Odio le etichette; il problema è che se dici di essere una cosa, è difficile per le persone immaginarti come qualcos'altro. La musica è molto più complicata di così.
Da quando posso ricordare, la chitarra e la musica stessa sono state le cose che mi hanno aiutato a superare tutto. Qualunque cosa io stia pensando, o di cui mi stia preoccupando, o per cui mi senta bene -- qualsiasi cosa -- la musica è sempre stata lì. È un po' come un modello per come le cose potrebbero effettivamente funzionare in qualche modo. La musica stessa, solo essere immerso nella melodia e nell'armonia e nel ritmo di essa, è così straordinaria, ma poi penso anche a tutte le persone che ho conosciuto... Appena ho iniziato a suonare, ha creato questo circolo di persone dove tutto era figo in qualche modo.
Bill Frisell
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Bill Frisell, l’uomo che ricama con la chitarra,è uno dei chitarristi più influenti e innovativi del nostro tempo, anche se non sembra ad un primo ascolto, ma le apparenze ingannano... Come tutti i musicisti importanti ha alle spalle una carriera robusta che abbraccia oltre quattro decenni, Frisell ha saputo reinventare il ruolo della chitarra nel jazz e nella musica contemporanea, fondendo stili diversi in un linguaggio musicale unico e inconfondibile. La sua tecnica che costruisce armonici ripetuti su cui costruisce melodie e dissonanze lo pone in un perenne dialogo sia con l’ascoltatore che con i musicisti con cui collabora, la sua è una chitarra che ascolta gli strumenti circostanti, chiacchiera con loro, discute, si confronta e anche quando è in solo vale lo stesso con i generi e le tradizioni in cui si cala.
Apparentemente le sue composizioni sono semplici, ma solo apparentemente. Il chitarrista americano stratifica i suoi suoni, cerca appigli per poi tagliare obliquamente le melodie in una complessità che si fa narrazione stratificata e mai di maniera. Il nostro ha il dono di far apparire semplice quel che è assai difficile, dote rara. Frisell è cresciuto a Denver, Colorado, dove ha iniziato a suonare il clarinetto prima di passare alla chitarra. La sua formazione musicale è influenzata da una vasta gamma di generi, dal jazz al folk, dal rock al country, alla musica classica. Ha studiato alla University of Northern Colorado e poi al Berklee College of Music di Boston. Frisell ha studiato, provato e si è impegnato, la cosa è subito evidente.
Il suo debutto discografico risale agli anni '80, quando ha iniziato a registrare per la prestigiosa etichetta ECM. Il suo stile, caratterizzato da un uso creativo degli effetti e da una sensibilità melodica fuori dal comune, lo ha rapidamente reso un chitarrista richiesto da tutti essendo anche un improvvisatore di raro talento. Tra le sue collaborazioni più note ci sono quelle con Paul Motian, John Zorn, Jan Garbarek, Joe Lovano, ed è difficile dimenticare il suo ruolo nei Naked City di Zorn, dove ha esplorato sonorità avant-garde e sperimentali.
Uno degli aspetti più affascinanti del suono di Frisell è la sua capacità di fondere generi diversi in modo fluido e organico. Che stia suonando jazz standard, country, folk, o musica sperimentale, il suo tocco rimane sempre riconoscibile. Frisell utilizza una vasta gamma di pedali e processori per creare paesaggi sonori ricchi e stratificati, dando vita a una musica che è tanto meditativa quanto emozionante. Anche qui tutta l’effettistica sembra non esserci, ma c’è. Avendolo ascoltato dal vivo con John Zorn e in trio con Lovano e Motian sottolineo questa attitudine non scontata all’ascolto e all’improvvisazione che caratterizza Frisell nel suo essere meditativo e dialogante.
Come dicevamo sopra la discografia di Frisell è vasta e variegata, comprendendo oltre 40 album come leader e innumerevoli collaborazioni. Alcuni dei suoi lavori più celebri includono "Have a Little Faith" (1992), dove esplora il repertorio americano tradizionale, e "Blues Dream" (2001), una fusione di jazz, blues e folk. Nel corso della sua carriera, Frisell ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui Grammy Awards e il titolo di "Guitarist of the Year" da parte di riviste specializzate come DownBeat e JazzTimes. La sua influenza è evidente non solo nel jazz, ma anche in ambiti come il rock, la musica sperimentale e la musica per il cinema. Quale consiglio lasciarvi per l’ascolto? Cercate come fruitori di avere il suo stesso atteggiamento meditativo e dialogante, introspettivo ma a tratti anche divertito ed estroverso in altri momenti. CLICCATE QUI e godetevi un musicista complesso e mai scontato, capace come pochi di ricucire tradizione e innovazione in una trama di armonici e melodie o utilizzate il player, presto visibile in tutti i post di (((RadioPianPIano))).
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Bill Frisell: jazz.
I hate labels; the problem is that if you say you're one thing, it's hard for people to imagine you as something else. Music is way more complicated than that.
For as long as I can remember, the guitar and music itself is the thing that has gotten me through everything. Whatever it is I'm thinking about, or worrying about, or feeling good about -- anything -- the music has just been there. It's sort of like a model for the way things could actually work somehow. The music itself, just being immersed in the melody and the harmony and the rhythm of it, is so extraordinary, but then I think also all the people I've known... As soon as I started to play, it caused this circle of people to be there where everything was cool somehow.
Bill Frisell
Bill Frisell, the man who embroiders with the guitar, is one of the most influential and innovative guitarists of our time, even if it doesn't seem that way at first listen, but appearances can be deceiving... Like all important musicians, he has a robust career spanning over four decades. Frisell has reinvented the role of the guitar in jazz and contemporary music, blending different styles into a unique and unmistakable musical language. His technique, which builds repeated harmonics on which he constructs melodies and dissonances, places him in a constant dialogue both with the listener and with the musicians he collaborates with. His guitar listens to the surrounding instruments, chats with them, discusses, debates, and even when solo, it interacts with the genres and traditions it embraces.
His compositions seem simple on the surface, but only on the surface. The American guitarist layers his sounds, seeking footholds to then cut the melodies diagonally, creating a complexity that becomes a layered and never formulaic narrative. He has the gift of making what is very difficult appear simple, a rare talent. Frisell grew up in Denver, Colorado, where he began playing the clarinet before switching to the guitar. His musical education is influenced by a wide range of genres, from jazz to folk, rock to country, and classical music. He studied at the University of Northern Colorado and then at the Berklee College of Music in Boston. Frisell studied, practiced, and dedicated himself, which is immediately evident.
His recording debut dates back to the 1980s when he started recording for the prestigious ECM label. His style, characterized by creative use of effects and an uncommon melodic sensitivity, quickly made him a sought-after guitarist, being also a rare talent as an improviser. Among his most notable collaborations are those with Paul Motian, John Zorn, Jan Garbarek, Joe Lovano, and it's hard to forget his role in Zorn's Naked City, where he explored avant-garde and experimental sounds.
One of the most fascinating aspects of Frisell's sound is his ability to seamlessly and organically blend different genres. Whether he's playing jazz standards, country, folk, or experimental music, his touch remains always recognizable. Frisell uses a wide range of pedals and processors to create rich and layered soundscapes, producing music that is both meditative and exciting. Even here, all the effects seem absent, but they are there. Having listened to him live with John Zorn and in a trio with Lovano and Motian, I highlight this non-obvious attitude to listening and improvisation that characterizes Frisell in his meditative and dialoguing nature.
As mentioned above, Frisell's discography is vast and varied, comprising over 40 albums as a leader and countless collaborations. Some of his most famous works include "Have a Little Faith" (1992), where he explores traditional American repertoire, and "Blues Dream" (2001), a fusion of jazz, blues, and folk. Throughout his career, Frisell has received numerous awards, including Grammy Awards and the title of "Guitarist of the Year" from specialized magazines like DownBeat and JazzTimes. His influence is evident not only in jazz but also in areas such as rock, experimental music, and film music. What advice can I give you for listening? Try to adopt his same meditative and dialoguing attitude as listeners, introspective yet at times amused and extroverted at other moments. CLICK HERE and enjoy a complex and never predictable musician, capable like few others of mending tradition and innovation into a fabric of harmonics and melodies or use the player, soon visible in all posts of (((RadioPianPIano))).
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