Credo che Sade non sia solo un marchio. Faccio solo registrazioni quando sento di avere qualcosa da dire. Non sono interessata a pubblicare musica solo per il gusto di vendere qualcosa.
Sade Adu
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Quando ero un giovanotto dedito al post punk con una spiccata vena esistenzialista e perennemamente polemico (sì lo so, lo sono anche ora, MA sono migliorato credetemi) i miei ascolti erano Joy Division, Cure e Siouxie and the Banshees e Sade era robetta borghese da guardar con disprezzo dall’alto in basso. Però la si guardava, perché era così bella e la si ascoltava colpevolmente di nascosto. Cosa dire di Sade? Bhè che i suoi dischi suonano dopo quarant’anni benissimo, nella struttura pop jazzy, immediata e accattivante. In auto fanno la loro figura mentre il paesaggio si lascia risucchiare dal parabrezza e gli arrangiamenti sono lì a lasciarsi ascoltare come si fa con un classico che non risente del tempo. Certo a volte spunta una tastiera anni 80 o un giro troppo mieloso, ma subito affoga in questa voce calda, in testi che sono semplici, ma non banali. Così le sue canzoni sono diventate sinonimo di bellezza e la esaltano, come spesso accade con il pop ben fatto: una strada deserta o una spiaggia vuota diventano poetiche con Sade che canta in sottofondo.
Mentre recitavo la parte del presuntuosetto adolescente Sade vendeva 50 milioni di copie in tutto il pianeta, anno dopo anno, disco dopo disco. Quindi? Quindi è bene scoprire o meglio riscoprire tutte le doti della ex modella, arrangiatrice, cantante e compositrice (tzé!). Bastano pochi accordi e la ragazza prima, donna matura, ora ci porta qua e là, in quell’indolenza magica dove la pigrizia non è pigrizia, ma contemplazione. Contemplazione di cosa? Della danza che intorno balliano da mane a sera, inconsapevolmente. Aggrappati alla sua voce arriva subito una “pausa” e ad occhi chiusi o aperti le immagini scorrono come in un film e siamo spettatori e non più attori. Quel che accade, accade.
Questa capacità di suscitare immagini delle sue canzoni ha avuto ovviamente riscontri nella carriera della cantante, come ad esempio l’apprezzato brano “the big unknown” per l’ultimo film del sempre ottimo regista Steve McQueen “Widows”. Bastano poche note di pianoforte o accordi di chitarra e costante la magia preparata dalla cantante di origini anglo-nigeriane decolla. Ad oggi questo è il suo ultimo bel brano dato alle stampe, se così possiamo dire nell’epoca dello streaming….
Che sia malinconica, trip-hop, folk o jazzy Sade e compari musici hanno capito bene la ricetta del pop e costantemente dagli anni 80 sanno fabbricare easy listening di ottima qualità. Lo si distingue dal cascame di cantantine con basi hip hop che infetta le radio immediatamente, come i Caraibi non sono Riccione. Certo il pop è quella cosa un po’ troppo rosa, ma la nostra regina sa condire le sue storie non solo con lo zucchero, ma anche con sale e amarezza e questo indubbiamente aumenta il gradimento mio e di Mr Pian Piano.
Alla fine gli stessi arrangiamenti, pur senza rischiare mai di un millimetro, non sono mai banali e regalano sempre qualche sorpresa giocando con i generi che plasticamente si adattano alla nostra eroina e le fanno sempre sbancare il botteghino vincendo grammy anche a distanza di oltre 20 anni. La nostra singer e la sua band non sono infatti prolifici ed i dischi escono con il contagocce e magari anche questo è un segreto per distillare buone canzoni. In 36 anni solo 6 album in studio per la nostra bellezza multietnica.
Mr Pian Piano annuisce e mi mostra la pentola che ribolle di sugo di note e pummarola. Non un’immagine degna di cotanta eleganza, ma si sa, qui siamo un pochetto sciamannati e sproloquiamoanche di fronte a tanta eterea bellezza. La playlist di oltre due ore è cucinata a puntino miei cari, per i vostri momenti romantici, malinconici o contemplativi: non perdetela. Un altro dono prezioso di Mr Pian Piano. Stay in touch!
Desiderate qualcosa di diverso dal pop raffinato di Sade? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Sade: pop.
I only make records when I feel I have something to say. I'm not interested in releasing music just for the sake of selling something. Sade is not a brand.
Sade Adu
When I was a young man devoted to post-punk with a pronounced existentialist and perpetually polemical streak (yes, I know, I still am, BUT I've improved, believe me), my listens were Joy Division, Cure, and Siouxie and the Banshees, and Sade was bourgeois stuff to be looked down upon with disdain. But you did look at her because she was so beautiful, and you listened guiltily in secret. What to say about Sade? Well, that her records sound fantastic after forty years, with their jazzy, immediate, and catchy pop structure. In the car, they hold their own as the landscape is sucked in through the windshield, and the arrangements are there to be listened to like a classic that is timeless. Of course, sometimes an 80s keyboard or an overly syrupy riff pops up, but it immediately drowns in this warm voice, in lyrics that are simple but not trivial. Thus, her songs have become synonymous with beauty, exalting it, as often happens with well-made pop: a deserted road or an empty beach becomes poetic with Sade singing in the background.
While I played the part of the presumptuous teenager, Sade sold 50 million copies worldwide, year after year, album after album. So? Well, it's good to discover or rather rediscover all the qualities of the former model, arranger, singer, and composer (tzé!). Just a few chords, and the girl first, mature woman now, takes us here and there, into that magical indolence where laziness is not laziness but contemplation. Contemplation of what? The dance that goes on around from morning till night, unconsciously. Clinging to her voice comes an immediate "pause," and with eyes closed or open, images flow like in a movie, and we are spectators and no longer actors. What happens, happens.
This ability to evoke images in her songs has obviously had repercussions in the singer's career, such as the appreciated song "the big unknown" for the latest film by the always excellent director Steve McQueen, "Widows." Just a few piano notes or guitar chords, and the magic prepared by the singer of Anglo-Nigerian origin takes off. To date, this is her last beautiful song released, if we can say so in the era of streaming....
Whether melancholic, trip-hop, folk, or jazzy, Sade and her fellow musicians have understood the pop recipe well and consistently since the 80s, producing high-quality easy listening. It stands out from the rubble of hip-hop-based songs that infect the airwaves immediately, like the Caribbean is not Riccione. Certainly, pop is a bit too pink, but our queen knows how to season her stories not only with sugar but also with salt and bitterness, and this undoubtedly increases my and Mr. Pian Piano's liking.
In the end, the same arrangements, without ever risking a millimeter, are never banal and always offer some surprises by playing with genres that adapt to our heroine and always make her a box office hit, winning Grammy Awards even more than 20 years later. In fact, our singer and her band are not prolific, and the albums come out sparingly, and maybe this is also a secret to distill good songs. In 36 years, only 6 studio albums for our multiethnic beauty.
Mr. Pian Piano nods and shows me the pot bubbling with a sauce of notes and tomatoes. Not an image worthy of such elegance, but you know, we're a bit eccentric here and we ramble on in the face of such ethereal beauty. The playlist of over two hours is cooked to perfection, my dear ones, for your romantic, melancholic, or contemplative moments: don't miss it. Another precious gift from Mr. Pian Piano. Stay in touch!
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