Spesso la storia del rock'n'roll è raccontata da una prospettiva maschile. Spesso si ha l'impressione che la musica sia di proprietà degli uomini. E questo mi fa ancora arrabbiare e frustrare come non mai. Leggere i resoconti delle vite di queste donne mi ha ricordato quanto abbiano aperto la strada all'epoca. E la storia troppo spesso cancella le donne, in tutte le forme d'arte. Ogni singola storia pubblicata di un'artista donna contribuisce a ristabilire l'equilibrio, ed è un'altra storia salvata dal fuoco. Non ho cercato di essere una cantante soul, una cantante jazz, una cantante blues - nessuna categoria... La mia musica è la mia espressione di ciò che sento e credo in un momento.
Tracey Thorn
Se si arriva alla fine dei trent'anni e ai quaranta, è molto più comune essere qualcuno che fa parte di una sorta di band di mezza età... facendo una quantità orribile di soldi, ma in realtà vendendo solo il passato a un pubblico che non vuole più essere messo alla prova.
Ben Watt
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Gli Everything But the Girl sono come un gatto a nove code con sette vite. Attivi dagli anni ’80 fino ai primi anni del 2000, partono con dischi che fondono folk, jazz e bossanova in un frullato assai piacevole e con dischi frizzantini che sono un discreto inno alla gioia, ad iniziare dal disco d’esordio, l’ottimo “Eden”. L’avventura inizia nel 1982 a Hull, in Inghilterra, con Ben Watt e Tracey Thorn. La voce calda di Tracey e le chitarre acustiche di Ben sono il marchio di fabbrica del loro suono unico e tutto sarebbe potuto proseguire così in un lungo fiume tranquillo senza scossoni particolari. Ben e Tracey una coppia nella vita reale. Nel 1984 si sposano. E vissero felici e contenti? Attenzione alla citazione di Ben qui sopra…
Arrivano gli anni 90 ed il remix di Todd Terry di “Missing”: il successo planetario irrompe sulla poetica del duo come un tornado. Ben Watt si ammala molto gravemente di una rarissima malattia autoimmune ed è costretto a convivere per mesi con l’idea della morte. Tracey canta con i Massive Attack “Protection”, uno dei brani più cool di quegli anni. Troppe cose per restare inchiodati alla poetica degli esordi. L’elettronica entra selvaggiamente nel suono della band e la malinconia prima dolce si fa più amara. Tracey canta con un trasporto emotivo ed espressivo di rara forza ed una voce assolutamente riconoscibile i testi raccontano tutto il travaglio di quegli anni durissimi. Nasce un suono che non defenestra le modalità compositive degli esordi, ma si imbastardisce della tipica essenzialità dell’elettronica conservando le melodie di folk e pop con il cantato.
La loro relazione è stata spesso descritta come una delle più stabili e durature nel mondo della musica, con entrambi i membri che si sostengono a vicenda nella vita e nella carriera musicale. Anche dopo lo scioglimento degli Everything But the Girl, Ben e Tracey hanno continuato a lavorare insieme in vari progetti musicali e a mantenere un forte legame personale. Tuttavia, nel 2016 Ben Watt ha annunciato che la coppia aveva deciso di separarsi dopo 25 anni di matrimonio, anche se sono rimasti amici e collaboratori musicali. Le cose succedono e niente è per sempre. Nei fatti agli albori del XXI secolo gli Everything but the Girl si sciolgono, lasciando molte belle canzoni con arrangiamenti e strumentazioni assai differenti in un caleidoscopio di musiche che ben raccontano la contemporaneità aprendo all’espressività al femminile di Tracey ed all’eccletismo di Ben, che scavalca la malattia e resta con noi sul pianeta. Molto bene…
Dopo ben vent’anni con il Ben preso tra armamentari elettronici, DJ set ad Ibiza e dischi folk/acustici con ospiti tipo David Gilmour, alla faccia dell’eccletismo a me assai caro come sapete, e la Tracey a far stupendi dischi di Natale e ospitate della serie “tutti mi vogliono”, i nostri eroi si sono ritrovati insieme. Dunque rieccoli con il disco “Fuse” che ci porta nuove ballate come la splendida “Run a Red Light” (bella, bella, bella) dove Tracey sfoggia una voce più pastosa, più vecchia e ancor più bella che a vent’anni, un vino lasciato fermo a lungo in botti di rovere antico per splendere nelle nostre orecchie come un diamante e Ben che è sempre lì a tessere trame elettroniche, acustiche, elettriche e chi più ne ha, più ne metta. La classe non è acqua e non teme 20 anni di pausa.
Lo scorrere di questi suoni e la voce di Tracey rimandano direttamente alla poesia, ad una condizione di sospensione e meraviglia interiore, ad uno struggimento a cui è bello concedersi. Va bene dai, vi risparmio ulteriori alambicchi di retorico favellare e largo alla musica! Andiamo ad assaporare le portate sonore preparate dal sempre vostro Mr Pian Piano. CLICCATE QUI per riscoprire in una sontuosa playlista antologica vecchie e nuove canzoni degli Everything but the Girl, per ascoltare una Tracey Thorn ventenne e ora sessantenne in un gioco di timbriche vocali da brividi e per apprezzare le doti di polistrumentista di Ben Watt e la sua capacità di muoversi agilmente tra diavolerie digitali e chitarre acustiche.
Desiderate qualcosa di diverso dagli Everything But The Girl? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Everything but the Girl: pop, jazz, electronic.
So often the story of rock’n’roll is told from a male perspective. So often it feels like men own music. And I still get as angry and frustrated about that as I ever did. Reading those women’s accounts of their lives has reminded me how much they paved the way back then. And history too often erases the women, in all art forms. Every single published story of a female artist goes a small way towards redressing the balance, and is another one saved from the fire.I didn’t try to be a soul singer, a jazz singer, a blues singer – no category…My music is my expression of what I feel and believe in a moment.
Tracey Thorn
If you get to your late 30s and into your 40s, it’s much more common to be someone who’s in a middle-aged sort of band…making a horrible amount of money, but really just selling the past to an audience that doesn’t really want to be challenged anymore.
Ben Watt
Everything But the Girl are like a cat o' nine tails with seven lives. Active from the 1980s until the early 2000s, they started out with records that blended folk, jazz and bossanova into a very pleasant smoothie and with fizzy records that were a decent paean to joy, starting with their debut record, the excellent "Eden." The adventure began in 1982 in Hull, England, with Ben Watt and Tracey Thorn. Tracey's warm voice and Ben's acoustic guitars are the hallmark of their unique sound, and everything could have gone on like this in one long quiet river without any particular jolt. Ben and Tracey a couple in real life. In 1984 they got married. And did they live happily ever after? Beware of Ben's quote above....
ome the 1990s and Todd Terry's remix of "Missing": planetary success bursts over the duo's poetics like a tornado. Ben Watt becomes very ill with a very rare autoimmune disease and is forced to live for months with the idea of death. Tracey sings with Massive Attack "Protection," one of the coolest songs of those years. Too much to get stuck on the poetics of the early days. Electronics enters wildly into the band's sound and the formerly sweet melancholy becomes more bitter. Tracey sings with an emotional and expressive transport of rare strength and an absolutely recognizable voice the lyrics tell all the travail of those very hard years. A sound is born that does not defenestrate the compositional modes of the early days, but bastardizes the typical essentiality of electronics while preserving the melodies of folk and pop with the singing.
Their relationship has often been described as one of the most stable and enduring in the music world, with both members supporting each other in life and in their musical careers. Even after Everything But the Girl disbanded, Ben and Tracey continued to work together in various musical projects and maintain a strong personal bond. However, in 2016 Ben Watt announced that the couple had decided to separate after 25 years of marriage, although they remained friends and musical collaborators. Things happen and nothing is forever. In the facts at the dawn of the 21st century Everything but the Girl disbanded, leaving many beautiful songs with very different arrangements and instrumentation in a kaleidoscope of music that well told the contemporary by opening up to Tracey's feminine expressiveness and Ben's eccletism, which bypasses illness and stays with us on the planet. Very good...
After a good 20 years with the Ben caught between electronic paraphernalia, DJ sets in Ibiza and folk/acoustic records with guests like David Gilmour, so much for the eccletism I hold dear as you know, and Tracey making wonderful Christmas records and "everybody wants me" series guests, our heroes have come together again. So here they are again with the album "Fuse" which brings us new ballads like the wonderful "Run a Red Light" (beautiful, beautiful, beautiful) where Tracey shows off a mellower, older and even more beautiful voice than in her twenties, a wine left to sit for a long time in old oak barrels to shine in our ears like a diamond and Ben who is always there to weave electronic, acoustic, electric and what have you, what have you. Class is not water and is not afraid of a 20-year hiatus.
The flow of these sounds and Tracey's voice harken directly back to poetry, to a condition of suspension and inner wonder, to a yearning it is good to indulge in. All right come on, I'll spare you further alambics of rhetorical fable and make way for the music! Let's go and savor the sound courses prepared by your ever-present Mr. Pian Piano. CLICK HERE to rediscover in a sumptuous anthology playlist old and new songs by Everything but the Girl, to hear a 20- and now 60-year-old Tracey Thorn in a chilling interplay of vocal timbres, and to appreciate Ben Watt's multi-instrumentalist skills and his ability to move nimbly between digital devilry and acoustic guitars.
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