Bebop e hip-hop sono collegati in tanti modi. Molti rapper mi ricordano i musicisti bebop, per l’improvvisazione, i ritmi e le rime. Il mio sogno è vedere l'hip-hop integrato nell'educazione. Hai i giovani del mondo nel palmo della tua mano.
Ho perso mia madre quando avevo 7 anni e l'hanno portata in un ospedale psichiatrico. Io e mio fratello l'abbiamo vista portare via in camicia di forza. È una cosa che non dimentichi mai. E la mia matrigna era come nel film Precious. Non riuscivo a sopportarlo. Così mi sono detto: 'Non ho una madre. Non ne ho bisogno. Lascerò che la musica sia la mia madre.
Quincy Jones
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Ci ha lasciato il Re, viva il Re! Il regno inizia tra gli anni 50 e 60 del secolo scorso con una rapida carriera come trombettista, arrangiatore e direttore d'orchestra che porta il musicista di oggi a collaborare con nomi da niente come Ray Charles, Lionel Hampton, Count Basie, Sarah Vaughan, Betty Carter, Dizzy Gillespie, Miles Davis, Frank Sinatra, Barbra Streisand e Tony Bennett. Come non bastasse il nostro uomo sbarca ad Hollywood a dar prova del proprio talento diventando uno dei compositori di colonne sonore più richiesti e talentuosi. Eccolo metter la sua firma nelle soundtrack di lungometraggi come "A sangue freddo", "La calda notte dell'Ispettore Tibbs", "Getaway, il rapinatore solitario" e di serie televisive come "Radici" e "Sanford and Son" o “Ironside”. Di chi parliamo? Ovviamente di “Q”, l’uomo che sapeva fare tutto.
Quincy Jones, l’uomo che con la musica sapeva fare tutto, ci ha lasciato questa settimana, riposi in pace. Ha avuto una lunga vita e c’è la sua firma come produttore (e compositore) in uno dei dischi più venduti della storia, quel “Thriller” di Michael Jackson che ancora sorprende per le sonorità e gli arrangiamenti, ma questa è solo la parte emersa dell’iceberg. Mr Q parte con il jazz e la black music e ne assorbe la spinta creativa, il gusto per l’improvvisazione, la spontaneità ed il taglio netto con le categorie e le gabbie di genere, verso una trasversalità dove i linguaggi si mescolano, sovrappongono e ibridano. Compositivamente quindi un musicista caratterizzato da un’estrema libertà e dalla capacità di saper osservare e ascoltare con attenzione quel che accadeva di nuovo decade dopo decade e reinterpretarlo con una classe unica. La citazione con cui abbiamo aperto lo certifica, quando già anziano ha saputo guardare all’hip hop senza censure o paraocchi.
Mr Q viene dalla black music, ha nel sangue il ritmo, e rafforza questo elemento culturale e musicale iniziando la sua carriera con il jazz, il soul e ovviamente la disco ed è capace di portare questi linguaggi anche nella musica per il cinema e nelle composizioni anche per artisti non di colore come Frank Sinatra, solo per fare uno dei tanti grandi nomi. Il suo sound raffinato diventa uno standard, curato nei dettagli sia che si parli di orchestre che del classico organico pop, Quincy Jones lavora da artista ed artigiano ad ogni aspetto con maniacale cura per il suono e la composizione. Riascoltarlo significa riscoprire la filigrana di questo lavoro di studio meticoloso, dove nulla è lasciato al caso, ma dove la freschezza non si perde mai in sterili tecnicismi o vuoti esercizi di stile. Un equilibrio invidiabile tra forma e sostanza.
L’attenzione per il “groove” di Quincy Jones, la cura per l’impianto ritmico di ogni composizione, dove intorno alla forza di basso e batteria si costruisce una complessità che rafforza e concorre alla pulsazione di ogni brano è evidente ed ha fatto del nostro artista di oggi una stella con cui ogni artista ha sognato di lavorare. Billie Jean, la famosissima hit con Michael Jackson rende in musica con chiarezza questo approccio che possiamo considerare come una costante del suo lavoro di arrangiatore, compositore e produttore. Naturalmente per dispiegare questo metodo Quincy Jones è stato un musicista eclettico, completamente libero e caratterizzato dalla capacità di entrare in diversi linguaggi possedendone il vocabolario con sicurezza e leggerezza.
Cucinando la playlista, in cui mi sono sbizzarrito navigando tutti i generi o quasi finiti tra le mani magiche di Mr Q, sono rimasto sorpreso dalla ricchezza di sapori e dall’estrema varietà di suoni e ingredienti di un artista che ha vissuto quasi un secolo, navigando forme espressive apparentemente lontane, ma che al contrario sono accomunate da questa capacità di sintesi tra diversi stili, solo Prince ha saputo far qualcosa di paragonabile. Qualsiasi genere musicale finisse tra le mani di Mr Q il suo tocco era caratteristico, una perfetta sinergia tra melodia e ritmo in un equilibrio forse irripetibile. CLICCATE QUI per scoprire le meraviglie di cui era capace Quincy Jones, godetevi il suo inconfondibile tocco, l’eleganza dei suoni, la perfezione negli arrangiamenti e le memorabili melodie.
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Quincy Jones: jazz, soundtrack, pop.
Bebop and hip-hop, in so many ways, they're connected. A lot of rappers remind me so much of bebop guys in terms of improvisation, beats and rhymes. My dream is to see hip-hop incorporated in education. You've got the youth of the world in the palm of your hand.
I lost my mother when I was 7 and they put her in a mental hospital. My brother and I watched her being taken away in a strait jacket. That's something you never forget. And my stepmother was like in the movie 'Precious.' I couldn't handle it. So I said to myself, 'I don't have a mother. I don't need one. I'm going to let music be my mother.
Quincy Jones
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The King has left us, long live the King! His reign began in the 1950s and 60s with a rapid ascent as a trumpeter, arranger, and orchestra conductor, leading this musician to collaborate with iconic figures like Ray Charles, Lionel Hampton, Count Basie, Sarah Vaughan, Betty Carter, Dizzy Gillespie, Miles Davis, Frank Sinatra, Barbra Streisand, and Tony Bennett. As if that weren’t enough, our man ventured to Hollywood to showcase his talents, quickly becoming one of the most sought-after and gifted soundtrack composers. He put his signature on the soundtracks for films like In Cold Blood, In the Heat of the Night, The Getaway, and TV series such as Roots, Sanford and Son, and Ironside. Who are we talking about? None other than “Q”—the man who could do it all.
Quincy Jones, the man who could do everything with music, left us this week; may he rest in peace. He led a long life and left his mark as producer (and composer) on one of the best-selling albums of all time—Michael Jackson’s Thriller, which still amazes with its sounds and arrangements. But this is only the tip of the iceberg. Mr. Q started in jazz and Black music, absorbing its creative drive, love of improvisation, spontaneity, and freedom from restrictive genres. His music embraced a seamless blend where styles mixed, overlapped, and fused. He was an artist characterized by extreme freedom and the ability to keenly observe and listen to the innovations of each passing decade, reinterpreting them with unique flair. The quote we opened with attests to this: even in his later years, he looked at hip-hop without prejudice or blinders.
Mr Q came from Black music, with rhythm in his blood, and he strengthened this cultural and musical element by starting his career in jazz, soul, and, of course, disco. He had the talent to bring these genres to film music and compositions for artists outside the Black community, like Frank Sinatra, just one of many great names. His refined sound became a standard, meticulously crafted whether for orchestras or classic pop ensembles. Quincy Jones approached each project as both artist and craftsman, with an obsessive attention to sound and composition. Listening to his work today reveals the intricacy of his meticulous studio work, where nothing was left to chance, yet the freshness was never lost to empty technicality or pointless stylistic exercises. It was an enviable balance between form and substance.
Quincy Jones’s attention to groove and the rhythmic foundation of each composition was evident. Around the strength of bass and drums, he constructed layers that reinforced and elevated the pulse of each track, making him an artist every musician dreamed of collaborating with. Billie Jean, Michael Jackson’s famous hit, perfectly embodies this approach, a hallmark of his work as an arranger, composer, and producer. To execute this vision, Quincy Jones had to be eclectic, a musician of boundless freedom, who could effortlessly navigate various styles with mastery and ease.
While preparing this playlist, I explored the broad spectrum of genres touched by Mr. Q’s magic hands and was struck by the variety and richness of sounds and flavors. He lived nearly a century, moving through seemingly distant musical worlds, but connecting them with his talent for synthesizing styles. Only Prince managed something comparable. No matter the genre that came into his hands, Mr. Q’s touch was unmistakable—a perfect synergy between melody and rhythm in a balance that may never be repeated. CLICK HERE to experience the wonders Quincy Jones was capable of; immerse yourself in his unmistakable touch, the elegance of his sounds, the perfection of his arrangements, and his unforgettable melodies.
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