Se parliamo però di autori, i miei idoli sono Bernard Herrmann, Alex North, Nino Rota, Leonard Rosenman, Toru Takemitsu, Georges Delerue, Ennio Morricone, Lim Giong e Cliff Martinez
Se fossi un architetto, sarei un pessimo architetto, perché non mi piace avere progetti. Naturalmente, senza progetti, nessuno sa come sarà l’edificio. Ma è esattamente quello che mi piace fare. Non devo sapere cosa sto facendo, o cosa sarà.
Ryuichi Sakamoto
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Quando abbiamo imbastito la playlist di Sakamoto insieme al vecchio amico Orlando Furioso, mi è spettato l’onere di “mettere in fila” i brani. Li ho ascoltati alla rinfusa a sera tarda e mi son detto: “mamma mia che musiche diverse tra loro, non ne uscirà un pataracchio?”. Creando le playlist non mi limito a raccogliere canzoni alla rinfusa, ma a pensare ad una sorta di viaggio, anche tra stati d’animo generati dai suoni. Un primo ascolto mi aveva reso scettico, va bene l’eclettismo, che come sapete qui amiamo molto, ma non sarà troppo? Partiamo dall’ottimo film di Nagisa Oshima “Merry Christhmas Mr Lawrence” dove Sakamoto è protagonista insieme a David Bowie (ne abbiamo parlato QUI e anche QUI) per capire l’artista giapponese che con questo film inizia e conclude la sua carriera davanti alla cinepresa, svelando un’attitudine a sperimentare, a mettersi in gioco, ad abbandonarsi all’ignoto, cara anche al Duca Bianco.
Sakamoto, enfant prodigé del pianoforte, inizia il suo cammino dalla musica classica che lo abita da sempre, anche quando non sembra come nel pop più sintetico con la Yellow Magic Orchestra, la band che lo farà conoscere fuori dal Giappone. In particolare il pianismo di Debussy (ne abbiamo parlato QUI) e di Ravel (QUI) lo influenza per tutta la sua lunga carriera. Gli anni 80 e 90 sono costellati prima dal pop tecnologico, l’elettronica è infatti un’altra delle passioni del Maestro Giapponese e dalla realizzazione delle importanti colonne sonore per il trittico di film americani di Bernardo Bertolucci: “L’ultimo Imperatore”, il “Tè nel deserto” ed il “Piccolo Buddha”. A battezzare il sodalizio tra il grande ed anticonformista regista italiano ed il musicista giapponese arriverà anche l’Oscar per entrambi alla regia ed alle musiche per “L’ultimo Imperatore”. Un trionfo. Sakamoto diventa una stella planetaria.
Come si comporta Ryuichi Sakamoto di fronte al successo? Ecco un punto interessante nelle carriere degli artisti e nello showbiz in generale…Sakamoto resta sempre silenziosamente contemplativo, concentrato, svelando tra gli anni 90 e l’inizio del XXI secolo un tratto caratteriale confermato da conoscenti che con lui hanno lavorato: silenzio, disciplina, dedizione e contemplazione. L’uomo parla pochissimo, riflette molto, trascorre tempo in solitudine. Come si diceva con il buon Orlando, c’è in lui un’evidente vena mistica, fatta di quel contemplare tipico della cultura asiatica. Abbiamo un uomo isolato sull’Olimpo? Il contrario: sono questi gli anni in cui si approfondiscono collaborazioni artistiche assai fertili: Alva Noto, Morelenbaum, Willits, Fennesz e altri. Sono dialoghi che Sakamoto porta avanti per tutta la vita, su tutte l’amicizia con David Sylvian, molto vicino al musicista giapponese per carattere, attitudine ed interessi.
Altro tratto di Sakamoto è il non sedimentare mai la propria creatività in una prassi. La sperimentazione estrema con il musicista elettronico Alva Noto o la frequentazione di linguaggi apparentemente lontanissimi come la bossa nova insieme a Jaques Morelenbaum e alla figlia di quest’ultimo cantante, attestano un perenne ricercare dentro la musica e per la musica percorrendo strade diversissime secondo un eclettismo a noi molto caro. Ne escono atmosfere lontane, tessere di un puzzle apparentemente impossibile da ricomporre.
Infine ci siamo io ed Orlando e quel che ha rappresentato e rappresenta per noi Ryuichi Sakamoto: un ponte tra la musica classica e l’elettronica con la meraviglia di ritrovarlo tra suoni sempre nuovi, improvvisati, potenti in un’atmosfera fatta anche di momenti intimi, con il pianismo impressionista caro a Debussy o i temi cinematografici che rimandano a Ravel, magari annegati nell’elettronica estrema di Alva Noto. La capacità di collaborare con musicisti dall’estrazione più diversa certifica poi un’apertura mentale che è tipica dei bambini, capaci di giocare tra loro anche non conoscendosi, non avendo pianificato o progettato cosa fare, cosa dire, come atteggiarsi. In Sakamoto c’è della purezza e anche adesso anziano e da anni malato, l’uomo si dà all’arte con questa meravigliosa attitudine.
E la playlist come si è composta? Magicamente. Magicamente la saudade ed i ritmi bossa si sono incastrati nelle partiture per archi delle colonne sonore, i pezzi per pianoforte solo hanno sposato le canzoni, l’elettronica si è imbastardita con tutto alla perfezione. Cucinare è stato facile ed anche emozionarsi, come se stessimo tagliando una cipolla. Perché? Perché emerge mettendo insieme questi tasselli sonori di un’esistenza, quale sia il minimo comune multiplo che li unisce intimamente: la poesia. Una poesia luminosa, gioiosa o malinconica, ma anche oscura e tenebrosa. Quando la poesia entra nelle vene, la senti, non la leggi. Come non emozionarsi? Provate con “Life, Life” dove il testo è appunto una poesia di Arseny Tarkovsky, padre del regista Andrej. Sylvian e Sakamoto: una carezza all’anima.
Carissimi, l’occasione è ghiotta per augurarvi, da parte mia e dell’amico Orlando Furioso e dall’editore sciatore marziano Alieno Gentile un 2022 che sia appunto ricco di momenti poetici. CLICCATE QUI per scoprire nella solita playlist il lato contemplativo di Ryuichi Sakamoto ed esplorare i colori del suo pentagramma, ce ne sono abbastanza per perdersi e proprio questa sarebbe la nostra ambizione: disorientarvi poeticamente.
Nel frattempo Ryuichi Sakamoto ci ha lasciato e corre l’obbligo di ricordarlo con un breve video per tutta la bellezza che ci ha donato. “Il maestro è nell’anima e nell’anima per sempre resterà”. (Paolo Conte).
Desiderate qualcosa di diverso dalla bellezza del Maestro Sakamoto? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Se volete scoprire in dono altre monografie curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti vi basta accomodarvi qui:
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Ryuichi Sakamoto: pop, classical music, soundtrack, electronic.
If we talk about authors, my idols are Bernard Herrmann, Alex North, Nino Rota, Leonard Rosenman, Toru Takemitsu, Georges Delerue, Ennio Morricone, Lim Giong, and Cliff Martinez.
If I were an architect, I would be a terrible architect because I don't like having projects. Of course, without projects, no one knows what the building will be like. But that's exactly what I like to do. I don't need to know what I'm doing or what it will be.
Ryuichi Sakamoto
When we put together the Sakamoto playlist with my old friend Orlando Furioso, it fell to me to 'put in order' the songs. I listened to them randomly late at night and thought to myself, 'my goodness, these music pieces are so different from each other; will it turn out to be a mishmash?' When creating playlists, I don't just collect songs randomly but think of it as a kind of journey, even between moods generated by sounds. The first listen made me skeptical; okay, we love eclecticism here, but is it too much? Let's start with the excellent film by Nagisa Oshima 'Merry Christmas Mr. Lawrence,' where Sakamoto is the protagonist alongside David Bowie to understand the Japanese artist who, with this film, begins and concludes his career in front of the camera, revealing a predisposition to experiment, to challenge himself, to surrender to the unknown, also beloved by the White Duke.
Sakamoto, a piano prodigy, starts his journey from classical music that has always inhabited him, even when it doesn't seem like it, as in the more synthetic pop with the Yellow Magic Orchestra, the band that will make him known outside Japan. In particular, the pianism of Debussy and Ravel influences him throughout his long career. The '80s and '90s are first marked by technological pop; electronic music is, in fact, another passion of the Japanese Maestro and the realization of important soundtracks for Bernardo Bertolucci's American film trilogy: 'The Last Emperor,' 'Tea in the Desert,' and 'Little Buddha.' The collaboration between the great and unconventional Italian director and the Japanese musician will also be baptized by an Oscar for both in directing and music for 'The Last Emperor.' A triumph. Sakamoto becomes a global star.
How does Ryuichi Sakamoto behave in the face of success? Here is an interesting point in the careers of artists and in showbiz in general... Sakamoto remains quietly contemplative, focused, revealing between the '90s and the beginning of the 21st century a character trait confirmed by acquaintances who have worked with him: silence, discipline, dedication, and contemplation. The man speaks very little, reflects a lot, spends time in solitude. As mentioned with good Orlando, there is an evident mystical vein in him, made of that typical contemplation of Asian culture. Do we have a man isolated on Mount Olympus? On the contrary: these are the years in which very fertile artistic collaborations are deepened: Alva Noto, Morelenbaum, Willits, Fennesz, and others. These are dialogues that Sakamoto carries on throughout his life, especially the friendship with David Sylvian, very close to the Japanese musician in character, attitude, and interests.
Another trait of Sakamoto is never to let his creativity settle into a practice. Extreme experimentation with the electronic musician Alva Noto or the exploration of seemingly distant languages, such as bossa nova, with Jaques Morelenbaum and his daughter, a singer, attest to a perpetual search within music and for music, following very different paths in a cherished eclecticism. Out of it come distant atmospheres, pieces of a puzzle seemingly impossible to reassemble.
Finally, there's me and Orlando and what Ryuichi Sakamoto has represented and represents for us: a bridge between classical and electronic music, with the wonder of finding him among always new, improvised, powerful sounds in an atmosphere also made of intimate moments, with the impressionist pianism dear to Debussy or the cinematic themes that refer to Ravel, perhaps drowned in the extreme electronics of Alva Noto. The ability to collaborate with musicians of the most diverse backgrounds certifies an open-mindedness that is typical of children, capable of playing with each other even without knowing each other, not having planned or designed what to do, say, or how to behave. In Sakamoto, there is purity, and even now, old and sick for years, the man engages in art with this wonderful attitude.
And how did the playlist come together? Magically. Magically, saudade and bossa rhythms fit into the scores for string soundtracks, piano pieces married songs, and electronics blended perfectly with everything. Cooking was easy, and getting excited was easy, as if we were cutting an onion. Why? Because it emerges by putting together these sound pieces of an existence, whatever the lowest common denominator that intimately unites them: poetry. A luminous, joyful or melancholic, but also dark and shadowy poetry. When poetry enters the veins, you feel it, you don't read it. How not to be moved? Try 'Life, Life,' where the lyrics are precisely a poem by Arseny Tarkovsky, the father of director Andrej. Sylvian and Sakamoto: a soul caress.
Dear friends, the occasion is tempting to wish you, from me and my friend Orlando Furioso and from the Martian skier editor Alieno Gentile, a 2022 that is indeed rich in poetic moments. CLICK HERE to discover in the usual playlist the contemplative side of Ryuichi Sakamoto and explore the colors of his musical staff; there are enough to get lost, and that would be our ambition: to disorient you poetically. In the meantime, Ryuichi Sakamoto passed in another dimension, and it is obligatory to remember him with a short video for all the beauty he has given us. “The master is in the soul and in the soul will remain forever”. (Paolo Conte).
Do you want something different from the beauty of Maestro Sakamoto? Mr. Pian Piano's jukebox with all the musicians on our intriguing menu, as every Sunday, is at your complete disposal: classical, jazz, pop, rock, and ambient are there waiting for you. If you want to discover other monographs curated by Mr. Pian Piano of dozens and dozens (and dozens) of superb musicians, just settle in here: CLICK HERE, and the archive of monographs of great musicians in alphabetical order will magically open for you.
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