Ciò che la memoria ha in comune con l’arte è la tendenza a selezionare, è il gusto per il dettaglio. […] La memoria contiene proprio i dettagli, non il quadro d’insieme […] La convinzione di ricordare il tutto in modo generale, la convinzione stessa che permette alla specie di continuare a vivere è priva di fondamento. La memoria assomiglia essenzialmente a una biblioteca dove regna il disordine alfabetico e dove non esiste l’opera completa di nessuno.
Josif Aleksandrovič Brodskij
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Il grande poeta russo inquadra bene quello che noi di Piano Inclinato intendiamo realizzare con le nostre rubriche di letteratura (con Mr Leonardo Dorini) e musica con il vostro Mr Pian Piano: creare una biblioteca disordinata, emotiva, ma appassionata, bugiarda, ma sentita, mai oggettiva, mai “vera” mai completa e sempre lacunosa. Tra le memorie che galleggiano in quella biblioteca disordinata della mia mente c’è il basso di Jez Kerr. Certo avevamo avuto Pastorius e prima ancora Scott La Faro, ma il basso era e restava principalmente accompagnamento. Esploso il fenomeno del punk che è anzitutto apertura creativa, tabula rasa generazionale, in UK inizia un interessante fenomeno di ibridazione tra pop, musica dance, punk e poi elettronica che aprirà la strada a capolavori come “Remain in Light” dei Talking Heads, dove sotto la mano sapiente di Brian Eno si mescolano suoni mai stati insieme prima ed è il funk con basso in primo piano a farla da padrone. Prima di questa pietra miliare chi ha aperto la strada? Chi ha influenzato David Byrne direttamente, quando a New York il leader dei Talking Heads andava a tutti i loro concerti per abbeverarsi ad un nuovo suono? Ladies and Gentlemen A Certain Ratio!
Gli ACR si formano a Manchester nel 1977 tra le scintille eterne di quella Factory Records che con il produttore Martin Hannett ha sfornato Joy Division, New Order e altre prelibatezze. La loro musica è stata descritta come un ibrido tra il funk, il post-punk e la world music. La collaborazione tra A Certain Ratio e Hannett ha prodotto un suono unico, con l’uso di strumenti non convenzionali e tecniche di produzione innovative. Questo ha contribuito a definire il suono post-punk di Manchester degli anni ’80 e ha influenzato molti artisti successivi, ma proprio tanti. In un’intervista del 2008, Byrne ha detto che aveva visto ACR suonare dal vivo a New York nei primi anni ’80 ed era rimasto colpito dalla loro capacità di fondere il funk con la musica post-punk in quel delirio percussivo poi ripreso in molte realizzazioni delle teste parlanti. E fin qui una mappa sgangherata da critico musicale della domenica.
Liverpool, Manchester, Sheffield, ogni città inglese ha una sua geografia sonora, un racconto che dagli anni 60 agli 80 esprime spunti differenti e seminali per il suono di questo pianeta oggi così in affanno. Per il vostro povero Mr Pian Piano gli A Certain Ratio sono stati la scoperta del ritmo, del funk, di una dimensione tribale che si poteva legare con le ultime frontiere della musica, un suono alla base del fiume di gruppi di musica elettronica, come Orb ed Orbital. Insomma una band che nel suo percorso ha seminato influenza a destra e a manca, suscitando l’interesse anche di stelle come Grace Jones, nel periodo in cui vissero a New York, portando il loro suono particolarissimo oltreoceano. ACR sono una delle fondamenta nascoste e non conosciutissime di una rivoluzione sonora che imbastardisce la musica bianca con componenti black, il basso slappato e il delirio percussivo degno del tribalismo africano.
In una carriera che si avvicina ormai al mezzo secolo i nostri eroi Jez Kerr, Martin Moscrop e Donald Johnson sfornano ancora dischi ed a breve licenzieranno il nuovo album “1982” atteso questo mese nei negozi. I singoli confermano una schiettezza creativa che sfida capelli bianchi e corpi non più da esili 20enni, ma da michelangioleschi sessantenni. Tuttavia la magia del ritmo, dell’incalzare sincopato di basso e batteria è ancora lì in tutta la sua magia e attenzione al testo che racconta la magia della New York tra fine anni 70 e primissimi anni 80 che i ragazzi di Manchester conobbero bene, Basquiat, Andy Warhol e quel fermento corrosivo da cui sono passati gli ultimi spunti di quel fertile, creativo e terribile XX secolo, ancora ineguagliato per fermento.
E mentre dopo un ventennio il XXI secolo ci regala solo stanche riproposizioni dell’uguale, un secolo partito con il fiato corto, infetto, sfiduciato, moscio e già sporco di sangue, gli ACR sono ancora freschi, guardano all’Africa e riempiono la malinconia contemporanea di ritmo che è uscita dalle pastoie della mente e fuoco liberatore per il corpo. Signore e Signori accomodatevi nel mio ristorantino sonoro, CLICCATE QUI e benvenuti a Manchester, New York, Londra e Timbuctu tra testi densi anche di una sessualità autentica, non le tristezze tardo borghesi di una pruderie catodica ridicola, dove il sesso è solo espediente mediatico per dar risalto all’assenza di idee, al vuoto inventivo, mentre qui era fuoco e creatività. Non cazzate da circo sanremese a favor di telecamera.
Desiderate qualcosa di diverso dal funk degli A Certain Ratio? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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A Certain Ratio: funk, new wave.
What memory has in common with art is the tendency to select, is the taste for detail. [...] Memory contains precisely the details, not the big picture [...] The belief that we remember the whole in a general way, the very belief that allows the species to continue to live, is groundless. Memory essentially resembles a library where alphabetical disorder reigns and where no one's complete work exists.
Josif Aleksandrovič Brodsky
The great Russian poet frames well what we at Piano Inclinato intend to accomplish with our columns on literature (with Mr. Leonardo Dorini) and music with your Mr. Pian Piano: to create a library that is messy, emotional, yet passionate, lying, yet heartfelt, never objective, never "true" never complete and always lacking. Among the memories floating in that messy library of my mind is Jez Kerr's bass guitar. Sure we had had Pastorius and before that Scott La Faro, but the bass was and remained primarily accompaniment. Having exploded the phenomenon of punk that is first and foremost creative openness, generational tabula rasa, in the UK began an interesting phenomenon of hybridization between pop, dance music, punk and then electronics that would pave the way for masterpieces such as "Remain in Light" by Talking Heads (we talked about it HERE), where under the skillful hand of Brian Eno sounds that had never been together before were mixed and funk with bass in the foreground was the main feature. Before this milestone, who paved the way? Who influenced David Byrne directly, when in New York the Talking Heads leader went to all their concerts to drink in a new sound? Ladies and Gentlemen A Certain Ratio!
ACR formed in Manchester in 1977 amid the eternal sparks of that Factory Records that with producer Martin Hannett churned out Joy Division, New Order and other delicacies. Their music has been described as a hybrid of funk, post-punk and world music. The collaboration between A Certain Ratio and Hannett produced a unique sound with the use of unconventional instruments and innovative production techniques. This helped define the Manchester post-punk sound of the 1980s and influenced many subsequent artists, but quite a few. In a 2008 interview, Byrne said that he had seen ACR play live in New York in the early 1980s and was impressed by their ability to blend funk with post-punk music in that percussive frenzy later echoed in many of the talking heads' achievements. And so far a ramshackle Sunday music critic's map.
Liverpool, Manchester, Sheffield, each English city has its own sonic geography, a narrative that from the 60s to the 80s expresses different and seminal cues for the sound of this planet that is so in a rut today. For your poor Mr. Pian Piano, A Certain Ratio was the discovery of rhythm, of funk, of a tribal dimension that could be linked with the latest frontiers of music, a sound at the root of the river of electronic music groups such as Orb and Orbital. In short, a band that in its path sowed influence left and right, attracting the interest of even stars like Grace Jones, during the time they lived in New York, bringing their very particular sound overseas. ACR are one of the hidden and unfamiliar foundations of a sonic revolution that bastardized white music with black components, slapped bass and percussive delirium worthy of African tribalism.
In a career now approaching the half-century mark, our heroes Jez Kerr, Martin Moscrop and Donald Johnson are still churning out records and will soon release their new album "1982" expected in stores this month. The singles confirm a creative directness that defies white hair and bodies no longer of slender 20-year-olds but of Michelangelo-esque 60-year-olds. However, the magic of the rhythm, the syncopated pressing of bass and drums is still there in all its magic and attention to the lyrics that tell of the magic of New York in the late 1970s and very early 1980s that the Manchester boys knew well, Basquiat, Andy Warhol and that corrosive ferment from which the last cues of that fertile, creative and terrible 20th century, still unmatched in ferment, passed.
And while after a twenty-year period the 21st century gives us only tired re-propositions of the same, a century that started with shortness of breath, infected, challenged, dull and already blood-soaked, ACR are still fresh, looking to Africa and filling contemporary melancholy with rhythm that has come out of the fetters of the mind and liberating fire for the body. Ladies and Gentlemen take a seat in my little sonic restaurant, CLICK HERE and welcome to Manchester, New York, London and Timbuktu among lyrics also dense with authentic sexuality, not the late bourgeois sadnesses of a ridiculous cathodic prudery, where sex is just a media gimmick to emphasize the absence of ideas, the inventive void, while here it was fire and creativity.
Longing for something other than the funk of A Certain Ratio? Mr. Pian Piano's jukebox with all the musicians on our intriguing menu, as every Sunday, is at your complete disposal: classical, jazz, pop, rock, and ambient are there waiting for you. If you want to discover other monographs curated by Mr. Pian Piano of dozens and dozens (and dozens) of superb musicians, just settle in here: CLICK HERE, and the archive of monographs of great musicians in alphabetical order will magically open for you.
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