John Taylor: jazz.
L'introspezione e il romanticismo di Bill Evans hanno avuto un grande influsso su John (anche se John era molto più spericolato di Bill nelle sue improvvisazioni), insieme alla tradizione classica europea, in particolare Messiaen, Chopin, Hindemith, Ligeti e sono sicuro anche altri.
Martin Speak
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Oggi arrivo tardi, malgrado mi sia svegliato alle 6.30 alla ricerca di suoni e poi senza idee mi sono ritirato in collina a passeggiare con il cane. Mi son detto oggi mi prendo una pausa e poi tornando a casa in macchina mi è venuto in mente John Taylor, che non è l’omonimo bassista dei Duran, ma è un grandioso pianista con una storia musicale magnifica. Allora tardi e male ho deciso lo stesso di raccontarvi un musicista magnifico. La musica è fatta così ti rapisce all’improvviso, allora eccomi da voi in formato serale….Taylor è conosciuto in particolare per un trio insieme al trombettista Kenny Wheleer ed alla cantante Norma Winstone: gli Azimuth. Qui per oggi non vi farò ascoltare gli Azimuth, ma Taylor in alcuni suoi progetti solistici.
Perché amo tanto questo musicista? Per il suo stare in equilibrio tra la tradizione jazz e la musica classica con un orecchio particolare per la contemporaneità. Non a caso ha inciso a lungo per ECM e questa miscela in equilibrio tra suoni diversi che hanno privilegiato il pianoforte, suonato con grande maestria utilizzando anche la cordiera per produrre suoni timbricamente particolari, mi ha conquistato da anni. Taylor è artista al centro della scena jazz britannica e che ha saputo collocarsi in uno stile pianistico mai di maniera, capace di andar oltre l’intimismo di Bill Evans (ne abbiamo parlato QUI) conservandone però il fascino malinconico e arricchendolo con uno stile ricco di dissonanze, ma al contempo attento alla melodia capace di confrontarsi con la dimensione del trio classico o con la voce umana con una naturalezza non comune.
Il suo pianismo fluisce come acqua in un ruscello incrociando gli altri strumenti con facilità in un flusso sonoro sempre coeso e mai spezzato dal dire di questo o quel solista. Anche quando suona da solo Taylor mantiene questo ancoraggio che diventa vicinanza a se stesso, senza compiacimenti, ma dritto ad una dimensione poetica che ha nell’ascolto forse la sua sorgente: sia se suona con altri o in solo lo stare in ascolto suonando è il passo che cattura anche, la magia meravigliosa. Il bravo musicista “sente” se stesso ed i compagni di avventura emotivamente e razionalmente.
Sono così a proporvi una raccolta di composizioni di John Taylor che fotografano una porzione infinitesimale di questo artista celebratissimo tra i musicisti jazz, nella speranza che ve ne innamoriate come è successo a me più di trent’anni fa scoprendone il nome in un disco di David Sylvian e andando poi a scavare tra varie altre bellezze. La poesia abita le musiche di John Taylor e malgrado nel 2015 abbia lasciato il pianeta Terra, sorprendentemente continua ad accompagnare la vita del vostro Mr Pian Piano e di molti altri umani e spero anche la vostra da oggi in poi. CLICCATE QUI per assaporare una playlista ricca di grandi nomi del jazz internazionale e per abbandonarvi ad un viaggio magnifico nella musica per pianoforte con John Taylor.
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John Taylor: jazz.
The introspection and romanticism of Bill Evans was a big influence on John (although John was much more reckless than Bill in his improvising) along with the European classical tradition, in particular Messiaen, Chopin, Hindemith, Ligeti and I am sure others.
Martin Speak
Today I am arriving late, although I woke up at 6:30 in search of sounds and then, without ideas, I retreated to the hill for a walk with the dog. Today, I told myself, I'll take a break, and then, on the way home in the car, I thought of John Taylor, who is not the bassist of Duran Duran with the same name but a magnificent pianist with a wonderful musical history. So, late and poorly, I decided to tell you about this magnificent musician. Music is like that; it captivates you suddenly. So, here I am with you in the evening format... Taylor is known, in particular, for a trio with the trumpeter Kenny Wheeler and the singer Norma Winstone: Azimuth. Today, I won't let you listen to Azimuth, but to Taylor in some of his solo projects.
Why do I love this musician so much? For his balance between jazz tradition and classical music with a particular ear for contemporaneity. Not by chance, he recorded for ECM for a long time, and this balanced blend of different sounds, with a focus on the piano played with great skill, also using the strings to produce tonally special sounds, has captivated me for years. Taylor is an artist at the center of the British jazz scene who has managed to position himself in a pianistic style that is never conventional, capable of going beyond Bill Evans's introspection, retaining its melancholic charm, and enriching it with a style rich in dissonances but at the same time attentive to melody, capable of dealing with the dimension of the classic trio or with the human voice with an uncommon naturalness.
His pianism flows like water in a stream, intersecting with other instruments easily in a sonorous flow always cohesive and never broken by the words of this or that soloist. Even when playing alone, Taylor maintains this anchor that becomes closeness to himself, without complacency but straight to a poetic dimension that perhaps has its source in listening: whether he plays with others or solo, listening while playing is the step that captures the wonderful magic. The skilled musician "feels" himself and his fellow adventurers emotionally and rationally.
So, I am here to offer you a collection of compositions by John Taylor that capture an infinitesimal portion of this highly celebrated jazz musician, hoping that you fall in love with him as it happened to me over thirty years ago when I discovered his name on a David Sylvian album and then went on to dig into various other beauties. Poetry resides in John Taylor's music, and despite leaving planet Earth in 2015, it surprisingly continues to accompany the life of your Mr. Pian Piano and many other humans, and I hope yours too from today onwards. CLICK HERE to savor a playlist rich in great names of international jazz and to indulge in a magnificent journey into piano music with John Taylor.
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