Beh... di nuovo, alcune avvertenze. In passato mi è stato spesso chiesto quali pianisti mi hanno influenzato e mi fa piacere che tu abbia allargato il discorso. In passato ho pensato che fosse un errore rispondere semplicemente quali pianisti mi avessero influenzato, perché questa è una parte molto piccola dell'influenza. Direi che sono influenzato dal pensiero improvvisativo e anche da quello compositivo. Ascolto molta musica classica, quindi, probabilmente, è una domanda così ampia che non sono sicuro di poter rispondere o rendere giustizia in questa sola telefonata. Mi basti dire che sono stato influenzato da molte cose, non solo dalla musica. E penso che il mio modo di suonare jazz provenga da un punto di vista di musicista. Cerco sempre di pensare in modo più compositivo.
Lyle Mays
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Steve Jobs nel suo bel discorso per la laurea honoris causa a Stanford ricorda come la morte sia quello strumento irrinunciabile con cui la vita si rinnova, lasciandosi alle spalle quel che va dimenticato o archiviato, quel che si consuma e cessa di farsi seme fertile. L’acqua nel fiume scivola via ed il suo scorrere impetuoso è necessario. Elogio della morte come ha scritto qualcuno qui su Piano Inclinato tempo fa. Rileggete e riascoltate: son cose belle.
L’arte porta con sé qualcosa di peculiare in questo flusso necessario e meraviglioso, il segno a volte indelebile degli artisti scomparsi che ci resta curiosamente impigliato davanti agli occhi. Penso allo sguardo di Raffaello nella Scuola di Atene in Vaticano o agli occhi fiammeggianti di Van Gogh nei molti autoritratti e lo stesso dicasi per la musica con l’eterno Bach ed i tanti Maestri dediti religiosamente all’arte di comporre o gli scrittori immersi nella letteratura, come Calvino ancora tra noi grazie alla sua acuta intelligenza di narratore.
Ci ha lasciato Lyle Mays, ma meravigliosamente siamo qui ad ascoltarlo, là dove il suo essere nel mondo si faceva più intimo e ricco. Si tratta di un musicista essenzialmente legato al chitarrista Path Metheny, con cui ha firmato molti classici di quel jazz-rock che tra gli anni 70 ed 80 ha avuto un momento di grande popolarità.
La sua vena era indubbiamente melodica con coloriture liriche, lontana dagli avanguardismi e non aliena a divagazioni pop ed atmosfere indubbiamente riconducibili alla musica per il cinema. C’è poi una faccenda personale per cui parlo volentieri di Mays e lo ricordo con piacere e malinconia. Comprai il suo primo album come solista a Torino. Ero lì per una storia d’amore che fu breve, ma ricca di immagini e carezze. Ricordo la città di notte, i locali, il fiume, le passeggiate a piedi ai Murazzi. Sì insomma per me Lyle Mays è quella storia lì ed è una Torino notturna di fine anni 80 con il suo fascino intenso.
Chiudiamo queste divagazione tardo romantiche di Mr Pian Piano con il buon Bowie, che come avrete capito è il nume tutelare della nostra rubrica. Mays e Bowie si incrociano una sola volta insieme a Path Metheny per la title track del film “Il gioco del falco”. Erano gli anni ottanta in cui Bowie viveva una seria crisi creativa e grazie alle tastiere del nostro Lyle ed alla chitarra di Path ne uscì invece un gioiellino pop, che si ascolta con grande piacere anche oggi per la sua atmosfera sospesa e la voce del buon David di cui siamo inconsolabili orfani. Al solito troverete a vostra disposizione una ricca compila di oltre un’ora con le musiche di Lyle Mays curata da Mr Pian Piano in persona. Are you going with me?
Desiderate qualcosa di diverso dal pianoforte di Lyle Mays? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Lyle Mays: jazz, fusion.
Well...again, some caveats. In the past I've often been asked which piano players influenced me and I'd glad you broadened this out. In the past I think it was a mistake to simply answer which piano players had influenced me because that's such a small part of the influence. I would say I'm influence by improvised thought and also compositional thought. I listen to a whole lot of Classical music, so, I mean its probably such a broad question I'm not sure I can answer it or do justice to it in just this one phone call. Suffice it to say that I've been influenced by a lot of things and not just playing. And I dot think of my jazz playing as coming from a players standpoint. I'm trying to always think more compositionally.
Lyle Mays
Steve Jobs in his fine speech for his honorary degree at Stanford recalls how death is that indispensable tool by which life renews itself, leaving behind that which is to be forgotten or filed away, that which wears out and ceases to become fertile seed. The water in the river slips away and its rushing flow is necessary. Eulogy of death as someone here on Piano Inclinato wrote some time ago. Reread and listen again: these are good things.
Art brings with it something peculiar in this necessary and wonderful flow, the sometimes indelible mark of departed artists that remains curiously entangled before our eyes. I think of Raphael's gaze in the School of Athens in the Vatican or Van Gogh's blazing eyes in the many self-portraits, and the same is true of music with the eternal Bach and the many Masters devoted religiously to the art of composing or writers immersed in literature, such as Calvino still among us thanks to his keen intelligence as a storyteller.Lyle Mays has left us, but wonderfully we are here to listen to him, there where his being in the world became more intimate and richer. He is a musician essentially linked to guitarist Path Metheny, with whom he signed many of the jazz-rock classics that had a moment of great popularity between the 1970s and 1980s.
His vein was undoubtedly melodic with lyrical colorings, far from avant-garde and not alien to pop digressions and atmospheres undoubtedly traceable to film music. Then there is a personal matter for which I gladly speak of Mays and remember him with pleasure and melancholy. I bought his first album as a soloist in Turin. I was there for a love affair that was brief, but full of images and caresses. I remember the city at night, the clubs, the river, the walks to the Murazzi. Yes in short for me Lyle Mays is that story there and it is a late 80s night Turin with its intense charm.
We close these late romantic digressions from Mr. Pian Piano with the good Bowie, who as you may have guessed is the deity of our column. Mays and Bowie crossed paths once with Path Metheny for the title track of "The Falcon's Game." It was the 1980s when Bowie was experiencing a serious creative crisis, and thanks to our Lyle's keyboards and Path's guitar, a pop gem came out instead, one that can be listened to with great pleasure even today for its suspended atmosphere and good David's voice of which we are inconsolable orphans. As usual you will find at your disposal a rich compilation of more than an hour with music by Lyle Mays curated by Mr. Pian Piano himself. Are you going with me?
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