Ho trascorso dieci anni in quella fabbrica per orchestre sinfoniche. Poi a 15 anni ho piantato tutto e ho fondato un gruppo punk. La musica deve essere libertà, non schiavitù. I bambini devono essere lasciati liberi di comporre musica, così come disegnano. Solo così possono arrivare a comporre con la stessa facilità con cui imparano le lingue.
Non c’è mai stata separazione tra “techne” e la Natura. Il fuoco è prodotto insieme dall’uomo e dalla Natura. La rivoluzione industriale è stato il punto di maggiore distacco tra i due elementi, ma ora con una tecnologia tanto sofisticata siamo arrivati a un passo dal totale ricongiungimento, se manteniamo sempre alto il livello di guardia, cioè il senso di colpa, possiamo, dobbiamo, costruire un secolo fantastico. Io stessa mi accorgo che guardo la luna in un modo nuovo, con una grande purezza poetica.
Björk Guðmundsdóttir
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Siamo qui nell’isola dei vulcani, dei ghiacciai, del tempo che par soleggiato e poi arriva una tempesta capace di portarsi via manciate di turisti come fossero foglie secche. Siamo qui dove tra la fine degli anni 80 e l’inizio del XXI secolo è cresciuta una delle scene musicali più interessanti del pianeta Terra. Eccoci in Islanda con Mr Pian Piano, oggi per far due chiacchiere su Bjork. Il sole splende, le nuvole sembrano a portata di mano, l’oceano è grande e profondo, le montagne sembrano giganti addormentati sul mare.
Sempre stato il mio sogno esser qui dove il cielo accarezza la terra, ma non mi perdo in smancerie e partiamo da quel “Debut” che fece esplodere la nostra eroina nel 1993, un concentrato di una femminilità che si fa creazione e scansa la pesantezza del principio maschile, per dipingere appunto un panorama creativo variegato che della leggerezza fa qualità, come scriveva Calvino nelle memorabili “Lezioni Americane”. In “Debut” emerge quella poetica cara a Bjork che intende coniugare natura e tecnica, metaforicamente voce e strumenti elettronici, per ricreare un mondo sonoro armonioso, un possibile incontro non distruttivo, ma fecondo. Alla fin fine è la sfida che l’uomo ha davanti a sé da qui alle prossime decadi: cercare questo equilibrio. Ah, non dimenticate di giocare con il video sottostante: i videoclip di Bjork sono sempre intriganti ed in alcuni casi vere opere d’arte. L’interdisciplinarietà è di casa con la nostra artista e i migliori registi frequentano la nostra eroina.
Bjork è stata sempre molto ‘attenta nella scelta di produttori che l’affiancassero in ogni avventura sonora, costruendo un universo elettronico variegato che cerca sempre un difficile equilibrio tra radici folk e musica che si proietta in un futuro remoto. Da Nellee Hooper a Mark Bell, fino da Arca i produttori di Bjork hanno lasciato un’impronta importante nei dischi dell’artista islandese. La lezione della modernità è semplice: nessun artista può più immaginarsi romanticamente solo. ma è sempre parte, volente o nolente di una relazione, di un team, di un gruppo di ricerca.
Non tutti i dischi di Bjork sono capolavori, ma tutti cercano di spingersi oltre i confini del detto, oltre la maniera, in una sorta di rituale artistico che spesso sublima il paesaggio esistenziale attraversato dall’artista che fa dell’arte anche un rituale di rinascita e sublimazione, come con “Vulnicura” dove sublima la fine di un decennale relazione d’amore con l’artista Matthew Barney. Un neopaganesimo sonoro degno di questa terra, delle sue rune e dei linguaggi simbolici che nasconde tra i venti dell’estremo nord. Tra gli illustri produttori amiamo ricordare con particolare affetto Mark Bell, un grande interprete della musica elettronica contemporanea, mancato precocemente e pioniere di suoni geniali, condensati nel capolavoro di Bjork “Homogenic”, visionario anche nel video di “All is full of love” del videomaker e artista Chris Cunningham. Maledetta censura…
Va bene, va bene provate a scavalcare la censura e godetevi il lavoro del sempre ottimo Cunnigham, l’allora giovanotto a suo tempo chiamato dal maestro Stanley Kubrick per le sue doti visionarie. Purtroppo la morte del grande regista rese impossibile una collaborazione che si annunciava assai interessante… Cala la una quasi tenebra tardissimo, lascio in albergo il noioso Mr Pian Piano e mi inoltro tra le strade di Reykjavík per concedermi una costosissima birra. Mi prende senza motivo la voglia di uscire un attimo dal centro città per ficcarmi non so dove per scrutare il cielo, che qui sembra sempre un cappello sulla tua testa e sorpresa…. L’aurora boreale, qualcosa che non avevo mai visto nella vita si agita danzando in cielo. Sembra un quadro astratto in movimento, un discorso non umano, una scrittura aliena. Resto lì a bocca aperta, mentre transitano automobili e pedoni evidentemente abituati alla meraviglia. Torno in albergo senza birra, ma con sapori ben più forti e trovo la playlist pronta in una tazza ad aspettarmi. Il nostro chef già dorme, ma mi ha lasciato una calda e speziata tisana sonora. CLICCATE QUI per esplorare il mondo sonoro di Bjork.
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Björk: elettronica, other.
I spent ten years in that symphony orchestra factory. Then at 15, I dropped everything and founded a punk group. Music should be freedom, not slavery. Children should be free to compose music, just as they draw. Only then can they come to compose with the same ease with which they learn languages.
There has never been a separation between "techne" and Nature. Fire is produced together by man and Nature. The industrial revolution was the point of greatest detachment between the two elements, but now, with such sophisticated technology, we are one step away from total reunification, as long as we always maintain a high level of vigilance, that is, a sense of guilt, we can, we must, build a fantastic century. I myself notice that I look at the moon in a new way, with great poetic purity.
Björk Guðmundsdóttir
We are here on the island of volcanoes, glaciers, where the weather can go from sunny to a storm capable of sweeping away tourists like dry leaves. We are here where, between the late 80s and the beginning of the 21st century, one of the most interesting music scenes on planet Earth has grown. Here we are in Iceland with Mr. Pian Piano, today to have a chat about Bjork. The sun is shining, the clouds seem within reach, the ocean is vast and deep, the mountains seem like giants asleep on the sea.
It has always been my dream to be here, where the sky caresses the earth, but I won't get lost in sentimentalities. Let's start with "Debut," which propelled our heroine in 1993, a concentration of femininity that becomes creation and avoids the heaviness of the masculine principle, to paint a varied creative landscape that makes quality out of lightness, as Calvino wrote in the memorable "Lezioni Americane." In "Debut," Bjork's poetry emerges, aiming to combine nature and technology, metaphorically voice and electronic instruments, to recreate a harmonious sonic world, a possible non-destructive, but fertile, encounter. Ultimately, it's the challenge that humanity faces in the coming decades: to find this balance. Oh, don't forget to play with the video below: Bjork's music videos are always intriguing and, in some cases, true works of art. Interdisciplinarity is a common theme with our artist, and the best directors frequent our heroine.
Bjork has always been very careful in choosing producers to accompany her in every sonic adventure, building a varied electronic universe that always seeks a difficult balance between folk roots and music projected into a distant future. From Nellee Hooper to Mark Bell, and even Arca, Bjork's producers have left a significant mark on the Icelandic artist's records. The lesson of modernity is simple: no artist can imagine themselves romantically alone anymore. They are always part, willingly or unwillingly, of a relationship, a team, a research group.
Not all of Bjork's records are masterpieces, but they all seek to push beyond boundaries, beyond convention, in a kind of artistic ritual that often sublimates the existential landscape traversed by the artist, who turns art into a ritual of rebirth and sublimation, as with "Vulnicura," where she sublimates the end of a decade-long love affair with the artist Matthew Barney. A sonic neo-paganism worthy of this land, its runes, and the symbolic languages hidden among the winds of the far north. Among the illustrious producers, we love to remember Mark Bell with particular affection, a great interpreter of contemporary electronic music, who passed away prematurely, a pioneer of brilliant sounds, condensed in Bjork's masterpiece, "Homogenic," visionary even in the video for "All is Full of Love" by the video maker and artist Chris Cunningham. Damn censorship...
Alright, alright, try to bypass the censorship and enjoy the work of the always excellent Cunningham, the young man who was once called by the master Stanley Kubrick for his visionary talents. Unfortunately, the death of the great director made a collaboration that promised to be very interesting impossible... The almost late-night darkness falls, I leave the boring Mr. Pian Piano at the hotel and walk the streets of Reykjavík to have an expensive beer. For no apparent reason, I feel like leaving the city center for a moment to go I don't know where to gaze at the sky, which always seems like a hat on your head, and surprise... The northern lights, something I had never seen in my life, dance in the sky. It looks like a moving abstract painting, a non-human discourse, an alien script. I stand there with my mouth open while cars and pedestrians pass by, apparently accustomed to the wonder. I return to the hotel without beer, but with much stronger flavors, and find the playlist ready in a cup waiting for me. Our chef is already asleep, but he left me a warm and spicy sonic herbal tea. CLICK HERE to explore Bjork's sonic world.
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