Ovunque ci troviamo, ciò che sentiamo è per lo più rumore. Quando lo ignoriamo, ci disturba. Quando lo ascoltiamo, lo troviamo affascinante. Il rumore di un camion a cinquanta miglia all'ora. Le interferenze tra le stazioni. La pioggia. Vogliamo catturare e controllare questi suoni, usarli non come effetti sonori ma come strumenti musicali.
I materiali della musica sono il suono e il silenzio. Integrarli significa comporre.
John Cage
If you read the post on your phone and the button “Read in English” doesn’t work, scroll down the page: the English version is after the Italian one.
Raccontarsi è oggettivamente impervio e se volete anche un po’ presuntuoso, ma qui credo sia occasione per mettere un po’ di carne nell’immaterialità del digitale, per dare un’idea di chi sono a chi segue queste pagine, andando oltre le parole. Ascolto e colleziono musica di ogni genere da quando ero un adolescente e la new wave fioriva in Great Britain invadendo tutto il pianeta con la sua forza esistenzialista ed innovativa. Migliaia di vinili e cd saturano la casa in cui vivo, una vera bulimia sonora mi affligge fin da quando ero bambino e creavo con un registratore a bobine della Geloso delle playlist, rubando le canzoni con un microfono esterno messo di fronte ad una vecchissima radio Mivar, quando passavano le canzoni del cuore.
Il suono era e resta per me una magia ben oltre le parole che abitano spesso la musica, poetiche, memorabili a tratti, ma umane, mentre il suono sembra andare al di là, invisibile e sempre così diverso, misterioso, potente e sorprendente. Suono che crea spazi ed a suo modo li definisce. Tuttavia non so suonare assolutamente nulla, nessun strumento, non ho mai imparato a leggere la musica e il buon senso mi avrebbe portato ad essere un vorace ascoltatore autodidatta ed a fermarmi lì. Manipolo strumenti analogici, percussioni, sintetizzatori, qualsiasi cosa mi capiti in mano e che generi suoni. Credo che la musica sia a suo modo salvifica, una medicina esistenziale, uno stare nel presente ritrovando se stessi e ne ho fatto la passione di una vita.
L’Emilia, la regione italiana in cui vivevo in quella fine di XX secolo era però paranoica, provincia esotica, popolata da uno sciame sismico creativo punk e post punk con gruppi punk come i CCCP per fare un nome e con una scena Bolognese sempre fertile, capace di aggregare non solo musicisti, ma anche artisti, teatranti, e altre diavolerie. Bande di soggetti arditi sono stati capaci di aprire club e riempirli dei migliori dj al mondo come accaduto con il Graffio prima e il Maffia poi, portando la musica elettronica in Italia, mostrando nuovi modi di fare musica e comporla, mentre parallellamente molti centri sociali erano diventati luoghi di fermento culturale, ricchi di percorsi che contemplavano sempre e comunque l’azione, il fare, l’aggregare ed il disgregare, lo sperimentare e l’azzardare. In questo humus atipico ed effervescente da ascoltatore sono diventato produttore di musiche, meglio dire rumori, collagista sonoro, punkettaro dei sintetizzatori, autodidatta affascinato dalla creatività che mi circondava, insieme ad altri giovinastri.
L’avvento dell’elettronica e del digitale ha fatto il resto, permettendomi attraverso la tecnologia di poter dar voce ad un approccio contemplativo al suono. Sono nate da allora ad oggi belle collaborazioni con artisti come Andrea Chiesi e Stefano Ricci, sonorizzazioni per Musei, come accaduto con i Civici Musei di Modena in occasione della mostra del fotografo Paul Caponigro, ma soprattutto percorsi comuni con musicisti come Fabrizio Tavernelli, Massimo Zamboni (CCCP, CSI), Eraldo Bernocchi (Harold Budd, Bill Laswell), Adi Newton (Clock Dva, Anti Group), Steve Kilbey (The Church), Christine Hanson, Gavin Friday (Virgin Prunes), Luca Roccatagliati ( Franco D’Andrea) Tim Motzer (David Sylvian), Silvia Corda e Simon Balestrazzi per citarne alcuni. Persone che mi hanno influenzato molto ed hanno contribuito a costruire un “mio” immaginario musicale.
Il suono resta per me un evento totalizzante che, come ho già scritto, costruisce uno spazio, un’architettura invisibile e da 10 anni con il progetto Samora e non solo, cerco di dar voce a questo approccio. Mi è stato chiesto recentemente dall’Associazione Rizosfera con cui collaboro e che ha pubblicato alcuni miei ultimi lavori, di creare un mix, una sorta di viaggio antologico nelle produzioni degli ultimi 10 anni. Ne è uscita un’ora di musica, un riassunto credo efficace dei suoni creati dal sottoscritto nell’ultima decade. Mi son detto perché non proporlo anche su (((RadioPianPiano)))? Oggi vi ho quindi cucinato qualcosa di autobiografico: CLICCATE QUI per ascoltare un viaggio tra musica ambient, elettronica e soundtrack, un insieme di musiche diverse in un dj set, un racconto di me stesso attraverso il suono.
PS: se preferite i singoli album ad un dj set vi invito a consultare questa pagina.
Desiderate qualcosa di diverso dalle atmosfere eteree di Samora? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
CLICCATE QUI e aprite l’archivio delle monografie di grandi musicisti in ordine alfabetico.
Volete esplorare il progetto multimediale online che sto realizzando con Adi Newton (Clock Dva, Anti Group) tra arte e musica? CLICCATE QUI per scoprirlo.
Stanchi di musica? Desiderate leggere di economia, politica e finanza con uno sguardo alieno? (((RadioPianPiano))) consiglia di frequentare Alieno Gentile e la sua dimora digitale.
PS: se volete sostenere (((RadioPianPiano))) sottoscrivete un abbonamento annuale (30 euro) o mensile di 5 euro. Il gesto sarà apprezzato visto il lavoro settimanale che c'è dietro a queste pagine. Non potete o non volete? Sottoscrivete la newsletter: è gratis. Grazie.
Samora: electronic.
Wherever we are, what we hear is mostly noise. When we ignore it, it disturbs us. When we listen to it, we find it fascinating. The sound of a truck at fifty miles per hour. Static between the stations. Rain. We want to capture and control these sounds, to use them not as sound effects but as musical instruments.
Materials of music are sound and silence. To integrate them is to compose.
John Cage
Telling about yourself is objectively difficult and, if you want, a bit presumptuous, but here I believe it's an opportunity to add some substance to the immateriality of the digital realm, to give an idea of who I am to those who follow these pages, going beyond words. I've been listening to and collecting music of all genres since I was a teenager, when the new wave was flourishing in Great Britain, invading the whole planet with its existentialist and innovative force. Thousands of vinyl records and CDs saturate the house where I live; a true sonic bulimia has afflicted me since I was a child, creating playlists with a Geloso reel-to-reel recorder, recording songs with an external microphone placed in front of a very old Mivar radio, when the songs of the heart were playing.
Sound was and remains for me a magic far beyond the words that often inhabit music, poetic, memorable at times, but human, while sound seems to go beyond, invisible and ever so different, mysterious, powerful and surprising. Sound that creates spaces and in its own way defines them. However, I can play absolutely nothing, no instruments, I never learned to read music and common sense would have led me to be a voracious self-taught listener and stop there. I manipulate analog instruments, percussion, synthesizers, whatever comes into my hands and what ever genres it sounds like. I believe that music is in its own way salvific, an existential medicine, a being in the present by finding oneself, and I have made it a lifelong passion.
Emilia, the Italian region where I lived in that late 20th century, however, was a paranoid, exotic province populated by a creative punk and post-punk seismic swarm with punk bands like CCCP to name a name and with an always fertile Bolognese scene capable of aggregating not only musicians but also artists, thespians, and other deviltry. Bands of daring individuals were able to open clubs and fill them with the best DJs in the world as happened with Graffio first and Maffia later, bringing electronic music to Italy, showing new ways of making music and composing it, while in parallel many social centers had become places of cultural ferment, rich in paths that always contemplated action, doing, aggregating and disrupting, experimenting and daring. In this atypical and effervescent humus from being a listener I became a producer of music, better to say noise, a sound collagist, a synthesizer punkettaro, a self-taught artist fascinated by the creativity that surrounded me, along with other youngsters.
The advent of electronic music and digital technology did the rest, allowing me through technology to give voice to a contemplative approach to sound. Since then, beautiful collaborations have arisen with artists like Andrea Chiesi and Stefano Ricci, soundtracks for museums, as happened with the Civic Museums of Modena on the occasion of the exhibition of photographer Paul Caponigro, but above all common paths with musicians like Fabrizio Tavernelli, Massimo Zamboni (CCCP, CSI), Eraldo Bernocchi (Harold Budd, Bill Laswell), Adi Newton (Clock Dva, Anti Group), Steve Kilbey (The Church), Christine Hanson, Gavin Friday (Virgin Prunes), Luca Roccatagliati (Franco D'Andrea), Tim Motzer (David Sylvian), Silvia Corda, and Simon Balestrazzi to name a few. People who have influenced me a lot and have contributed to building a "my" musical imaginary.
Sound remains for me a totalizing event that, as I have already written, constructs a space, an invisible architecture, and for 10 years with the Samora project and beyond, I have tried to give voice to this approach. I was recently asked by the Rizosfera Association with which I collaborate and which has published some of my latest works, to create a mix, a sort of anthological journey through the productions of the last 10 years. An hour of music came out of it, I believe an effective summary of the sounds created by myself in the last decade. I thought to myself why not propose it also on (((RadioPianPiano)))? So today I cooked up something autobiographical for you: CLICK HERE to listen to a journey through ambient music, electronics, and soundtracks, a mix of different music in a DJ set, a tale of myself through sound.
PS: If you prefer individual albums to a DJ set, I invite you to consult this page.
Do you want something different from the ethereal atmospheres of Samora? Mr. Pian Piano's jukebox with all the musicians on our intriguing menu, as every Sunday, is at your complete disposal: classical, jazz, pop, rock, and ambient are there waiting for you. If you want to discover other monographs curated by Mr. Pian Piano of dozens and dozens (and dozens) of superb musicians, just settle in here: CLICK HERE, and the archive of monographs of great musicians in alphabetical order will magically open for you.
Want to explore the multimedia project online I'm creating with Adi Newton (Clock Dva, Anti Group) between art and music? CLICK HERE to discover it.
Tired of music? Do you want to read about economics, politics, and finance with an alien gaze? (((RadioPianPiano))) recommends visiting Alieno Gentile and his digital abode.
PS: If you want to support (((RadioPianPiano))), subscribe to an annual membership (30 euros) or a monthly one for 5 euros. The gesture will be appreciated given the weekly work behind these pages. Can't or don't want to? Subscribe to the newsletter: it's free. Thank you.