La mia musica è creata quasi sempre per immagini. Oso immaginare di poter fermare il tempo per un po’ se dipingo ciò che ho visto o vissuto con i suoni.
A me basta che suoni “fisico” quando alzo il volume, voglio che il basso ti spacchi le ginocchia se possibile, ma non voglio una muraglia di rumore fine a se stessa o sempre uguale; mi piace che i brani si evolvano, che trasmettano emozioni.
Eraldo Bernocchi
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La prima vera chiacchierata con Eraldo è stata in un piacevole ristorante sul lungomare di Castagneto Carducci. Il nostro musicista di oggi si stava trasferendo a Londra, dove ora vive. Mangiando pesce e con un buon Vermentino a far da scenografia ho (forse) capito alcune cose di un artista che tra collaborazioni come chitarrista e nel ruolo di produttore è sicuramente uno dei protagonisti della musica di ricerca a livello internazionale. Le collaborazioni con Bill Laswell, Mick Harris degli Scorn, Harold Budd, Almamegretta, Robin Guthrie dei Cocteau Twins e molti altri sono lì a certificarlo. Bernocchi non è mai alla ricerca di compromessi, anzi cerca gli estremi e ascoltandolo ragionare ha anche parole affilate, può dare la sensazione di una certa scontrosità, irrequietezza, insopportazione, ma oltre, guardando meglio, c’è una dolcezza non comune e una dedizione per poche e circoscritte persone molto difficile da incrociare ai giorni nostri. Dunque oggi su (((RadioPianPiano))) colori profondi, forti e aasai diversi tra loro.
La sua musica è fatta di contrasti e parte spesso da immagini come nella collaborazione alla soundtrack del film “Nirvana” di Gabriele Salvatores o nelle installazioni con la moglie, la brava grafica Petulia Mattioli. Diversissimi i suoi ascolti, dai selvaggi Motorhead di Lemmy alle atmosfere eteree di Harold Budd, secondo un’impronta eclettica che come sa chi mi legge apprezzo particolarmente. Un altro punto raro è la libertà con cui si avvicina a qualsiasi lavoro creativo e la dedizione con cui “mette le mani” con la sua scrittura musicale sul lavoro di altri artisti con cui elabora progetti. Non mi stupiscono in quest’ottica le diverse collaborazioni prestigiose, perché Eraldo sa calarsi nei suoni di altri artisti con un garbo, che non significa affatto non farsi sentire, e con una coerenza poetica non facile da trovare in un lavoro dove coesistano menti diverse.
Date queste premesse ho fatto carte false per coinvolgerlo in un “mio” progetto che nei fatti è un nostro progetto ed il suo lavoro come chitarrista ha arricchito in modo insostituibile i brani, sempre con quella cifra poetica di amplificarne la poetica, magari non percepita da un ascoltatore, ma sempre sottesa per chi fa musica. Un altro punto è sicuramente l’attenzione sonora per le timbriche sia come chitarrista che come produttore e per “i pieni ed i vuoti” in una composizione, per le saturazioni ed i momenti più eterei. Eccovi dunque un pezzo dall’album “Quasar” del sottoscritto, dove la sua chitarra letteralmente restituisce molte delle parole che ho speso fin qui, nell’alternarsi di immagini fosche, dure e dolci al contempo. Ascolto sempre a fatica delle musiche in cui sono coinvolto direttamente, ma questo brano fa eccezione e credo molto lo si debba ad Eraldo.
Nella discografia di Eraldo Bernocchi ci sono alcuni incisioni essenziali e oltre alle registrazioni con Harold Budd vi segnalo il disco con Bill Laswell al basso ed il compianto Toshinori Kondo alla tromba, ovvero il progetto Charged. Un disco di jazz astrale con sapori di Miles Davis, ma con un basso, dei synth e un impianto ritmico che purtroppo sono mancati all’ultimo Miles. Un disco che dichiara ancora una volta l’approccio eclettico alla musica di Eraldo libero di spaziare dal rumorismo, all’ambient fino al jazz contemporaneo. Gran disco questo del progetto “Charged” che suona ancora ottimo a 25 anni dalla sua uscita.
Costretto tra le grinfie di spotify vi ho cucinato quel che potevo con gli ingredienti che avevo nella consistente produzione di Eraldo. Non c’è tutto quel che avrei voluto, ma considerate sempre queste playlist come un antipasto, un assaggio di un artista, sta poi a voi navigarne sistematicamente le musiche e cercare le vostre preferenze o perplessità. CLICCATE QUI per conoscere i suoni ed alcuni imperdibili progetti di Eraldo Bernocchi, un musicista con una visione precisa. Chiudiamo con almeno un ascolto del nostro nelle vesti di produttore (e compositore), qui con un Giovanni Lindo Ferretti (CCCP, CSI) insolito ed elettronico, ma come sempre poetico.
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Eraldo Bernocchi: experimental.
My music is almost always created for images. I dare to imagine that I can stop time for a while if I paint what I’ve seen or experienced with sounds.
For me, it’s enough that it sounds “physical” when I turn up the volume; I want the bass to knock your knees out if possible, but I don’t want a wall of noise for its own sake or something that’s always the same. I like pieces to evolve, to convey emotions.
Eraldo Bernocchi
The first real conversation with Eraldo was at a lovely restaurant on the waterfront in Castagneto Carducci. Today’s musician was moving to London, where he now lives. Eating seafood with a good Vermentino as our backdrop, I (perhaps) understood a few things about an artist who, through collaborations as a guitarist and in his role as producer, is undeniably one of the leading figures in experimental music on an international level. Collaborations with Bill Laswell, Mick Harris of Scorn, Harold Budd, Almamegretta, Robin Guthrie of the Cocteau Twins, and many others attest to this. Bernocchi never seeks compromises; rather, he pursues extremes. Listening to him reflect, he also speaks with sharp words, giving off an air of aloofness, restlessness, or even impatience, but beyond this, looking closer, there is an uncommon sweetness and a dedication to a select few people that is hard to find nowadays. So, today on (((RadioPianPiano))) we have deep, strong, and quite diverse colors.
His music is full of contrasts, often beginning with images, as in his collaboration on the soundtrack for the film Nirvana by Gabriele Salvatores or his installations with his wife, the talented graphic artist Petulia Mattioli. His listening tastes are varied, from Lemmy’s wild Motorhead to the ethereal atmospheres of Harold Budd—a diverse musical palette I personally appreciate. Another rare quality is the freedom with which he approaches any creative work and the dedication with which he “lays his hands” on the work of other artists through his music writing and project development. It’s no surprise, then, that he’s had several prestigious collaborations, as Eraldo has a way of immersing himself in the sound of others with grace—meaning he makes his presence felt without overpowering—and with a poetic consistency that’s rare in collaborative work where diverse minds converge.
With these qualities in mind, I went to great lengths to involve him in a “personal” project that, in reality, is a joint project. His guitar work has enriched the tracks in an irreplaceable way, always amplifying the music's poetics—a quality that might go unnoticed by the listener but is always present for those who make music. Another key aspect is his attention to sound textures, whether as a guitarist or producer, and his sensitivity to “full and empty” spaces in a composition, to saturation and ethereal moments. Here, then, is a track from my album Quasar, where his guitar literally brings many of the words I’ve spent so far to life, weaving dark, harsh, and sweet images in turn. I find it difficult to listen to music I’m directly involved in, but this track is an exception, and I owe much of that to Eraldo.
In Eraldo Bernocchi’s discography, there are some essential recordings, and alongside those with Harold Budd, I’d highlight the album with Bill Laswell on bass and the late Toshinori Kondo on trumpet, called Charged. It’s a record of astral jazz with hints of Miles Davis, but with a bass, synths, and rhythmic structure that were sadly absent from Miles’ later years. This album once again showcases Eraldo’s eclectic approach, spanning noise, ambient, and contemporary jazz. Charged is a great album that still sounds remarkable 25 years after its release.
Limited by Spotify’s constraints, I’ve put together what I could from Eraldo’s vast catalog. Not everything I wanted is here, but consider these playlists as appetizers—a taste of an artist. From there, it’s up to you to systematically explore his music and find your preferences or reservations. CLICK HERE to discover the sounds and some must-hear projects by Eraldo Bernocchi, a musician with a clear vision. Let’s close with at least one listen to Eraldo in the role of producer (and composer), here with a Giovanni Lindo Ferretti (CCCP, CSI) who is electronic yet, as always, poetic.
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