C'è un equilibrio fondamentale tra tensione e rilascio. Questo è presente in modo molto spontaneo nelle mie composizioni: la maggior parte delle volte mi rendo conto che tolgo degli elementi, tendo a non essere completamente esplicito. So che questo può essere percepito come un limite alla comprensibilità, ma non voglio che la mia musica sia una rappresentazione di me stesso, voglio che offra l'opportunità di incontrare la rappresentazione inaspettata dell'ascoltatore al suo interno.
Il pensiero può essere tradotto in rappresentazioni di significato attraverso il linguaggio, ma lo stesso non vale per la musica. Questo è ciò che amo della musica o, meglio, è il carattere che trovi nella musica che amo. È uno dei segnali che mi aiutano a capire se la musica che faccio è presente o meno; voglio che la mia musica mantenga la sua essenza di campo di energia pura. Non voglio che la mia musica coinvolga la tua intelligenza, voglio che si connetta con ciò che viene prima della tua intelligenza, dietro di essa, sopra e oltre.
Luca Formentini
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Continuiamo il viaggio tra musicisti che ho conosciuto e con cui ho collaborato e oggi scopriamo su (((RadioPianPiano))) Luca Formentini. Ci sono persone che pur incontrate poche volte lasciano un ricordo preciso, Luca è tra queste ed è evidente il suo ricercare la poesia e la bellezza in quel che fa e lo si nota in poco tempo, sia chiacchierando con lui, ascoltando la sua musica, passeggiando tra le vigne nella sua tenuta, “Selva Capuzza” a due passi dal Lago di Garda, bevendo il vino che produce o mangiando nel suo ristorante. C’è una filosofia nel suo approccio alla vita ed è appunto la ricerca della poesia, la tensione verso la bellezza. Tra le sue tante identità oggi esploriamo quella di musicista, suonatore di chitarra e compositore poco convenzionale, costruttore di strumenti a corda e altre diavolerie da sperimentare e amplificare.
C’è nel suo approccio qualcosa di antico, che cerca di sfidare chi lo ascolta andando oltre un piano razionale, come dice direttamente Luca, portando il fruitore in un campo emotivo. Credo sia il suo approccio in ogni campo, dove fatti gli opportuni distinguo di carattere tecnico, le sue scelte sono guidate dalla volontà di parlare alla parte emotiva di chi ascolta, beve o si siede al ristorante. Perché antico? Antico perché rimanda ad una tradizione che è stata italiana dal XV secolo in poi, ovvero la ricerca della bellezza attraverso l’arte, qualsiasi sia la forma espressiva.
Abbiamo composto insieme un paio di brani, ma Luca ha creato nel corso degli anni collaborazioni importanti, con Markus Stockhausen, Robert Rich, Holger Czuckay solo per citare qualche nome tra i tanti di assoluto rilievo. Il suo approccio alla chitarra esalta la componente del suono e la sua ricerca è prevalentemente timbrica, costruendo spazi ampi, architetture sonore, dove spesso si accomodano con discrezione gli interventi di altri musicisti.
Indubbiamente c’è in questi suoni una forte componente riflessiva, che non è speculativa, come dicevo, ma sicuramente è meditativa e chi abbia praticato la meditazione credo possa cogliere questa differenza, tra l’ambito della speculazione razionale e l’indagine interiore. Le musiche di Luca costruiscono uno spazio interiore e non hanno coinvolto a caso musicisti come Robert Rich, proprio per questa loro qualità di uscire dal silenzio senza cancellarlo completamente, senza saturare gli spazi, ma alludendo, lasciando a chi ascolta zone indeterminate e da interpretare, come si addice ad un artista contemporaneo. C’è in questi suoni la qualità dei sogni, il loro sfuggirci da un lato e restarci impressi dall’altro. Sono qualità che dopo oltre quindici anni ritrovo anche nel brano che abbiamo composto insieme, inedito, e che quindi vi ripropongo qui con particolare piacere.
Ovviamente sono musiche che chiedono una particolare dedizione, vanno ascoltate e non ci si infilano nelle orecchie, come sovente accade oggi con l’orgia di suoni ipercompressi che sfondano l’atmosfera prima di arrivare ai nostri timpani. Queste musiche sono architetture da scoprire percorrendole con la mente e facendole proprie a seconda dei momenti esistenziali in cui si trova chi ascolta.
La produzione discografica di Luca Formentini è variegata e come ho scritto ricca di collaborazioni che hanno dato sapori diversi al suo lavoro nel corso dei decenni. La playlist cucinata oggi non è ragionata, come raccomanderebbe l’autore di questi suoni, ma è appunto nata nelle ultime settimane ascoltando le diverse composizioni e cercando di raccogliere le musiche dove ho sentito risuonare soggettivamente la poesia. CLICCATE QUI per scoprire una selezione dei suoni generati dalla chitarra di Luca Formentini e calatevi in questi pomeriggi piovosi nella bellezza che li abita. E se siete nella zona del Lago di Garda fate un giro nel podere “Selva Capuzza”, fosse solo per una passeggiata ne vale la pena (ma portatevi anche a casa una bottiglia di Lugana che il vino è bellezza e poesia).
Desiderate qualcosa di diverso dal mondo sonoro onirico di Luca Formentini? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Luca Formentini: experimental, ambient.
There is a fundamental balance between tension and release. This is very spontaneously present in my compositions: most of the time I realise I take elements out, I tend not to be completely explicit. I know this can be perceived as a limit of readability, but I don't want my music to be a representation of myself, I want it to bring the opportunity of meeting the unexpected representation of the listener inside it.
Thought can be translated into meaning representations using language, the same does not apply for music.This is what I love about music or, better, this is the character you find in the music I love. It is one of the signals that help me understand if the music I do is there or not; I want my music to maintain its essence of a pure energy field. I don't want my music to engage your intelligence, I want it to connect with what is before your intelligence, behind it, over and above.
Luca Formentini
Let’s continue our journey through the musicians I’ve met, and today on (((RadioPianPiano))) we’re going to discover Luca Formentini. There are people who, even if you’ve met them only a few times leave a lasting and clear memory. Luca belongs to those people who stubbornly seek poetry and beauty in what they do, and you notice it in no time, whether you’re chatting with him, listening to his music, strolling through the vineyards of his estate “Selva Capuzza,” just steps from Lake Garda, drinking the wine he produces, or dining at his restaurant. There’s a philosophy in his approach to life, and it is indeed the pursuit of poetry, the striving for beauty. Today we’re focusing on one of his many identities: that of a musician, an unconventional guitar player, a builder of string instruments and other experimental amplified contraptions.
There is something ancient in his approach, something that seeks to challenge the listener by going beyond the rational plane, as Luca himself says, leading the listener into an emotional realm. I believe this is his approach in every field, where, despite the necessary technical distinctions, his choices are guided by the desire to speak to the emotional part of whoever listens, drinks, or eats. Why ancient? Ancient because it harks back to a tradition that has been Italian since the 15th century—the pursuit of beauty through art. We’ve composed a couple of pieces together, but Luca has built significant collaborations over the years, such as with Markus Stockhausen, Robert Rich, Holger Czukay, just to name a few. His approach to the guitar highlights the sound component, and his search is tonal, constructing wide sound spaces, tonal architectures, where other musicians’ contributions often settle in discreetly.
Undoubtedly, there is a strong element of reflection in these sounds, which is not speculative, as I mentioned, but certainly meditative. And those who have practiced meditation, I believe, can grasp this difference between rational speculation and inner exploration. Luca Formentini’s music builds an inner space, and it’s no coincidence that musicians like Robert Rich have been involved in his works, precisely for this quality of emerging from silence without completely erasing it, without saturating the spaces, but hinting, leaving indeterminate spaces for the listener to interpret, as is fitting in contemporary art. In these sounds, there is the quality of dreams—their ability to elude us on one hand, while leaving a lasting impression on the other. These are qualities I still find after more than fifteen years in the piece we composed together, which remains unreleased, and that’s why it’s a particular pleasure to present it to you here.
Of course, Luca’s music demands a particular kind of dedication; it must be listened to, not just plugged into your ears, as often happens today with the hyper-compressed sound orgies that break through the atmosphere before they reach our eardrums. These compositions are architectures to be discovered by mentally walking through them and making them your own, depending on the existential moments in which the listener finds themselves.
Luca Formentini's discography is varied and enriched by collaborations that have brought different flavors to his work over the decades. The playlist I’ve put together for you isn’t thought out, as the author of these sounds might recommend, but was born over the past few weeks from listening to his various compositions and trying to gather the pieces where I felt the poetry resonating. CLICK HERE to discover a selection of sounds generated by Luca Formentini’s guitar, and immerse yourself in the beauty of these rainy afternoons. And if you’re near Lake Garda, take a stroll around the "Selva Capuzza" estate; even if it’s just for a walk, it’s worth it (but also take home a bottle of Lugana, as wine is beauty and poetry).
Looking for something different from Luca Formentini’s dreamlike sound world? Mr. Pian Piano's jukebox with all the musicians on our intriguing menu, as every Sunday, is at your complete disposal: classical, jazz, pop, rock, and ambient are there waiting for you. If you want to discover other monographs curated by Mr. Pian Piano of dozens and dozens (and dozens) of superb musicians, just settle in here: CLICK HERE, and the archive of monographs of great musicians in alphabetical order will magically open for you.
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