Credo che il "tempo" sia sempre presente. Non intendo un impulso particolare, ma il tempo stesso. È tutto lì, in qualche modo, come un enorme cartello che sta lassù e dice tempo. È lì e si può suonare tutto intorno.
Paul Motian
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Come avrete capito Mr Pian Piano non fa critica musicale e non intende raccontarvi vicende esaustive o peggio enciclopediche a proposito di musica e musicisti. Il nostro “selezionatore” vuole solo farvi ascoltare musica, rompendo schemi ed aspettative, ignorando ogni coerenza e qualsiasi scala di valori: eclettismo sconclusionato e così sia. Ragionamento quest’ultimo particolarmente valido nel voler raccontare in pochi e stringati passaggi un gigante della batteria jazz come è stato Paul Motian, attivo per oltre mezzo secolo e membro essenziale di compagini jazz di ogni genere e sorta: tutte importanti.
Non vi raccontiamo molto se non l’essenziale. Negli anni 50 è stato componente di quel trio, che secondo Mr Pian Piano è il più grande mai esistito nella storia del jazz ovvero il trio di Bill Evans (pianoforte) che vedeva al contrabbasso Scott La Faro, fino alla sua prematura scomparsa in un incidente stradale. Il trio di Evans (di cui prima o poi il lunatico Mr Pian Piano ci parlerà) ha letteralmente rivoluzionato il sound tradizionale di questo genere di formazioni, portando batteria e contrabbasso ad un impasto sonoro mai sentito, mentre prima era chiuso in rigidi schemi e gerarchie tra parti solistiche ed “accompagnamento” ritmico, qui scardinati in via definitiva.
Parte essenziale della rivoluzione operata dal trio di Bill Evans sta nel contributo dato da Motian nell’interpretare la batteria in modo totalmente innovativo. La ritmica viene spezzata ed a lunghi tratti sottintesa, mentre il musicista si abbandona a divagazioni timbriche con una resa “impressionistica” delle percussioni che non ha precedenti. I piatti si allargano in morbide atmosfere metalliche e la scansione ritmica annega e scompare per lunghi tratti come un fiume carsico. Inconfondibile il suo incedere che sembra erratico e dispersivo, salvo poi ricomporsi e raccogliere l’intera massa sonora in una magia indescrivibile ed assolutamente efficace. Mr Pian Piano dice che sto sbrodolando. Mi trattengo.
In una carriera così lunga abbiamo colpevolmente selezionato solo brani dal trio con Joe Lovano al sax e Bill Frisell alla chitarra (due grandissimi), dove il divagare sonoro delle improvvisazioni si fa soffuso, sussurra, sembra perdersi, ma ogni volta si ritrova, sorprende e colpisce al cuore. Abbiamo avuto il lusso di vederli suonare dal vivo ventisei anni fa ed è appunto un ricordo vivo, indimenticabile, un regalo che solo la musica sa dare quando si imprime indelebilmente tra le emozioni profonde.
Ritroveremo Paul Motian quando prima o poi andremo ad inciampare nel genio di Bill Evans, nel frattempo prima che Mr Pian Piano mi prenda a pedate godetevi l’aperitivo, con questi bravissimi musicisti che per noi sono nettare sonoro e se apprezzerete, come spero, vi invito assolutamente ad entrare nel ristorante per ascoltare la sontuosa playlist in dono dedicata a Paul Motian: CLICCATE QUI per scoprirlo. Avrete così un ricordo struggente di Paul Motian e della sua incredibile arte di valorizzare il suono prima del ritmo.
Desiderate qualcosa di diverso dai ritmi allusivi di Paul Motian? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Paul Motian: jazz.
I believe that 'time' is always there. I don't mean a particular pulse, but the time itself. It's all there somehow like a huge sign that's up there and it says time. It's there and you can play all around it
Paul Motian
As you may have guessed Mr Pian Piano does not do music criticism and does not intend to tell you exhaustive or worse encyclopedic stories about music and musicians. Our "selector" just wants you to listen to music, breaking patterns and expectations, ignoring any coherence and any scale of values: rambling eclecticism and so be it. Reasoning the latter is particularly valid in wanting to recount in a few tight passages a giant of jazz drumming as was Paul Motian, active for more than half a century and an essential member of jazz ensembles of all kinds and sorts: all important.
We will not tell you much except the essentials. In the 1950s he was a member of that trio, which according to Mr Pian Piano is the greatest ever in the history of jazz i.e. the Bill Evans (piano) trio featuring Scott La Faro on double bass, until his untimely death in a car accident. Evans' trio (which sooner or later the moody Mr Pian Piano will tell us about) literally revolutionized the traditional sound of this genre of ensembles, bringing drums and double bass to an unheard of sonic impasto, while before it was locked in rigid patterns and hierarchies between solo parts and rhythmic "accompaniment," here unhinged for good.
An essential part of the revolution wrought by Bill Evans' trio lies in the contribution made by Motian in interpreting the drums in a totally innovative way. The rhythm is broken up and at long stretches implied, while the musician indulges in timbral digressions with an "impressionistic" rendering of percussion that is unprecedented. The cymbals expand into soft metallic atmospheres and the rhythmic scansion drowns and disappears for long stretches like a karst river. Unmistakable is its incursion that seems erratic and dispersive, only to recompose itself and gather the entire mass of sound in an indescribable and absolutely effective magic. Mr Pian Piano says I'm drooling. I hold back.
In such a long career we have guiltily selected only pieces from the trio with Joe Lovano on sax and Bill Frisell on guitar (two greats), where the sonic rambling of the improvisations becomes suffused, whispers, seems to get lost, but each time finds itself again, surprises and strikes at the heart. We had the luxury of seeing them play live twenty-six years ago and it is precisely a living, unforgettable memory, a gift that only music can give when it indelibly imprints itself among deep emotions.
We will meet Paul Motian again when we stumble upon the genius of Bill Evans sooner or later, in the meantime before Mr. Pian Piano kicks me to the curb enjoy the aperitif, with these very fine musicians who are sonic nectar for us, and if you appreciate, as I hope you will, I absolutely invite you to enter the restaurant to listen to the sumptuous gift playlist dedicated to Paul Motian: CLICK HERE to find out. You will then have a poignant reminder of Paul Motian and his incredible art of enhancing sound before rhythm.
Longing for something different from the allusive rhythms of Paul Motian? Mr. Pian Piano's jukebox with all the musicians on our intriguing menu, as every Sunday, is at your complete disposal: classical, jazz, pop, rock, and ambient are there waiting for you. If you want to discover other monographs curated by Mr. Pian Piano of dozens and dozens (and dozens) of superb musicians, just settle in here: CLICK HERE, and the archive of monographs of great musicians in alphabetical order will magically open for you.
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