Amore per l'amore e amore per la vita e dare senza misura, restituisce in cambio un meraviglioso desiderio di una promessa ancora invisibile. Camminiamo mano nella mano e insieme ci troveremo sulla soglia di un sogno.
Moody Blues
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Niente ci appare lontano come la seconda metà degli anni 60, non tanto per gli oltre 50 anni trascorsi, infondo il tempo si è schiacciato come l’immagine di un teleobiettivo, ma soprattutto per la diversa temperatura emotiva. Allora erano anni caldi e tutto bruciava di speranze per un altro mondo possibile, per l’utopia di una nuova società, per innesti culturali mai visti come le cultura orientale divenuta popolare e altro ancora. I nostri musicisti di oggi i Moody Blues, contemporanei di Beatles, Stones, The Who e della blasonata “british invasion” ci raccontano anche questo. Cosa sono i Moody Blues musicalmente? Sono un ibrido molto interessante.
Da un lato un occhio sempre puntato a vendere dischi ed a finire nelle classifiche (e allora per arrivarci bisognava venderne assai di dischi, non come oggi…) dall’altro arrangiamenti raffinati ed anticipatori del progressive, strumentazione sperimentale con mellotron protagonista a dare un taglio orchestrale alle loro canzoni ed il gusto, caratteristico per l’epoca, di attingere al folk ed al blues. Ascoltandoli oggi si sprofonda in quell’atmosfera hippy fatta di sitar, ballate, cori e chitarre acustiche: “make love not war” all’ennesima potenza.
Si respira in questi suoni un’epoca molto ricca artisticamente e carica di radicali cambiamenti negli arrangiamenti e nelle influenze che entrano nel pop e nel rock rinnovandolo radicalmente. Ogni passo si carica di promesse e possibilità.
I Moody Blues nascono a Birmingham in Inghilterra, attivi dal 1964 al 2018, cavalcano nei loro esordi l’onda beat di band come i Beatles. Il loro linguaggio come per i “fab four” si evolve e contempla influenze molto eterogenee nel corso degli anni. Rispetto ad altri gruppi progressive, i Moody Blues restano ancorati alla forma "canzone" anche se con melodie elaborate e dagli arrangiamenti mai scontati. Eppure allora il grande pubblico apprezzava dischi anche complessi e non di immediato ascolto ed infatti i Moody Blues nella loro carriera hanno venduto tra i 70 e gli 80 milioni di dischi: non male direi. Tuttavia il loro nome non è un’icona, come per Stones, Beatles, Who e altri. Ragion per cui ve li riprogongo volentieri con le loro atmosfere psichedeliche accompagnate da elaborati intarsi di mellotron. Ascoltiamoci il loro più grande successo..
Quale sapore arriva ai nostri timpani ascoltando queste romantiche ballate, questi accordi mellotron, le batterie mai di maniera e spesso accompagnate da percussioni e intelligenti soluzioni sonore? Non so a voi, ma una dolcissima malinconia mi invade come per un’epoca definitivamente evaporata con il suo carico di promesse e mondi possibili e queste musiche spesso orchestrali con cantati mai urlati e sospese come in un eterno risveglio dopo una notte di sonno sereno mi sembrano un ricordo lontano. “Make love not war” appare come uno slogan oggi più che mai smentito in ogni suo passaggio. Drammaticamente smentito. Come per lenire la stanchezza per cannonate, missili balistici e da crociera (sic!), bombardamenti, droni, mine antiuomo e anticarro, morti e dispersi, ho pensato che potessimo accasarci per un’oretta nella loro musica, come quando si beve un bicchiere o due di vino in più per lasciarsi stordire dolcemente e dimenticare, almeno per qualche ora un dispiacere.
Allora accomodatevi per un’altra domenica alla tavola di (((RadioPianPiano))) con i Moody Blues tra portate sonore multicolor e viaggi interstellari senza uscire dalla vostra stanza. Chiudete pure gli occhi che staccarsi dalla realtà per poco più di un’ora non può farci male, anzi ci farà bene al corpo ed allo spirito. CLICCATE QUI per conoscere o ritrovare i Moody Blues nella playlist antologica curata dal vostro chef Mr Pian Piano.
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Moody Blues: rock, pop.
Love of love and love of life and giving without measure, gives in return a wondrous yearn of a promise yet unseen. Line hand in hand and together we'll stand on the threshold of a dream.
Moody Blues
Nothing appears as distant to us as the second half of the 1960s, not so much due to the over 50 years that have passed, after all time has compressed like the image of a telephoto lens, but mainly due to the different emotional temperature. Back then, it was a time of fervor and everything burned with hopes for another possible world, for the utopia of a new society, for cultural grafts never seen before, like the popularization of Eastern culture and more. Our musicians today, like the Moody Blues, contemporaries of the Beatles, Stones, The Who, and the renowned "British invasion," also tell us this. What are the Moody Blues musically? They are a very interesting hybrid.
On one hand, they always had an eye on selling records and making it to the charts (back then, to get there, you had to sell a lot of records, unlike today...) On the other hand, they had refined arrangements that anticipated progressive music, experimental instrumentation with the mellotron playing a leading role in giving an orchestral feel to their songs, and the characteristic taste of the time to draw from folk and blues. Listening to them today, one sinks into that hippie atmosphere made of sitars, ballads, choirs, and acoustic guitars: "make love not war" to the nth power. In these sounds, one breathes a very artistically rich era, full of radical changes in arrangements and influences that radically renewed pop and rock. Every step is filled with promises and possibilities.
The Moody Blues originated in Birmingham, England, active from 1964 to 2018, riding the beat wave of bands like the Beatles in their early days. Like the "fab four," their language evolved over the years and encompassed very diverse influences. Compared to other progressive groups, the Moody Blues remained anchored to the "song" form even if with elaborate melodies and arrangements that were never predictable. Yet, back then, the general public appreciated even complex records that were not immediately accessible, and indeed, the Moody Blues have sold between 70 and 80 million records in their career: not bad at all. However, their name isn't an icon like the Stones, Beatles, Who, and others. That's why I gladly reintroduce them to you with their psychedelic atmospheres accompanied by intricate mellotron interludes. Let's listen to their greatest success...
What flavor reaches our ears listening to these romantic ballads, these mellotron chords, the drums never clichéd and often accompanied by percussion and clever sound solutions? I don't know about you, but a sweet melancholy invades me, as if for an era definitively evaporated with its load of promises and possible worlds, and these often orchestral music with vocals never shouted and suspended like in an eternal awakening after a night of peaceful sleep seem like a distant memory. "Make love not war" appears as a slogan today more than ever contradicted in every passage. Dramatically contradicted. As if to soothe the weariness for cannon shots, ballistic and cruise missiles (sic!), bombings, drones, anti-personnel and anti-tank mines, deaths and missing persons, I thought we could settle in for an hour in their music, like when you drink one or two more glasses of wine to let yourself be gently stunned and forget, at least for a few hours, a sorrow.
So, make yourselves comfortable for another Sunday at the table of (((RadioPianPiano))) with the Moody Blues among multicolored sonic courses and interstellar journeys without leaving your room. Feel free to close your eyes, detaching from reality for a little over an hour can't hurt us, on the contrary, it will do us good for body and spirit. CLICK HERE to get to know or rediscover the Moody Blues in the anthological playlist curated by your chef Mr. Pian Piano.
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