Dio solo sa perché - non è un gioco di parole - ma ogni volta che scrivo una canzone sento il bisogno di parlare di religione.
Tendenzialmente mi piacciono le canzoni molto emotive, che mi colpiscono emotivamente.
Martin Gore
La gioia arriva da dove meno te l'aspetti. Di solito sono le cose semplici, come guardare mio figlio giocare a basket o andare a Central Park quando i fiori sono in fiore.
Ho sfiorato la morte, dove ho quasi scelto di andarmene. L'ultima volta, nel 1996, è stata la volta buona. Ho avuto improvvisamente la sensazione di non essere indistruttibile. Non c'è stata una grande esperienza di luce bianca, ho solo sentito questo buio completo e una voce enorme dentro di me che diceva: "Questo non è giusto".
Dave Gahan
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Ci sono band che entrate nel meccanismo pop di milioni e milioni di ascolti si usurano come pneumatici degni di una multa della polizia stradale. Forse son proprio quelli della scassatissima “Due Cavalli” Citroen di Mr Pian Piano? I Depeche Mode sono indubbiamente anche questo avendo attivato consapevolmente il meccanismo con ben 107 singoli: una marea, visto che esclusi i live non arrivano ad aver inciso 15 album in 40 anni.
Quando nel 1981 esce “Speak and Spell”, licenziato dalla mitica MUTE di Daniel Miller, pilastro dell’underground UK, molti storsero la bocca. Vi dirò, il disco mi risulta ancor oggi francamente inascoltabile: canzonette al gusto di Big Babol, con melodie degne di un videogioco vintage. Vince Clarke che firmava tutti i brani sapeva cosa creare: un simpatico mondo sonoro di plastica per liceali brufolosi ed il gioco funzionò con la stucchevole “Just Can Get Enough” dando grande popolarità alla band. Il gioco sembrava fatto, i Depeche mode andavano da una parte ed io (e anche Mr Pian Piano) dall’altra. Sdegnosi e radical chic entrambi, siamo pronti ad esser crocifissi dagli estimatori: non ce ne vogliano i fan della prim’ora, ma ormai lo sapete, siam loschi figuri degni di ogni ignominia.
Il giochino di Clarke si rompe subito ed il nostro decide di portare la sua poetica altrove (Yazoo prima, Erasure poi) ed i Depeche Mode finiscono nelle mani di Martin L. Gore e cambia tutto. Lentamente e con prudenza Gore si sposta dalle melodie “saponetta e dopobarba” ad una poetica più dolente ed esistenzialista di cui “Leave in Silence” nel secondo album è immediata testimonianza, come lo sbucare di tematiche politiche con “Get the Balance Right”. I nostri eroi azzeccano singoli, ma gli album restano non del tutto riusciti, mentre i singoli portano i Depeche Mode regolarmente in hit parade. L’ondata degli anni 80 e del synth pop si chiude con l’arrivo degli anni 90 e la quasi allegra brigata di Gore, Gahan & company pare destinata all’oblio definitivo. Errore, errorissimo la band si prepara invece ad un nuovo e più avvincente viaggio intergalattico, come nel bel video del sempre ottimo Anton Corbijn: space is the place!
I sorrisi adolescenziali del frontman Dave Gahan si trasformano in maschera di dolore ed in una pesante dipendenza da droghe, farmaci e alcool e tutto par sfasciarsi. Lo show biz ha girato pagina ed i Depeche non interessano più. Gore, zirro, zitto, prepara il colpo di coda, confezionando proprio negli anni 90 due capolavori, che cancellano il synth pop e fanno dei Depeche Mode una band di grande spessore poetico. Parlo di “Songs of Faith and Devotion” e “Ultra”. Il suono ed i testi diventano disturbatissimi, correndo in parralelo con il deragliamento di Gahan in preda ad ogni genere di dipendenza, Gahan che il 28 maggio del 1996 letteralmente “muore” andando in arresto cardiaco per 3 minuti (un’eternità), salvo poi “tornare sulla terra” e salvarsi. Miracolato indubbiamente. La primavera è qui e cos’è Pasqua se non una Resurrezione per chi crede od un ritorno alla vita, un fiorire, dopo la morte invernale? Nel giardino della casa in collina la sassifraga è già sbocciata ed anche il pruno, con i suoi fiori bianchi.
Un po’ quel che accade anche alla band che ormai lontana anni luce dal synth pop, licenzia canzoni di interessante spessore artistico anche negli anni successivi e porta su tutto il pianeta in tour travolgenti concerti dal vivo, con una galleria di successi notevole. Mr Pian Piano annuisce, la chiave per capire i Depeche Mode è calarsi in questa morte e resurrezione e lì stanno i nostri tre. Gahan una volta risorto si risistema e crea un’ interessante carriera solista componendo brani anche per i Depeche Mode. Come parlare di una band di cui conosciamo quasi ogni singolo, fosse solo perché sbucano continuamente dalla radio in auto o in casa? Con Mr #PianPiano abbiamo pensato di ignorare quasi tutti i singoli e di includere un paio dei più sconosciuti, facendovi navigare tra le canzoni più oscure e meno conosciute della band, dove si possono trovare vere e proprie chicche di intenso lirismo. Dimenticate “Just Can’t Get Enough”, “Everything Counts”, “Stripped” (bellissima) o “Never Let Me Down”, “Enjoy the Silence”, “Precious” eccetera…
Andiamo altrove, andiamo perché oggi in cucina ci sono anche io a tritare erbe e preparare spiedini di strofe e ritornelli. Il viaggio è tra canzoni che spero avrete sentito al massimo un paio di volte o magari anche mai. Ci sono assaggi veramente sfiziosi, perché Gore è a sua volta un attento ascoltatore, come testimoniano i suoi dischi da solista. Ci sono ballate o dolenti canzoni sulla condizione umana, arrangiamenti interessanti, spesso imbastarditi da un’elettronica d’avanguardia con i migliori produttori di ogni decade: i nostri sono sulla scena da 40 anni. Non bruscolini.
Allora accomodatevi: cinture allacciate, cuffie sulla testa o stereo connesso via bluetooth, CLICCATE QUI e scoprite the dark side, un lato meno conosciuto, dei DEPECHE MODE, vi calerete in atmosfere dense dove il blues racconta di una tensione per il sacro e l’elettronica brucia di esistenzialismo. Sì insomma una grande band che ha saputo maturare e dare il meglio dopo dieci anni dalla sua nascita: merce rara.
Desiderate qualcosa di diverso dal pop esistenziale dei Depeche Mode? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Depeche Mode: pop.
God knows why – no pun intended – but every time I write a song, I feel a need to touch on religion.
I tend to like songs that are very emotional, that strike a chord with me emotionally.
Martin Gore
Joy comes from places you least expect it. It’s usually the simple things, like watching my son play basketball or going through Central Park when the blossoms are blooming.
I had a few brushes with death, where I nearly chose to go. The final one in 1996 did it for me. I suddenly had that feeling that I wasn’t indestructible. There was no big white light experience, I just felt this complete blackness and a huge voice inside me saying, ‘This is not right.
Dave Gahan
There are bands that entered the pop mechanism of millions and millions of listeners wear out like tires worthy of a traffic ticket. Perhaps they are precisely those of Mr. Pian Piano's very unhinged "Two Horses" Citroen? Depeche Mode are undoubtedly that too having consciously activated the mechanism with no less than 107 singles: a lot, given that excluding live shows they do not come close to having recorded 15 albums in 40 years.
When "Speak and Spell," licensed by Daniel Miller's legendary MUTE, a mainstay of the UK underground, was released in 1981, many people gasped. I will tell you, the record is still frankly unlistenable to me today: Big Babol-flavored ditties with melodies worthy of a vintage video game. Vince Clarke who signed all the tracks knew what to create: a nice plastic sound world for pimply high schoolers and the game worked with the cloying "Just Can Get Enough" giving great popularity to the band. The game seemed to be played, Depeche mode went one way and I (and also Mr. Pian Piano) went the other. Disdainful and radical chic both of us, we are ready to be crucified by the admirers: don't mind the early fans, but by now you know, we are shady characters worthy of any ignominy.
Clarke's little game soon breaks down and he decides to take his poetics elsewhere (Yazoo first, Erasure later) and Depeche Mode ends up in the hands of Martin L. Gore and everything changes. Slowly and cautiously Gore moves from "soap and aftershave" tunes to a more sorrowful and existentialist poetics of which "Leave in Silence" on the second album is immediate evidence, as is the surfacing of political themes with "Get the Balance Right." Our heroes get singles right, but the albums remain not entirely successful, while the singles bring Depeche Mode regularly into the hit parade. The wave of 80s and synth pop comes to an end as the 90s arrive and the almost merry brigade of Gore, Gahan & company seems destined for ultimate oblivion. Mistake, very mistake the band instead prepares for a new and more exciting intergalactic journey, as in the beautiful video by the always excellent Anton Corbijn: space is the place!
Frontman Dave Gahan's teenage smiles turned into a mask of pain and a heavy addiction to drugs, drugs and alcohol, and everything seemed to fall apart. Show biz has turned a corner and Depeche no longer matters. Gore, zirro, shut up, prepares the backlash, packing just in the 90s two masterpieces, which erase synth pop and make Depeche Mode a band of great poetic depth. I am talking about "Songs of Faith and Devotion" and "Ultra." The sound and lyrics become disturbed as hell, running parralelo with Gahan's derailment in the grip of all kinds of addictions, Gahan who on May 28, 1996 literally "died" by going into cardiac arrest for 3 minutes (an eternity), except for "coming back to earth" and saving himself. Miraculous undoubtedly. Spring is here and what is Easter if not a Resurrection for those who believe or a return to life, a flourishing, after winter death? In the garden of the house on the hill, the saxifrage has already bloomed and so has the plum tree, with its white flowers.
A bit what happens to the band as well, which by now light years away from synth pop, fires songs of interesting artistic depth even in the following years and takes all over the planet on overwhelming live tours, with a remarkable gallery of hits. Mr. Pian Piano nods, the key to understanding Depeche Mode is to step into this death and resurrection, and there stand our three. Gahan once resurrected resettles and creates an 'interesting solo career composing songs for Depeche Mode as well. How to talk about a band we know almost every single one of, if only because they constantly pop up on the radio in the car or at home? With Mr #PianPiano we thought we would ignore almost every single and include a couple of the more unknown ones, letting you browse through the band's darker and lesser-known songs, where you can find real gems of intense lyricism. Forget "Just Can't Get Enough," "Everything Counts," "Stripped" (beautiful) or "Never Let Me Down," "Enjoy the Silence," "Precious," etc.
Let's go elsewhere, let's go because today I am also in the kitchen chopping herbs and preparing skewers of stanzas and refrains. The journey is among songs that I hope you will have heard at most a couple of times or maybe even never. There are really tasty samples, because Gore is himself an attentive listener, as evidenced by his solo records. There are ballads or mournful songs about the human condition, interesting arrangements, often bastardized by cutting-edge electronics with the best producers of any decade-our folks have been on the scene for 40 years. Not pittance.
So take a seat: belts fastened, headphones on your head or stereo connected via bluetooth, CLICK HERE and discover the dark side, a lesser known side, of DEPECHE MODE, you will drop into dense atmospheres where blues tells of a tension for the sacred and electronics burns with existentialism. Yes in short a great band that has been able to mature and give its best after ten years since its birth: a rare commodity.
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