La tonalità per me è sempre stato lo strumento essenziale per costruire la forma, è il modo in cui si stabiliscono sentimenti ed emozioni, e dico ai giovani compositori che non credo si possa essere un grande compositore se non si ha un senso dell'armonia.
I più grandi artisti non erano mai uomini di gusto, con ciò intendo dire che, non alterando i loro istinti, i grandi artisti non perdono mai il contatto con le cose essenziali della vita, che apprezzano per l'abilità che offre loro nel calarsi nella cultura popolare. È un pensiero molto complesso, ma penso che spieghi la crisi della musica contemporanea. Certamente riflette i miei sentimenti riguardo me come artista.
John Adams
If you read the post on your phone and the button “Read in English” doesn’t work, scroll down the page: the English version is after the Italian one.
Dopo alcune domeniche con ascolti leggeri e spensierati, su (((RadioPianPiano))) scopriamo oggi musiche più riflessive, più autunnali. John Adams è un compositore americano e il dato biografico è nel suo caso importante anche sotto un profilo artistico. Si respira nella sua musica un eclettismo che dal minimalismo spazia in direzione del jazz guardando a George Gershwin e si relaziona anche con la musica colta europea del XX secolo e con espressioni musicali non occidentali. Sono fiorite così anche composizioni molto diverse, ma accomunate da un discorso radicato nella cultura e nella storia contemporanea americana, con opere che raccontano personaggi come Nixon o Leon Klinghoffer od eventi storici drammatici come l’attentato alle Twin Towers di New York, per citare tre esempi. Rispetto a Steve Reich o a Philip Glass c’è in John Adams una minore preoccupazione di esseri aderenti ad un linguaggio da declinare all’interno di una metodologia compositiva e il nostro musicista preferisce appunto spaziare tra differenti linguaggi.
Adams suona il clarinetto fin da ragazzo, a volte collaborando con la Boston Symphony Orchestra e già da adolescente scrive musica. I suoi insegnanti all'Università di Harvard (A.B., 1969; M.A., 1971) sono Leon Kirchner e Roger Sessions. Adams è il primo studente di Harvard ad ottenere il permesso di presentare una composizione musicale come tesi di laurea con lode e così il musicista che incontriamo oggi parte subito tra allori e successi fin da giovane. Dal 2003 al 2007 è compositore residente alla Carnegie Hall di New York, dove fonda il famoso festival “In Your Ear”. Non trascurabile la sua attività di direttore d’orchestra, dirige esecuzioni di musiche proprie e altrui, collaborando con orchestre come la Chicago Symphony Orchestra, la Cleveland Orchestra, la Royal Concertgebouw Orchestra (Amsterdam) e la London Symphony Orchestra.
Adams ha un profilo particolarmente ricco di esperienze diverse, che testimonia un grande amore per la tutta la musica, popolare e colta. Se ascoltiamo composizioni come “City Noir” respiriamo stilemi compositivi del jazz, atmosfere care a Gershwin costruite su impalcature che risentono della musica classica del 900 e anche di innovazioni come appunto il minimalismo. Ne escono degli ibridi molto interessanti, stratificati in una fusione di culture musicali differenti, indubbiamente un tratto caratteristico dei linguaggi espsressivi americani, terra di migranti sorta sulle ceneri delle culture native. Adams abbraccia questo eclettismo e lo fa proprio con la freschezza tipica degli artisti americani della sua generazione, capaci di andare oltre le scuole, le correnti e le pastoie postdodecafoniche in cui invece si sono impantanati molti compositori europei, allontanandosi da un pubblico che invece i musicisti americani hanno saputo conservare, rendendo il loro linguaggio più accessibile e meno intellettualistico.
Come Charle Ives (a cui Adams ha dedicato una composizione) e Aaron Copland c’è in John Adams un’attitudine peculiarmente americana alla musica contemporanea, un accostarsi alla modernità senza perdere di vista le armonie, l’accompagnamento narrativo della musica, il racconto anche frammentato di un sogno sonoro, di una mappa creativa che non si è rinchiusa in modo sterile in un linguaggio per adepti, non ha perso un discorso aperto anche al pubblico. Adams non vuole rinunciare ad una parola rivolta a noi profani, ad un’arte capace di farsi voce della storia contemporanea anche in chiave popolare, una narrazione musicale di tragedie come la strage delle Twin Towers o l’assassinio di Leon Klinghoffer. Adams non si ritira nell’empireo, ma, come tutta l’arte americana, si relaziona al pubblico cercando una forma espressiva capace di dirsi popolare.
Difficile selezionare in una playlist un’intera carriera di complesse ed articolate composizioni. Accomodatevi anche oggi nel nostro ristorante sonoro, ma ovviamente non posso proporvi che un assaggio pescando nell’abbondante produzione di John Adams. Ho cercato di proporre opere per orchestra, pianoforte, estratti da opere, per costruire un percorso ideale nell’eclettico linguaggio dell’importante compositore americano. CLICCATE QUI per scoprire la playlist ed esplorare uno dei compositori contemporanei più stimati in questo XXI secolo e che vede le sue musiche eseguite nei teatri di tutto il mondo.
Desiderate qualcosa di diverso dalle partiture di John Adams? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
CLICCATE QUI e aprite l’archivio delle monografie di grandi musicisti in ordine alfabetico.
Volete esplorare il progetto multimediale online che sto realizzando con Adi Newton (Clock Dva, Anti Group) tra arte e musica? CLICCATE QUI per scoprirlo.
Stanchi di musica? Volete leggere di economia, politica e finanza con uno sguardo alieno? (((RadioPianPiano))) consiglia di frequentare Alieno Gentile e la sua dimora digitale.
PS: se volete sostenere (((RadioPianPiano))) sottoscrivete un abbonamento annuale (30 euro) o mensile di 5 euro. Il gesto sarà apprezzato visto il lavoro settimanale che c'è dietro a queste pagine. Non potete o non volete? Sottoscrivete la newsletter: è gratis. Grazie.
John Adams: contemporary music.
“Tonality for me has always been the essential tool for building form, It’s how you establish feelings and emotions and I tell young composers that I don’t think you can be a great composer unless you have a feeling for harmony.”
“The greatest artists were never men of taste", by which I take to mean that by not sophisticating their instincts, great artists never lose touch with life’s essential simplicities, which they relish for the skill it gives them in competing with popular culture. It’s a very complicated thought but one that, I think, explains the crisis of contemporary music. It certainly spoke to my feelings about myself as an artist.”
John Adams
After a few Sundays of light and carefree listening, today on (((RadioPianPiano))) we explore more reflective, more autumnal music. John Adams is an American composer, and in his case, the biographical details are also important from an artistic perspective. His music breathes an eclecticism that spans from minimalism towards jazz, with a nod to George Gershwin, and also engages with 20th-century European classical music as well as non-Western musical expressions. This has resulted in compositions that are quite varied, but unified by a narrative rooted in contemporary American culture and history, with works that depict figures like Nixon or Leon Klinghoffer, or dramatic historical events like the 9/11 attacks in New York, to mention just three examples. Compared to Steve Reich or Philip Glass, John Adams is less concerned with adhering to a specific language within a compositional methodology, preferring instead to move freely between different styles.
Adams has played the clarinet since he was young, sometimes collaborating with the Boston Symphony Orchestra, and was already composing music as a teenager. His teachers at Harvard University (A.B., 1969; M.A., 1971) were Leon Kirchner and Roger Sessions. Adams was the first Harvard student to receive permission to present a musical composition as his honors thesis, with distinction. Thus, the musician we meet today started his career with accolades and success from a young age. From 2003 to 2007, he was composer-in-residence at Carnegie Hall in New York, where he founded the famous “In Your Ear” festival. His work as a conductor is also significant—he has conducted performances of his own music and that of others, collaborating with orchestras such as the Chicago Symphony Orchestra, the Cleveland Orchestra, the Royal Concertgebouw Orchestra (Amsterdam), and the London Symphony Orchestra.
Adams has a particularly rich profile, full of diverse experiences, reflecting a deep love for all forms of music. If we listen to compositions like City Noir, we can sense jazz compositional elements, atmospheres dear to Gershwin, built on frameworks influenced by 20th-century classical music, and incorporating innovations such as minimalism. The result is fascinating hybrids, layered in a fusion of different musical cultures, undoubtedly a characteristic trait of the expressive languages of the United States, a land of migrants built on the ashes of native cultures. Adams embraces this eclecticism and does so with the freshness typical of American artists of his generation, capable of moving beyond schools, trends, and the post-serialist constraints that have trapped many European composers, who have distanced themselves from an audience that American composers, by contrast, have managed to retain by making their language more accessible and less intellectualized.
Like Charles Ives (to whom Adams dedicated a composition) and Aaron Copland, John Adams has a uniquely American approach to contemporary music—engaging with modernity without losing sight of harmonies, the narrative accompaniment of music, and the fragmented telling of a sonic dream, of a creative map that hasn’t sterilely confined itself to a language for insiders. It has maintained an open dialogue with the public. Adams does not wish to give up speaking to the general public, to an art that can become the voice of contemporary history, even in a popular vein—a musical narrative of tragedies like the 9/11 attacks or the murder of Leon Klinghoffer. Adams does not retreat into the heavens, but like all American art, relates to the audience, seeking an expressive form that can be considered popular.
It’s difficult to select an entire career of complex and intricate compositions for a playlist. Settle into our sound restaurant once again today, though I can only offer you a taste, picking from the abundant production of John Adams. I’ve tried to include orchestral works, piano pieces, and opera extracts to create an ideal journey through the eclectic language of this important American composer. CLICK HERE to discover the playlist and explore one of the most esteemed contemporary composers of the 21st century, whose music is performed in theaters around the world.
Looking for something different from John Adams' scores? Mr. Pian Piano's jukebox with all the musicians on our intriguing menu, as every Sunday, is at your complete disposal: classical, jazz, pop, rock, and ambient are there waiting for you. If you want to discover other monographs curated by Mr. Pian Piano of dozens and dozens (and dozens) of superb musicians, just settle in here: CLICK HERE, and the archive of monographs of great musicians in alphabetical order will magically open for you.
Want to explore the multimedia project online I'm creating with Adi Newton (Clock Dva, Anti Group) between art and music? CLICK HERE to discover it.
Tired of music? Do you want to read about economics, politics, and finance with an alien gaze? (((RadioPianPiano))) recommends visiting Alieno Gentile and his digital abode.
PS: If you want to support (((RadioPianPiano))), subscribe to an annual membership (30 euros) or a monthly one for 5 euros. The gesture will be appreciated given the weekly work behind these pages. Can't or don't want to? Subscribe to the newsletter: it's free. Thank you.