Robert Wyatt: pop, jazz, other.
Non sono, per natura, un collaboratore. Le mie influenze più grandi sono state persone come pittori e poeti. Questi sono lavoratori solitari.
Quando ho perso l'uso delle gambe del mio charleston e del pedale del rullante, sono diventato fondamentalmente un cantante. Ero un batterista che faceva un po' di canto, e poi sono diventato un cantante che faceva un po' di percussioni.
Robert Wyatt
Oggi vi racconto un barbone marxista duro e puro che ha sempre lasciato di stucco i musicisti che lo hanno circondato per le sue idee estreme da rivoluzionario e l’intransigenza anche su un piano creativo. L’ho incrociato sulla sua sedia a rotelle al salone della musica di Torino vent’anni fa ed in un rapido incrocio di sguardi ho capito chi era: Robert Wyatt, il poeta! Per certi aspetti potrebbe essere un artista isolato e lo è stato con ricorrenti difficoltà economiche, ma ha intorno a sé il meglio della musica UK che lo venera ed è pronto ad aiutarlo come un piccolo dio e niente accade per caso. Chi è Robert Wyatt? Trattasi di un musicista e cantautore britannico con una carriera straordinaria che si estende per oltre cinque decenni. Nato il 28 gennaio 1945 a Bristol, Wyatt è diventato una figura influente nella scena della musica sperimentale e progressiva, lasciando un’impronta indelebile nel panorama musicale, protagonista di quella scena di Canterbury unica e seminale.
Wyatt ha iniziato la sua carriera musicale come batterista e cantante per la band psych-rock-jazz dei Soft Machine alla fine degli anni ’60. La band è stata pioniera del rock progressivo, mescolando elementi di jazz, rock e sperimentazione sonora. Wyatt ha contribuito in modo significativo alla loro musica con la sua voce unica e il suo stile di batteria particolare. Sì la voce, perché la voce di Wyatt merita una sosta: la riconoscereste tra milioni di voci, inconfondibile e questo grande artista la utilizza in modo unico. Ci sono musiche che sono narrazioni, romanzi parole distese su pentagrammi di suoni per donarci una storia, la voce di Wyatt è poesia, poesia purissima più che racconto.
Oggi non parliamo del Wyatt batterista con i Soft Machine, ma del Robert solista. Il nostro uomo dopo aver lasciato i Soft Machine nel 1971 ha intrapreso una carriera da solista che lo ha portato a sperimentare con una vasta gamma di generi musicali. Il suo primo album solista, “The End of an Ear” del 1970, svela la sua inclinazione per la sperimentazione, incorporando elementi di jazz, free improvisation e collage sonori. Appena intrapresa questa carriera il nostro durante una notte di bagordi, sballi e alcolici vola dalla finestra di un’abitazione e atterra in totale rilassatezza al suolo andando incontro alla morte che lo tiene tra le sue braccia per alcuni giorni.
Wyatt non muore e torna tra noi, ma perdendo per sempre l’uso delle gambe e per un batterista non è una passeggiata…,. Tuttavia il rivoluzionario non si arrende e affronta questa sfida con straordinaria determinazione. La compagna di lunga data di Robert Wyatt, Alfreda Benge, conosciuta anche come Alfie lo accompagna nella rinascita. Alfie è un’artista visiva e poetessa britannica e collabora strettamente con Wyatt durante gran parte della sua carriera musicale, creando le copertine degli album, contribuendo ai testi delle canzoni, amandolo e supportandolo artisticamente. Il nostro con intorno i vari Brian Eno, David Gilmour, Phil Manzanera, Nick Mason, Bjork e chi più ne ha più ne metta, si “rimette in piedi” donandoci poesia a piene mani. La voce dolce e intima è diventata il suo marchio distintivo, insieme alle sue abilità compositive e all’uso innovativo degli strumenti elettronici. Ne escono album lunari, grondanti poesia, malinconia e riflessività. Le canzoni Wyatt sono caratterizzate da arrangiamenti complessi, testi poetici e un senso di vulnerabilità emotiva che ha colpito profondamente chi lo ascolta, compreso il vostro Mr Pian Piano.
La musica di Robert Wyatt non è fatta per essere assaporata distrattamente chiacchierando di altro o per accompagnare aperitivi, proprio come la poesia che non la si sfoglia ogni giorno, magari prima di addormentarsi. La poesia la cerchiamo quando ci chiama e così la musica di Robert Wyatt, per certi aspetti non sempre facile ed a tratti triste e profondamente malinconica. Allora accomodatevi in questa domenica particolare per mettere da parte un pasto sonoro poetico, magar da riscoprire il prossimo inverno o da gustare in un solitario crepuscolo estivo. CLICCATE QUI per scoprire il Robert Wyatt solista e godervi la sua voce unica e le sue melodie sghembe e mai scontate.
Desiderate qualcosa di diverso dal mondo poetico di Robert Wyatt? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
CLICK QUI e l’archivio delle monografie di grandi musicisti in ordine alfabetico vi si aprirà per magia.
Stanco di musica? Vuoi leggere di economia, politica e finanza con uno sguardo alieno? (((RadioPianPiano))) ti consiglia di frequentare Alieno Gentile e la sua dimora digitale.
PS: se volete sostenere (((RadioPianPiano))) sottoscrivete un abbonamento annuale (30 euro) o mensile di 5 euro. Il gesto sarà apprezzato visto il lavoro settimanale che c'è dietro a queste pagine. Grazie.
Robert Wyatt: pop, jazz, other.
I’m not, by nature, a collaborator. My biggest influences were people like painters and poets. These are solitary workers.
When I lost the use of my hi-hat and bass drum legs, I became basically a singer. I was a drummer who did a bit of singing, and then I became a singer who did a bit of percussion.
Robert Wyatt
Today, I'll tell you about a hardcore Marxist vagabond who has always astonished the musicians around him with his extreme revolutionary ideas and intransigence, even on a creative level. I crossed paths with him on his wheelchair at the Turin music salon twenty years ago, and in a brief exchange of glances, I understood who he was: Robert Wyatt, the poet! In some ways, he might be considered an isolated artist, and he has faced recurring financial difficulties, but he is surrounded by the best of the UK music scene, which venerates him and is ready to assist him like a little god. Nothing happens by chance. Who is Robert Wyatt? He is a British musician and singer-songwriter with an extraordinary career spanning over five decades. Born on January 28, 1945, in Bristol, Wyatt has become an influential figure in the experimental and progressive music scene, leaving an indelible mark on the musical landscape, a protagonist of that unique and seminal Canterbury scene.
Wyatt began his musical career as a drummer and singer for the psych-rock-jazz band Soft Machine in the late '60s. The band was a pioneer of progressive rock, blending elements of jazz, rock, and sound experimentation. Wyatt significantly contributed to their music with his unique voice and distinctive drumming style. Yes, the voice, because Wyatt's voice deserves a stop: you would recognize it among millions of voices, unmistakable, and this great artist uses it uniquely. There are musics that are narratives, novels, words laid out on staves of sounds to give us a story; Wyatt's voice is poetry, pure poetry rather than a tale.
Today, we won't talk about Wyatt, the drummer with Soft Machine; instead, we focus on the solo Robert. After leaving Soft Machine in 1971, our man embarked on a solo career, experimenting with a wide range of musical genres. His first solo album, "The End of an Ear" in 1970, reveals his inclination for experimentation, incorporating elements of jazz, free improvisation, and sound collage. Just as he started this career, our man, during a night of revelry, drug use, and alcohol, flew out of a window and landed on the ground in total relaxation, facing death, which held him in its arms for a few days.
Wyatt doesn't die and returns to us, but losing the use of his legs forever, and for a drummer, it's not a walk in the park. However, the revolutionary doesn't give up and faces this challenge with extraordinary determination. Robert Wyatt's long-time companion, Alfreda Benge, also known as Alfie, accompanies him in this rebirth. Alfie is a British visual artist and poet, collaborating closely with Wyatt throughout much of his musical career, creating album covers, contributing to song lyrics, loving him, and supporting him artistically. With various figures like Brian Eno, David Gilmour, Phil Manzanera, Nick Mason, Bjork, and many more around him, he "stands up" again, giving us poetry in abundance. The sweet and intimate voice has become his trademark, along with his compositional skills and innovative use of electronic instruments. Out of this come lunar albums, dripping with poetry, melancholy, and reflectiveness. Wyatt's songs are characterized by complex arrangements, poetic lyrics, and a sense of emotional vulnerability that deeply strikes those who listen, including your Mr. Pian Piano.
Robert Wyatt's music is not meant to be casually savored while chatting about other things or to accompany aperitifs, just like poetry that you don't flip through every day, perhaps before falling asleep. We seek poetry when it calls us, and so Robert Wyatt's music, in some respects, is not always easy, sometimes sad, and profoundly melancholic. So, settle in this particular Sunday to set aside a poetic musical feast, perhaps to rediscover next winter or to enjoy in a solitary summer twilight. CLICK HERE to discover solo Robert Wyatt and enjoy his unique voice and his crooked and never predictable melodies.
Would you like something different from the poetic world of Robert Wyatt? Mr. Pian Piano's jukebox with all the musicians on our intriguing menu, as every Sunday, is at your complete disposal: classical, jazz, pop, rock, and ambient are there waiting for you. If you want to discover other monographs curated by Mr. Pian Piano of dozens and dozens (and dozens) of superb musicians, just settle in here: CLICK HERE, and the archive of monographs of great musicians in alphabetical order will magically open for you.
Tired of music? Do you want to read about economics, politics, and finance with an alien gaze? (((RadioPianPiano))) recommends visiting Alieno Gentile and his digital abode.
PS: If you want to support (((RadioPianPiano))), subscribe to an annual (30 euros) or monthly subscription of 5 euros. The gesture will be appreciated given the weekly work behind these pages. Thank you.