Cercate di creare cose che possano diventare migliori nella mente degli altri di quanto lo siano state nella vostra.
Brian Eno
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Esiste la possibilità di “non ascoltare” la musica ma assorbirne comunque l’influenza? Possiamo fare del suono un elemento di “arredo invisibile” dello spazio in cui siamo? L’intelligenza artificiale può comporre musica? La capacità combinatoria dei computer può creare composizioni eternamente diverse, dati alcuni ingredienti di base? Possiamo costruire paesaggi sonori non invasivi che alterano il nostro stato psichico anche a fronte di un ascolto passivo, distratto e discontinuo? Benvenuti nel multiforme mondo di Brian Eno, un artista che ha fatto la storia e grazie ad una grande sensibilità timbrica è diventato uno dei produttori più richiesti al mondo.
Dagli esordi con i Roxy Music di Bryan Ferry, fino alle collaborazioni con David Bowie nella spettacolare trilogia di “Low”, “Heroes” e “Lodger”, dove oltre ad essere produttore risulta in molti brani anche autore, emerge un musicista multiforme e complesso.
Capace di costruire sonorità eteree, qualità per cui è divenuto famoso, sa essere però al contempo abrasivo. Appassionato di musica Africana, amico del funky, dei cori di voci e delle chitarre ritmiche “alla Nile Rodgers” o creative alla Robert Fripp: suoni diversi, storie molto diverse. Affrontiamo oggi Brian Eno non come celebrato produttore o autore di belle canzoni, ma esploriamo uno degli aspetti per cui la sua ricerca ha avuto un’influenza importante: la musica ambient. Come per tutti i grandi, anche con Eno risulta impossibile raccogliere in una pillola sola tutto il suo lavoro…
Brian Eno ispirato dal minimalismo americano decide con Music for Airports (1978!!!) di esplorare una modalità compositiva finalizzata ad un ascolto passivo, distratto, “di sottofondo” che sia di arredo sonoro in architetture per eccellenza di transito, gli aeroporti appunto, o per creare spazi mentali in chi ascolta all’interno della propria abitazione, mentre è intento in altre attività, diversamente da quel che accade nell’ascolto attivo. Si tratta di un concetto rivoluzionario, dove la musica non è un ingrediente esclusivo della nostra esperienza, ma subliminale. La ricerca di Brian Eno con la musica ambient esplora anche le possibilità di “combinare suoni” accostandoli con infinite modalità, secondo un approccio che valorizzi le possibilità combinatorie dei computer. Infatti il nostro ha creato e commercializzato software e composizioni in forma di software (Reflection), in modo da costruire musiche “eternamente diverse”, concetto che ha portato anche nelle arti visive con delle installazioni luminose (77 Million paintings) esposte nelle più importanti gallerie del pianeta.
Non siamo una rubrica musicale enciclopedica e quindi non affronteremo il lavoro di Eno classificandolo ed esplorandone la miriade di influenze, le tantissime collaborazioni con i più grandi ed interessanti musicisti che da mezzo secolo calcano le scene e la stimolante discografia: trovate tutto questo con un paio di click in rete. Qui, insieme al nostro cuoco sonoro Mr Pian Piano, ci interessa donarvi un’esperienza sonora, farvi vivere e sperimentare quello che le parole introducono con semplicità ed in modo parziale e soggettivo.
Mr Pian Piano vi ha cucinato una playlist impossibile da ascoltare completamente, ma utilizzabile come “sfondo sonoro” per le vostre letture, il lavoro, il relax, il riordino della cucina, la contemplazione guardando fuori dalla finestra, sfogliando un libro, facendo l’amore, svincolandovi insomma da un ascolto attivo, ma rendendo appunto il suono un’esperienza tra le altre, un fluido che pervade con discrezione lo spazio di cui state facendo esperienza, alterandolo positivamente. Provare per credere.
I suoi riferimenti musicali sono principalmente nella musica contemporanea (John Tilbury e Cornelius Cardew in particolare) e minimale (John Cage, La Monte Young, Terry Riley), ma il suo è un concetto di musica che trascende il semplice fatto musicale. Una teoria multimediale ante-litteram, si potrebbe dire.
L’obiettivo è dar vita ad una musica per le ampie hall degli aeroporti, ma anche per le sale d’attesa, per i padiglioni delle mostre e delle gallerie d’arte o semplicemente per il soggiorno di casa vostra. La musica come luogo della mente. Siamo di fronte alla fine del concetto tradizionale di “ascolto” e alla nascita di un nuovo genere di soundtrack esistenziale, pensata per accompagnare l’architettura e l’attività mentale. Più che un brano con un inizio ed una fine, la ambient music di Brian Eno è un trattato di musicologia, una sintesi di quella stagione di ricerche avviata da Erik Satie con le “Gymnopedie” e proseguita con i minimalisti Terry Riley, Steve Reich e John Cage, oltre che dallo stesso Eno. Riparleremo del Brian Eno compositore di canzoni e produttore di artisti del calibro di Talking Heads, Bowie, U2, Laurie Anderson, James e Peter Gabriel, ma oggi ci dedichiamo ad atmosfere quasi inudibili, rarefatte, impalpabili e oblique, come le strategie scritte da Eno con Peter Schmidt per spezzare i blocchi creativi.
Mr Pian Piano ha raccolto SETTE ORE di composizioni, che costruiscono un continuum sonoro in cui potete immergervi per intere giornate. Mr Pian Piano mi vienei incontro riflessivo e puntuale per servire alla nostra tavola un elisir profumato con tutti i colori speziati dell’ ambient music in una playlist fatta per……non essere ascoltata, ma per accompagnare la giornata. CLICCATE QUI e Brian Eno si materializzerà ovunque voi siate con una selezione dall’eterna durata, costruita con pazienza dal nostro chef sonoro.
Desiderate qualcosa dalle esperienze rarefatte di Brian Eno? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Brian Eno: ambient, electronic.
Try to make things that can become better in other people’s minds than they were in yours
Brian Eno
Is there a possibility of "not listening" to music but still absorbing its influence? Can we make sound an element of "invisible furniture" of the space we are in? Can artificial intelligence compose music? Can the combinatorial ability of computers create eternally different compositions given some basic ingredients? Can we construct non-invasive soundscapes that alter our psychic state even in the face of passive, distracted and discontinuous listening? Welcome to the multifaceted world of Brian Eno, an artist who has made history and thanks to a great timbral sensitivity has become one of the world's most in-demand producers.From his beginnings with Bryan Ferry's Roxy Music to his collaborations with David Bowie in the spectacular trilogy of "Low," "Heroes" and "Lodger," where in addition to being a producer he turns out to be a composer in many tracks, a multifaceted and complex musician emerges.
Able to build ethereal sounds, a quality for which he has become famous, he knows how to be abrasive at the same time, however. A lover of African music, a friend of funky, vocal choruses and rhythm guitars "a la Nile Rodgers" or creative a la Robert Fripp: different sounds, very different stories. Let's face Brian Eno today not as a celebrated producer or writer of beautiful songs, but let's explore one of the aspects for which his research was a major influence: ambient music. As with all the greats, with Eno it proves impossible to collect all his work in one pill...
Brian Eno inspired by American minimalism decides with Music for Airports (1978!!!) to explore a compositional mode aimed at a passive, distracted, "background" listening that is of sonic furniture in architectures par excellence of transit, airports precisely, or to create mental spaces in listeners inside their homes, while they are intent on other activities, unlike what happens in active listening. This is a revolutionary concept, where music is not an exclusive ingredient of our experience, but subliminal. Brian Eno's research with ambient music also explores the possibilities of "combining sounds" by juxtaposing them in infinite ways, following an approach that enhances the combinatorial possibilities of computers. In fact, ours has created and marketed software and compositions in the form of software (Reflection) so as to construct "eternally different" music, a concept he has also brought to the visual arts with light installations (77 Million paintings) exhibited in the most important galleries on the planet.
We are not an encyclopedic music column, so we are not going to tackle Eno's work by categorizing it and exploring his myriad influences, his many collaborations with the greatest and most interesting musicians who have trod the scenes for half a century, and his stimulating discography: you can find all that with a couple of clicks on the Web. Here, together with our sonic cook Mr Pian Piano, we are interested in giving you a sonic experience, making you live and experience what words introduce simply and in a partial and subjective way.
Mr. Pian Piano has cooked you a playlist that is impossible to listen to completely, but usable as a "sound background" for your reading, work, relaxation, kitchen tidying up, contemplation looking out the window, leafing through a book, making love, in short, releasing you from active listening, but precisely making sound an experience among others, a fluid that discreetly pervades the space you are experiencing, positively altering it. Trying is believing.His musical references are mainly in contemporary (John Tilbury and Cornelius Cardew in particular) and minimal music (John Cage, La Monte Young, Terry Riley), but his is a concept of music that transcends mere musical fact. An ante-litteram multimedia theory, one might say.
The goal is to bring to life music for spacious airport lobbies, but also for waiting rooms, exhibition halls and art galleries, or simply for the living room of your home. Music as a place of the mind. We are facing the end of the traditional concept of "listening" and the birth of a new kind of existential soundtrack, designed to accompany architecture and mental activity. More than a piece with a beginning and an end, Brian Eno's ambient music is a treatise on musicology, a synthesis of that season of research initiated by Erik Satie with the "Gymnopedias" and continued with minimalists Terry Riley, Steve Reich and John Cage, as well as by Eno himself. We will talk again about the Brian Eno songwriter and producer of the likes of Talking Heads, Bowie, U2, Laurie Anderson, James and Peter Gabriel, but today we turn our attention to atmospheres that are almost inaudible, rarefied, intangible and oblique, like the strategies Eno wrote with Peter Schmidt to break creative blocks.
Mr Pian Piano has collected SEVEN HOURS of compositions, building a sonic continuum you can immerse yourself in for whole days. Mr Pian Piano comes to me thoughtful and timely to serve our table a fragrant elixir with all the spicy colors of 'ambient music in a playlist made to......not to be listened to, but to accompany the day. CLICK HERE and Brian Eno will materialize wherever you are with a selection of eternal durability, patiently constructed by our sonic chef.
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