artist or group seeks to convey. Albums often feature a cover that is visually intriguing, sometimes a true artistic masterpiece, along with other elements we might blame on the Lambrusco we were drinking. However, the essence of our conversation holds true and points out the main limitation of (((RadioPianPiano))), which offers "tastings"—playlists from which less lazy listeners can find inspiration to explore a full album, attempt to decode its meaning, and enjoy its sense of completeness. So, I can only encourage you to listen to entire albums by the artists we discuss. Here, we merely provide hints, not the solution to the mystery. :)
Today, however, I feel like contradicting what I just wrote when it comes to Seal. He has consistently charted hits and navigated the pop scene since the 1990s, but to be honest, I don’t find his albums to be worth listening to from start to finish. Sometimes they’re overly dramatic, clearly aimed at achieving commercial success and producing a hit single. Perhaps a curated collection of his songs—inevitably subjective and open to debate—is, in my opinion, comprehensive enough. Of course, you’re welcome to disagree completely with my assessment.
Seal’s career began with a notable label: the avant-garde Zang Tumb Tumb, the brainchild of Trevor Horn. Horn, a celebrated producer of the last 20 years of the 20th century, shaped the sound and success of bands such as Yes, FGTH (Frankie Goes to Hollywood), Grace Jones, Pet Shop Boys, ABC, Tina Turner, Marc Almond, and Mike Oldfield, among others. With his distinctive, versatile voice, Seal entrusted himself to Horn, an experienced producer and accomplished bassist. Naturally, this led to international success.
Seal’s music is pop with soul and dance influences, working especially well thanks to his voice and the studio expertise of highly skilled professionals. Personally, I sometimes feel that his studio work is overly polished, and I’d love to hear him in a more acoustic setting, with sparse accompaniment, less refined by producers and sound engineers. Who knows—maybe someday I’ll get my wish. That said, Seal has created some great songs, enhanced by meticulous soundscapes and elevated by his unique voice. It’s no coincidence that this musician has been performing for over three decades.
Naturally, discussing Seal’s music also brings up his passion for tennis and his deep friendship with Jannik Sinner, the Italian tennis champion who has just wrapped up a memorable season. Their bond goes beyond a typical “celebrity acquaintance.” They share an authentic friendship, built on mutual respect and admiration. Seal is often seen in the player’s box—reserved for coaches and close companions—during Sinner’s matches. When possible, they spend time together, with Seal speaking of him with great admiration, far beyond his athletic abilities. Talking about Seal offers a glimpse into Sinner’s humility and simplicity, traits he maintains even as the world’s top tennis player. His reserved nature and shyness in interviews or official appearances are refreshing in an age when many will do anything for attention.
Seal’s voice remains one of the most interesting in the music industry, and let’s not forget that he’s a four-time Grammy Award winner. His life is also a story of redemption—from a difficult childhood with a violent father to years of grinding work, surviving only through UK welfare, performing in small venues for a few pounds. His breakthrough came with producer Adamski and the single “Killer,” which marked a turning point in his career, followed by his partnership with Trevor Horn and the beginning of global fame. You can feel all of this—passion, drive, and even pain—in his music. CLICK HERE to explore a playlist dedicated entirely to the English singer with an expressive voice, featuring some of his singles and my personal favorites from his catalog.
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