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Rolling Stones: rock, blues.
Li vedrei bene in pensione da 40 anni, ma negli anni d'oro sono stati una bomba....
Eravamo giovani, belli e stupidi. Ora siamo soltanto stupidi
Mick Jagger
Scrivere un pezzo sugli Stones significa immergersi in una serie di luoghi comuni asfissianti, ma oggi Mick, il mitico Mick saltellante di letto in letto, amante impenitente di fanciulle di varie generazioni, ha compiuto giovedì scorso 80 anni. Far finta di niente sarebbe un’autentica porcheria. Al solito, ormai chi mi segue lo sa, affronterò la faccenda come un’incongrua pagina di diario, abbandonando ogni pretesa enciclopedica, per quello ci sono i critici musicali, includendo facezie e ovviamente dimenticando cose fondamentali. La prima volta che ascoltai intorno alla quinta elementare “I can’t get no satisfaction” una cosa mi fu subito chiara: i Rolling Stones erano e sono i riff di chitarra di Mr Keith Richards, conservatore assoluto, contrario ad ogni innovazione nel suono della band al punto di maltrattare oltre ogni limite il visionario e geniale Brian Jones ed a respingere a denti stretti ogni velleità di Mick Jagger per rinnovare il suono della band intorno agli anni 80. Mai sia! Però i riff di Keith..
Mentre i Beatles sperimentavano instancabilmente, cercando sempre nuove strade al pop e al rock, gli Stones liberatisi dell’irrequieto Brian Jones annegato in piscina strafatto, non si sa come con si sa perché ma vabbé, restano essenzialmente quella roba lì: blues rock con qualche puntatina pop. Devo confessare che le pietre rotolanti non mi sono mai state simpaticissime.. Vuoi per la chiusura a qualsiasi sperimentazione, vuoi per la fame ossessiva di quattrini che li ha tenuti insieme anche in decenni dove la pensione era assai consigliata, vuoi per la mancanza di rispetto con un tour iniziato qualche mese dopo la morte dello storico batterista Dave Watts o per le interviste dove Richards definisce Brian Jones “uno stronzo” o per gli Hells Angels scritturati a far da servizio d’ordine ai loro concerti e responsabili di un accoltellamento mortale, simpatia direi proprio non ne emanano…….Eppure certi pezzi, magari con un piano sequenza di Martin Scorsese (grande ammiratore degli Stones) bastano a far dimenticare ogni cosa e siamo catapultati in un mondo crudamente perfetto, se poi c’è anche Jack Nicholson a riempire la scena siamo già in un paradiso deviante.
Insomma, insomma, c’è ben poco da fare dire o brontolare, la miscela era ed è stata negli anni d’oro esplosiva, pura nitroglicerina in un’epoca in cui il rock era sporca esigenza trasgressiva, urlo politico, nudismo e sessualità dirompente, contestazione pacifica e cruenta delle convenzioni borghesi e dei benpensanti con il loro carico di dettami religiosi da ossequiare meccanicamente. Era un altro mondo, oggi andare ad un concerto di massa significa sborsare se va bene 100 euro, chiudersi in uno stadio di fronte ad una cascata incongrua di maxischermi digitali ed incontrare il tuo direttore di banca con jeans e felpa che ti sorride e saltella beato con il cellulare acceso per filmare video inguardabili ed inascoltabili. Gli Stones non hanno mai avuto la sensibilità politica di Lennon, l’estro di McCartney o la passione filosofica di Harrison…I Rolling Stones erano e sono da ascoltare dall’ombelico in giù, non roba di testa, non particolari elaborazioni intellettuali e forse sarà per questo che il demonio la fa da protagonista in uno dei loro pezzi migliori? Forse…
Tornando a Jagger, mitico e sfrontato frontman, animale da palco come pochi, pervaso da una incontenibile voracità di pubblico, soldi e sesso, monumento vivente al classico “sex&drugs and rock’n roll” cosa possiamo mai dire? Bhé sarà difficile trovarne un altro e la sua faccia da vecchio di oggi è solo una maschera, perché in effetti idealmente non è invecchiato. Come personaggio pubblico resta l’eterno giovanotto voglioso, affamato di vita, che ripropone le stesse mosse, la stessa musica, accompagnato dalle stesse bellissime modelle. Ne esce un Dorian Gray della musica rock, oggi incartapecorito nell’involucro esterno, ma che interiormente è evidentemente come a fine anni 60 un ragazzo. E alla fin fine non è questo il rock? Una musica eternamente giovane, eternamente adolescente, recalcitrante a cambiare moduli efficaci ed immediati. Forse una domanda sorge dopo oltre mezzo secolo di rock: sta perdendo la sua spinta primigenia? È un linguaggio che si sta consumando e sta perdendo efficacia? Non un problema dei Rolling Stones che quell’epoca l’hanno vissuta al massimo dello splendore lasciando un’impronta indelebile. Ora siamo a 2000 anni luce da quell’epoca..
Sedetevi con comodo nella nostra trattoria sonora, sapori forti e balli sfrenati, baccanali, orge, droghe ed allucinazioni saranno servite in abbondanza con il sapore tipico del blues. Godetevi un suono maledetto, tre accordi in croce da sparare a volume contundente, svolazzando per tutta la notte qua e là senza tetto né legge. Il vostro Mr Pian Piano evidentemente ed inguaribilmente beatlesiano, non poteva però non omaggiare l’ottantenne Mick Jagger e la sua parabola sui palchi di tutto il pianeta. CLICCATE QUI per un viaggio tra i classici dei Rolling Stones selezionati dal vostro chef sonoro di fiducia. Guardate infine questa magnifica foto non di Mick, ma di Keith, pure lui stravecchio come una bottiglia di Vecchia Romagna etichetta nera. Brinda con Marianne Faithfull così bella e autrice di alcuni testi dei Rolling Stones e anche così innamorata del Mick giovane e bello, ma poi sbroccata tra eccessi vari di ogni tipo e genere e risorta stracarica di poesia con dischi a suo nome molto interessanti. La foto ce li restituisce entrambi bellissimi nello sguardo e ci mostra in un lampo la caducità delle cose terrene e al contempo quel che unisce tra loro gli esseri umani.
Desiderate qualcosa di diverso dalle musiche indemoniate delle pietre rotolanti? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui: